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Quesito

Gentile padre Bellon,
in queste domeniche di quarantena in famiglia seguiamo le messe alla TV in collegamento con il Santuario del Divino Amore.
Mia figlia maggiore, invece, non si unisce a noi né segue altre Messe in streaming o sui social.
Alla mia domanda, se partecipasse alla Messa, ha risposto che, avendo letto insieme con il suo gruppo di preghiera in videoconferenza, senza sacerdote, le letture del giorno, e avendo fatto con loro la Comunione spirituale, riteneva assolto il precetto festivo.
Purtroppo non ho saputo come convincerla del fatto che non fosse così. 
Caro Padre, mi rivolgo a Lei perché mi suggerisca gli argomenti giusti da proporre a mia figlia nella convinzione che la Sua risposta possa interessare altre famiglie cattoliche nella nostra stessa situazione in questi tempi di grande confusione e incertezza.
Le chiedo la Sua benedizione

 


 

Risposta del sacerdote

Carissima,
1. a proposito del terzo comandamento che nella formulazione catechistica suona così: “Ricordati di santificare le feste” bisogna ricordare due cose.
La prima: è necessario che “l’uomo destini un dato tempo della sua vita alle cose divine.
Infatti l’inclinazione naturale porta l’uomo a destinare a ogni cosa necessaria un dato tempo: così egli fa per il vitto, per il sonno e per altre cose simili.
Perciò l’uomo secondo il dettame della ragione naturale deve destinare del tempo anche al ristoro spirituale, saziando di Dio la propria anima. Ecco quindi che la destinazione di un dato tempo per attendere alle cose divine costituisce un precetto morale” (San Tommaso, Somma teologica, II-II, 122, 4, ad 1).

2. La seconda cosa: che la santificazione della festa avviene con la partecipazione alla Santa Messa.
Questo non è prescritto dal diritto naturale, ma è di disciplina della Chiesa che in questa determinazione rimane fedele alla Tradizione apostolica,secondo la quale i cristiani ogni otto giorni celebrano insieme l’Eucaristia.

3. Certo, l’obbligo della partecipazione alla Santa Messa è grave.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Per questo i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti o ne siano dispensati dal loro parroco)” (CCC 2181).
Dice anche che “coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (Ib.).

4. Nel nostro caso, che è quello dell’imperversare dell’epidemia coronavirus, in cui non è possibile per motivi di forza maggiore partecipare alla Messa, il precetto viene meno.
Vale in questo caso la proverbiale affermazione della teologia morale: “Ad impossibilia nemo tenetur”: nessuno è tenuto a compiere ciò che è impossibile.
Nel nostro caso è impossibile a motivo di un giustificato divieto.

5. Che fare allora?
Tenendo presente che questo giorno è dedicato per saziare la propria anima di Dio è giusto che – se non lo si può fare attraverso la partecipazione alla Santa Messa – lo si faccia in altro modo.
Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica dice ancora: “Se per mancanza del ministro sacro o per altra grave causa diventa impossibile la partecipazione alla celebrazione eucaristica, si raccomanda vivamente che i fedeli prendano parte alla Liturgia della Parola, se ve n’è qualcuna nella chiesa parrocchiale o in un altro luogo sacro, celebrata secondo le disposizioni del vescovo diocesano, oppure attendano per un congruo tempo alla preghiera personalmente o in famiglia, o, secondo l’opportunità, in gruppi di famiglie»” (CCC 2183).

6. Sicché ai fini del precetto, stante quest’impossibilità, si è dispensati.
E non è fatto obbligo di sostituire questo precetto con questa o quest’altra pratica.

7. Tuttavia tenendo conto del significato del giorno di festa il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “si raccomanda vivamente”.
Con queste parole non impone, ma esorta nella maniera più calda possibile per non rimanere denutriti.
Sulla modalità di adempiere tale raccomandazione il medesimo Catechismo dice: “Attendano per un congruo tempo alla preghiera personalmente o in famiglia, o, secondo l’opportunità, in gruppi di famiglie”.

8. Pertanto a tua figlia che ha detto “avendo letto insieme con il suo gruppo di preghiera in videoconferenza, senza sacerdote, le letture del giorno, e avendo fatto con loro la Comunione spirituale, riteneva assolto il precetto festivo” devi darle ragione.

9. Ciò non significa che sia bello farlo solo con il proprio gruppo.
È bello farlo insieme anche con la propria famiglia.
È un modo di sentirsi un cuore solo e un’anima sola nella partecipazione comune ad un momento così alto.
In questo senso tua figlia dovrebbe comprendere che la sua assenza è un motivo di dispiacere per voi che sentite l’esigenza di saziarvi di Dio tutti insieme, come tutti insieme fate tante altre cose anche meno importanti.

Ti auguro una buona e Santa Pasqua, che continua per tutta questa settimana in albis.
Vi ricordo al Signore e volentieri vi benedico.
Padre Angelo