Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
Ho sempre condiviso i valori cattolici principalmente la preghiera il rispetto per gli altri il mantenere la parola data e il non approfittare delle situazioni a danno di qualcuno Carissimo padre Angelo
buongiorno. Pace e bene in Dio nostro Padre e nel Signore nostro Gesù Cristo.
Come sta? Spero bene. Innanzitutto volevo augurarle un felice 2017 pieno di grazia e di serenità.
Vengo ora alla domanda, riguardante quello che è uno dei dogmi principali della nostra fede: l’unità della natura umana e divina di Nostro Signore.
Quello che vorrei capire meglio è: esattamente in cosa Gesù è uomo e in cosa è Dio. Si può dire, per esempio, che il suo corpo sia umano mentre la sua anima divina, oppure è più corretto dire che non ci sia una distinzione tra i due ambiti, ma lui è in tutto uomo e Dio al tempo stesso? Sa, spesso e volentieri noi diamo così per scontate le verità di fede da non rifletterci a sufficienza (parlo ovviamente di noi “profani”, chiaro che chi, come lei, si è dedicato alla teologia ci ha riflettuto eccome!”.
La ringrazio di cuore della risposta e le auguro ogni bene.
Saluti, Daniele.
Risposta del sacerdote
Caro Daniele,
in Cristo la natura umana e quella divina erano ben distinte.
Erano unite nella persona di Gesù, che è una Persona divina.
Ma procediamo con ordine.
1. Per Gesù avere una natura umana significava avere un corpo del tutto identico al nostro, e pertanto soggetto alla fame, alla sete, alla stanchezza, alla sofferenza e alla morte.
Nella sua natura umana Gesù aveva un’anima razionale, anch’essa come la nostra, dotata di intelletto e di volontà.
2. Nella sua natura divina aveva tutto ciò che compete a Dio.
Per questo San Paolo dice che in Gesù “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9).
3. Queste due nature in Cristo non si confondono, ma sono ben distinte l’una dall’altra.
4. Sono unite nel soggetto e cioè nella Persona.
Ora la Persona di Gesù non è umana, ma divina.
È il Verbo che si è fatto carne (Gv 1,14).
5. Ecco come ne parla il Catechismo della Chiesa Cattolica:
“L’evento unico e del tutto singolare dell’Incarnazione del Figlio di Dio non significa che Gesù Cristo sia in parte Dio e in parte uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano.
Egli si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio.
Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo” (CCC 464).
6. Come uomo Gesù “ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato” (Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 22).
7. Inoltre “l’anima umana che il Figlio di Dio ha assunto è dotata di una vera conoscenza umana. In quanto tale, essa non poteva di per sé essere illimitata: era esercitata nelle condizioni storiche della sua esistenza nello spazio e nel tempo. Per questo il Figlio di Dio, facendosi uomo, ha potuto voler «crescere in sapienza, età e grazia» (Lc 2,52) e anche doversi informare intorno a ciò che nella condizione umana non si può apprendere che attraverso l’esperienza. Questo era del tutto consono alla realtà del suo volontario umiliarsi nella «condizione di servo» (Fil 2,7)” (CCC 472).
8. E tuttavia “al tempo stesso questa conoscenza veramente umana del Figlio di Dio esprimeva la vita divina della sua Persona. «La natura umana del Figlio di Dio, non da sé ma per la sua unione con il Verbo, conosceva e manifestava nella Persona di Cristo tutto ciò che conviene a Dio» (San Massimo il confessore).
È, innanzi tutto, il caso della conoscenza intima e immediata che il Figlio di Dio fatto uomo ha del Padre suo. Il Figlio di Dio anche nella sua conoscenza umana mostrava la penetrazione divina che egli aveva dei pensieri segreti del cuore degli uomini” (CCC 473).
In altre parole nella parte superiore della sua intelligenza aveva la visione beatifica.
9. Sicché “la conoscenza umana di Cristo, per la sua unione alla Sapienza divina nella Persona del Verbo incarnato, fruiva in pienezza della scienza dei disegni eterni che egli era venuto a rivelare.
Ciò che in questo campo dice di ignorare, dichiara altrove di non avere la missione di rivelarlo” (CCC 474).
Ti auguro di progredire sempre di più nella conoscenza e nell’amore di Gesù Cristo.
Ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo