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Quesito

Caro padre Angelo,
ma perché Gesù faceva cose che non era lecito fare in giorno di sabato? D’altronde i giudei non facevano nulla in giorno di sabato non per loro scelta ma perché glielo aveva ordinato Mosè.
Così facendo Gesù non andava contro la legge stessa?
E così facendo non dava motivo di confusione facendo sembrare di voler annullare alcune norme della legge?


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. La Sacra Scrittura, fin dall’inizio, dichiara che il sabato è giorno sacro e cioè riservato a Dio: “Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando” (Gn 2,3).
Non che Dio abbia bisogno del sabato o del culto degli uomini.
Ma proprio il contrario: Dio vuole che nel giorno di sabato gli uomini si fermino, riposino, rivolgano il cuore a Lui e siano colmati della sua benedizione.
La benedizione infatti è una effusione di doni e nello stesso tempo li conserva.

2. Al sabato era legato un significato religioso molto importante.
L’uomo, creato ad immagine di Dio, era chiamato ad imitare Dio. E come Dio nella creazione aveva lavorato sei giorni e si era riposato il settimo, così doveva fare anche l’uomo.
Sant’Ambrogio osserverà che Dio si è riposato solo dopo aver creato l’uomo.
E perché? “Perché voleva riposare nel cuore dell’uomo”.
San Tommaso dirà che è di diritto naturale che l’uomo riservi una porzione del proprio tempo per saziare la propria anima di Dio.
Questo dunque il significato del sabato.

3. Proprio perché era un giorno consacrato a Dio si rendeva necessario il riposo dopo sei giorni lavorativi.
Questo carattere sacro mostrò ben presto il grande vantaggio sociale che portava con sé: anche gli schiavi, i servi, i lavoratoti dovevano cessare dal lavoro.
E pertanto potevano riposare, ricuperare le energie e guardare all’obiettivo per il quale erano stati creati.

4. Al tempo di Gesù una fitta casistica regolava fin nei minimi dettagli la celebrazione del sabato.
Era ad esempio proibito non solo trasportare qualcosa fuori della propria casa, ma anche curare i malati, aggiustare una gamba rotta.
Era ugualmente vietato scrivere o viaggiare.
Ma siccome non si poteva proibire di camminare, si limitò il numero dei passi autorizzati fuori della propria abitazione a duemila cubiti (un cubito è circa mezzo metro). Di qui il cosiddetto “cammino permesso in giorno di sabato” (At 1,12).
Di fronte a simile legalismo Gesù reagirà dicendo che “il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Mc 2,27).
Inoltre dicendo che il Padre suo opera sempre (Gv 5,17), e pertanto anche di sabato, si mostra uguale a Dio e “signore del sabato” (Mt 12,8).

5. Nell’applicazione delle regole del sabato alcuni rabbini avevano compreso che non si poteva esigere un rigore assoluto e che bisognava prevedere delle eccezioni. Per cui in caso d’incidente si poteva soccorrere una persona che versava in pericolo di morte liberandola dalle macerie.
Così pure quando un animale cadeva in una fossa si poteva tirarlo fuori se rischiava di morirvi.
Ma se non c’era questo rischio, bisognava contentarsi di nutrirlo là dove si trovava.
Gesù si appellerà proprio a questo per giustificare la guarigione di quella donna quando disse: “E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott’anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” (Lc 13,16).

6. La Bibbia di Gerusalemme, commentando la difesa da parte di Gesù dei suoi discepoli che avevano raccolto spighe per sfamarsi, scrive: “In quest’occasione e al momento delle guarigioni che opera in giorno di sabato (Mt l2,9-l4;
Lc 13,10-17; 14,1-6; Gv 5,1-18 e 7,19-24; 9), Gesù afferma che neppure un’istituzione
divina come quella del riposo sabbatico ha un valore assoluto; che essa deve cedere davanti alla necessità o alla carità; che egli stesso ha il potere d’interpretare con autorità la legge
mosaica (cf. 5,17; l5,l-7; l9,1-9).
Egli ha simile autorità come «Figlio dell’uomo», come capo del regno messianico (Mt 8,20) e incaricato di stabilire fin da quaggiù (Mt 9,6) la nuova economia (Mt 9,17), superiore all’antica perché «qui c’è qualcosa più grande del tempio» (Mt 12,6).

7. Compiendo tante guarigioni proprio in giorno di sabato il Signore rivela profeticamente il grande significato liberatorio del suo giorno, quello della domenica, giorno memoriale della sua risurrezione.

8. Gesù dunque non va contro la legge, ma contro un’interpretazione legalistica e rigoristica della legge. Né porta confusione, ma chiarezza.
La Chiesa, memore del comportamento del Signore, dirà a proposito delle sue leggi che favorabilia sunt amplianda et odiosa sunt restringeda, e cioè che  l’interpretazione favorevole al soggetto è da ampliare, mentre quella a sfavore da restringere.
Il compito principale della legge infatti è quello di servire il bene dell’uomo, non già di coartarlo.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo