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Quesito
Caro Padre Angelo,
non sono riuscito a risolvere questo dubbio. Mi aiuti lei.
Nella Bibbia e precisamente in Genesi, si legge che il matrimonio è un progetto di Dio fin dalle origini dell’uomo. Gesù nel Vangelo (Mt 19,3-6) conferma e ribadisce la volontà originaria, chiarendo di nuovo l’indissolubilità del matrimonio. Ora in che senso si afferma che Gesù ha istituito il sacramento del matrimonio? Da cosa lo possiamo dedurre? Quale è la base teologica di tale affermazione ? Come ci può illuminare la parola di Dio in questo senso?
Grazie infinite per i chiarimenti che vorrà fornirmi.
Pace e ogni benedizione e buona quaresima.
Andrea
Risposta del sacerdote
Caro Andrea,
1. è necessario distinguere tra matrimonio inteso come istituzione naturale voluta da Dio fin dall’alba della creazione e il matrimonio sacramento.
In forza dell’istituzione fatta da Dio fin dall’inizio il matrimonio di persone che non sono battezzate è vero matrimonio, ma non è sacramento.
Gesù Cristo invece per i battezzati ha arricchito il matrimonio di un nuovo significato: l’ha reso un segno sacro dell’amore di Dio per l’uomo e del suo amore per la Chiesa.
2. Dove nei testi sacri si parla del matrimonio come sacramento?
In vari passi, ma esplicitamente in Ef 5,21-32: “Le mogli stiano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è il capo della moglie come anche Cristo è capo della Chiesa… E voi mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa… Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa”.
Questo mistero. Mistero significa realtà nascosta.
Allora il matrimonio che celebrano i cristiani nasconde una grande realtà, quella che i coniugi sono chiamati a contemplare e a riesprimere nella loro vita, nel loro comportamento.
3. Sono chiamati dunque anzitutto a imparare in che modo Cristo ha amato la Chiesa.
E nel medesimo modo in cui Cristo ha amato la Chiesa e ha dato la sua vita per lei anch’essi si assumono l’impegno di rendersi l’un altro secondo le fattezze che Cristo ha dato alla Chiesa: “per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef 5,26-27).
4. San Paolo dunque ne parla, ma il sacramento è stato istituito da Cristo.
Quando?
Alcuni dicono a Cana di Galilea, quando Gesù è Sposo tra gli sposi.
Non possiamo dimenticare che Gesù si è definito come sposo: come quando ha detto di Giovanni Battista che questi era l’amico dello Sposo (Gv 3,29). Lo Sposo è Gesù!
Ugualmente Gesù dice di se stesso: “Possono gli invitati a nozze digiunare finché lo Sposo è presente” (Lc 5,34)?
5. Quei due sposini a Cana non sapevano di essere l’uno per l’altro segno e richiamo di un altro Sposo.
Ma la Chiesa non tarderà a capirlo. La lettera di san Paolo agli Efesini ne è una chiara testimonianza.
6. Altri dicono che Gesù abbia istituito il sacramento del matrimonio quando lo riportò allo splendore della primitiva origine (Mt 19,8) perché Dio creando l’uomo aveva già in mente di rendere il matrimonio segno sacro del suo amore per l’uomo e dell’amore di Cristo per la Chiesa.
7. Alla luce di queste affermazioni si comprendono meglio alcune espressioni dell’Antico Testamento. Ad esempio in Osea 2,18 si legge: “E avverrà, in quel giorno – oracolo del Signore – mi chiamerai: «Marito mio»”.
E:“Ti farò mia sposa per sempre, mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore” (Os 2,21).
Anche Isaia riprende il tema della nuzialità: “Poiché tuo sposo è il tuo creatore” (Is 54,5); “Come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo creatore; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te” (Is 62,5).
Ugualmente in Geremia si legge l’esperienza di Israele nel deserto come il tempo del fidanzamento: “Mi ricordo di te, dell’affetto della tua giovinezza, dell’amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi seguivi nel deserto” (Ger 2,2).
8. Gesù, che è l’immagine del Dio invisibile, è Dio Sposo che chiama la sposa (ognuno di noi) a condividere la sua vita divina per tutta l’eternità.
Nell’Apocalisse il rapporto tra Gesù e la Chiesa e nello stesso tempo con ciascuno di noi viene presentato con il linguaggio nuziale: “Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ascolta, ripeta: «Vieni!»” (Ap 22,7).
E Lui risponde: “Sì, vengo presto!” (Ap 22,20).
9. Dopo tutte queste affermazioni si comprende meglio quanto in forma sintetica dice il Catechismo della Chiesa Cattolica:
“La Sacra Scrittura si apre con la creazione dell’uomo e della donna ad immagine e somiglianza di Dio e si chiude con la visione delle «nozze dell’Agnello» (Ap 19,7; Ap 19,9).
Da un capo all’altro la Scrittura parla del Matrimonio e del suo «mistero», della sua istituzione e del senso che Dio gli ha dato, della sua origine e del suo fine, delle sue diverse realizzazioni lungo tutta la storia della salvezza, delle sue difficoltà derivate dal peccato e del suo rinnovamento «nel Signore» (1 Cor 7,39), nella Nuova Alleanza di Cristo e della Chiesa” (CCC 1602).
10. E anche: “Alle soglie della sua vita pubblica, Gesù compie il suo primo segno – su richiesta di sua Madre – durante una festa nuziale. La Chiesa attribuisce una grande importanza alla presenza di Gesù alle nozze di Cana. Vi riconosce la conferma della bontà del matrimonio e l’annuncio che ormai esso sarà un segno efficace della presenza di Cristo” (CCC 1613).
E: “Nella sua predicazione Gesù ha insegnato senza equivoci il senso originale dell’unione dell’uomo e della donna, quale il Creatore l’ha voluta all’origine: il permesso, dato da Mosè, di ripudiare la propria moglie, era una concessione motivata dalla durezza del cuore; l’unione matrimoniale dell’uomo e della donna è indissolubile: Dio stesso l’ha conclusa. «Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi» (Mt 19,6)” (CCC 1614).
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo