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Quesito

Il ringraziamento dopo la Santa Messa può avvenire anche in macchina con la recita del rosario?
Quali sono i modi per fare un ringraziamento per bene? E se immediatamente dopo la messa gli impegni non lo permettono si può fare nell’arco della giornata anche a distanza di ore?
Andrea


Risposta del sacerdote

Caro Andrea,
1. l’altra domenica abbiamo sentito nel Vangelo che Gesù “al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava” (Mc 1,35).
Quante volte san Tommaso ha scritto che “ogni azione di Cristo è per noi un insegnamento”.
Ci ha insegnato anche attraverso il suo modo di fare.
Riteneva la preghiera un’azione così importante da assegnarle una porzione di tempo esclusiva.
Noi invece talvolta la combiniamo mentre facciamo altre azioni.

2. Certo può succedere che talvolta vi sia urgenza di correre via.
E allora si potrà fare il ringraziamento (cioè il prolungamento) della Comunione anche andando in macchina recitando il Rosario.
Ma sappiamo tutti come sono i Rosari mentre si guida.

3. Recitare il Rosario mentre si guida è sempre meglio di niente, per carità.
Ma non è la migliore delle disposizioni perché ci si espone ad ogni distrazione.
Per questo nell’Istruzione “Inestimabile donum” (3.4.1980) della Congregazione per il culto divino si legge: “Si raccomandi ai fedeli di non tralasciare, dopo la Comunione, un giusto e doveroso ringraziamento, sia nella celebrazione stessa, con un tempo di silenzio, con un inno o con un altro canto di lode, sia dopo la celebrazione, rimanendo possibilmente in orazione per un congruo spazio di tempo” (n. 17).

4. Ti consiglierei pertanto di stare ancora un momento in Chiesa per introdurti nella Comunione con il Signore.
Così puoi ripensare tranquillamente a quanto ti ha detto attraverso le letture.
Guardi quell’altare che il Signore ha trasformato in una mensa sulla quale ha imbandito ogni grazia e ogni dono del cielo.
Tutto questo lo puoi fare recitando alcune decine del Rosario, che è una preghiera molto larga e che mantiene il nostro sguardo sempre fisso su Gesù.
Preso così l’avvio, se hai fretta puoi uscire e correre in macchina continuando la tua comunione e la tua conservazione col Signore, soprattutto se la guida è tranquilla.

5. Mi domandi se puoi fare il ringraziamento anche a distanza, durante la giornata.
Senza dubbio, anche se nel frattempo si è consumata la presenza sacramentale di Gesù, che rimane in noi per circa dieci minuti.
Lo puoi fare rivivendo l’incontro della Comunione al pensiero che il Signore, prima di andarsene ha voluto lasciare in te come un’impronta o un sigillo della sua visita.
Questo era il convincimento molto bello di Santa Caterina da Siena che si sentì dire dal Signore: “Ricevendo questo sacramento essa (la persona che ha fatto la Comunione, n.d.r.) sta in me ed io in lei. Come il pesce sta nel mare e il mare nel pesce, così io sto nell’anima e l’anima in me, mare pacifico.
Nell’anima rimane la grazia, perché, avendo ricevuto in grazia questo pane di vita, rimane in lei la grazia dopo che sono state consumate le specie del pane.
Io lascio nell’anima l’impronta della mia grazia, come fa il sigillo che lascia la sua impronta sopra la cera calda anche dopo che è stato levato.
Così nell’anima rimane la virtù di questo sacramento: vi rimane cioè il caldo della mia divina carità, clemenza di Spirito Santo.
Vi rimane il lume della sapienza del mio unigenito Figlio che illumina l’occhio dell’intelletto a conoscere e vedere la dottrina della mia verità.
Rimane nell’anima la fortezza, partecipando essa la mia fortezza e potenza, rendendola io forte e potente contro la sua sensualità, contro i demoni e contro il mondo.
Sicché vedi che rimane in lei l’impronta, levato che sia il sigillo” (Dialogo, 112).

4. Mi chiedi quali siano i modi per fare bene questo ringraziamento.
Sempre recitando il Rosario e facendo memoria di quanto il Signore ti ha detto durante la Messa ti esorto durante il ringraziamento a bere avidamente al Sangue di Cristo.
Senti ancora che cosa dice Santa Caterina: “Questo sangue è un vino che inebria l’anima, tanto che più ne beve e più ne vorrebbe bere; e non se ne sazia mai, perché il sangue e la carne è unita con l’infinito Dio.
O figliuolo carissimo in Cristo Gesù, corriamo con sollecitudine a questa mensa.
E fate come colui che beve tanto da inebriarsi, e perde e non vede più sé medesimo.
E tanto si diletta nel vino che ne beve sempre di più finché lo stomaco, riscaldato dal vino, non lo può più tenere, ma lo vomita fuori.
Veramente, figliuolo, su questa mensa noi troviamo questo vino, ossia nel costato aperto del Figlio di Dio.
È questo il sangue che riscalda e caccia via ogni freddezza, rischiara la voce di colui che ne beve e letifica l’anima e il cuore.
Questo sangue infatti è un sangue sparso col fuoco della divina carità; esso riscalda talmente l’uomo che lo fa uscire fuori di sé e lo fa giungere al punto da non vedere più sé per sé, ma sé per Dio, e Dio per Dio e il prossimo per Dio.
E quando ha bevuto con abbondanza di questo vino mescolato col fuoco, egli lo getta sopra il capo dei propri fratelli, imparando da colui che a tavola mesce continuamente il vino, non per propria utilità, ma per quella dei commensali.
Anche noi, mangiando alla mensa predetta e conformandoci col cibo che mangiamo, facciamo lo stesso, non per nostra utilità, ma per l’onore di Dio e per la salute del prossimo” (Lettera 208).
È molto bello quello che dice Santa Caterina.
Ma per far questo e tirare fuori grazia su grazia dal Cuore di Cristo e donarla a ciascuno del tuo prossimo in quel momento prezioso della Comunione è necessario essere raccolti, lontani da ogni distrazione.
Per questo la cosa migliore è sempre quella di riservare alla Comunione un tempo a sé, tralasciando in quel momento ogni altra azione.
Poi, quando vai in macchina continui per quanto puoi in questo esercizio che è il più alto e il più proficuo della tua giornata.

Ti auguro una fruttuosa quaresima, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo