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Quesito

Caro padre,
le scrivo per chiederle un aiuto, molto importante.
La mia vita è molto travagliata, mi dispiace crearle problemi con le mie lunghe domande
Davvero, mi dispiace ma ho bisogno di lei, perché in lei c’è lo spirito domenicano che affonda nella sapienza e nel buon consiglio e chi meglio di lei può aiutarmi.
Lei ha dedicato la sua vita nello studio per un fine molto nobile, quello di servire Dio e di portarlo agli altri come i ministri portano il suo corpo.
Più ragiono su questo più mi sento chiamato ad intraprendere tale cammino, tale occasione che Dio mi propone.
Venendo alle mie domande, ho bisogno di confidarmi con lei.
Le sto per scrivere la mia vita (…)
Commetto molti errori, troppi.
Quasi tutti i ragazzi della mia età sembrano addormentati anzi direi anestetizzati dalla realtà, immersi nel materialismo, atei e senza domande.
Padre, non sa quanto mi sento solo.
Sono solo io in famiglia ad essere cattolico.
Ero ateo più o meno, bestemmiavo ed ero immerso nel materialismo più mercenario.
Poi la conversione e subito dopo le sofferenze delle tentazioni la cui peggiore è quella della disperazione nel tempo di quaresima, che orrore, l’inferno in vita.
Ora sono qui, mi vedo, penso a quanto sono messo male e vedo che solo Gesù può fare qualcosa in un uomo come me, solo uno che ama alla pazzia può amare uno come me, e mi chiedo cosa vuole da uno così. Ho commesso tanti errori, tutti mi conoscono e tutti vogliono qualcosa da me,
Ma io voglio sparire dal mondo, voglio che non mi conosca nessuno se non Dio, voglio rinchiudermi e scappare da questo mondo, voglio non essere nessuno.
Padre come può uno come me sparire?
Mi dica padre come si fa ad essere dimenticato dagli uomini.
Non ce la faccio più a vivere in questo mondo padre, dove tutti vogliono che sia un peccatore, un mondano, un perverso. In casa mi prendono in giro e dicono che sono solo un pazzo.
Come faccio a portarli alla fede?
Ero un giovane ribelle.
Poi ho scoperto Dio
E ora sono nessuno ma dentro di me c’è Dio.
E sento che mi sta dicendo di lasciare tutto e di seguirlo, ma tutto inteso come famiglia e città, ambiente, amici e vita, di rinascere un’altra volta.
A stare con i ladri prima o poi si diventa ladri, a stare con gli impuri prima o poi diventi impuro, a star lontano da tutti e nel silenzio ascoltare Dio si ascolta la sua parola.
E ciò che farò sarà quella di andarmene via da questa Sodoma e Gomorra, il prima possibile.
La mia domanda ora è: ma dove devo andare?
Dove?


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. eccomi a te, come ti avevo promesso.
Comprendo la tua sofferenza e anche la tua solitudine dal momento che ti senti accerchiato da un mondo “infernale” che ti vuole suo.
Leggendo la sintesi della tua vita accompagnata da tante sofferenze e – come queste non bastassero – anche da tante persecuzioni mi è venuta in mente una vicenda analoga, quella di Santa Caterina da Siena.
È molto lontana nel tempo, ma sicuramente la sentirai tanto puntuale.

2. C’è stato un momento nella vita di Caterina che ha segnato la fine della sua adolescenza nel quale il Signore ha permesso che patisse le sofferenze dell’inferno.
I demoni si facevano vedere da lei in situazioni oscene e proferivano parole volgarissime.
Forse è qualcosa di analogo a quanto stai sperimentando in mezzo ai tuoi compagni (e non solo).
I demoni “arrivavano a branchi, e tentavano di circondarla da tutte le parti, perchè non soccorsa da alcuno, potessero rovesciarla dai fondamenti”.
Anche tu ti senti solo in mezzi a tanti combattimenti ostili.

3. Cominciarono “prima di tutto con le tentazioni carnali.
E non solo interiormente con i pensieri, con le illusioni, con i fantasmi dei sogni, ma anche con nette visioni che le mettevano sotto gli occhi e dentro gli orecchi nei più svariati modi, prendendo forme aeree.
Poi le piantavano davanti agli occhi turpi figure e dentro gli orecchi parole oscene: una ciurma obbrobriosa le danzava intorno e sghignazzando e urlando la invitava a fare altrettanto”.
Anche tu non solo sei tentato, ma ossessionato, vessato in continuazione per quello che ti tocca sentire, vedere, essere suggestionato …
Si direbbe che tutti, come quei demoni, cercano la tua caduta.

4. Caterina che cosa ha fatto, come ha reagito?
“Insorse gagliardamente Caterina contro se stessa, contro la sua carne e contro il suo sangue” non concedendosi nulla.
La prima fortezza l’ha manifestata qui: non concedendosi nulla.
Non si può combattere concedendosi ai vizi e alle mollezze.

5. Poi “come una donna onesta non deve rivolger parola a un uomo dissoluto, e, per quanto può, deve fuggirlo, così fece anche lei…..
Non volle intavolare discorsi col nemico che la tentava, ma ricorreva con la preghiera al suo Sposo…
In tal modo questa sposa del Signore combatteva giudiziosamente contro Sìsara, ficcando, cioè, nelle tempie del nemico, il chiodo d’una fedele orazione”.
Sìsara fu capitano di un re cananeo che fece guerra a Israele. Sconfitto e in fuga, chiese rifugio a una donna, Giaele, la quale lo ospitò nella sua tenda. Ma mentre dormiva Giaele conficcò un piolo della tenda nella tempia di Sìsara e lo inchiodò a terra.
Caterina dunque non volle ascoltare le tentazioni in nessun modo.
Non concesse loro alcuno spazio e reagiva energicamente ficcando nelle tempie del nemico il chiodo d’una fedele orazione.
Col “chiodo d’una fedele orazione” si fissò in Dio e nelle varie tentazioni cominciò a riportare una vittoria dietro l’altra.

6. Tu preghi già.
Ma poiché la lotta infierisce, anche la tua battaglia deve diventare più incalzante.
Come si legge di Gesù che “entrato nella lotta, pregava ancor più intensamente” (Lc 22,44) anche tu in questa tempesta devi pregare ancor più intensamente.

7. Caterina avrebbe desiderato imitare San Girolamo e correre per le valli fuggendo dai demoni.
Ma non poteva.
Doveva rimanere a casa sua.
Per lei entrare nella sua cameretta e sapere che lì cominciava subito l’aspro combattimento era la stessa cosa.

8. Ad un certo punto si domandò come mai si fosse scatenata tutta questa guerra contro di lei e si ricordò che qualche tempo prima aveva chiesto al Signore il dono della fortezza.
E capì subito che quelle tentazioni il Signore le permetteva perché lei acquisisse la fortezza.
Capì che la fortezza non la si acquisisce con i sospiri, ma nella lotta.
Sicché rientrando nella sua cameretta non vi entrava più col timore di un nuovo combattimento, ma – ormai piena di fiducia – era desiderosa di un nuovo combattimento per fissare il chiodo di una fedele orazione nelle tempia di Sìsara.

9. Quando il demonio la vide coraggiosa e sempre contenta di combattere e di fissare nelle sue tempia il chiodo di una fedele orazione se ne andò e la lasciò vittoriosa.

10. Le comparve allora il Signore compiacendosi per quanto aveva fatto.
Lei umilmente gli chiese come mai l’avesse lasciata sola a combattere.
Il Signore le disse che non l’aveva mai abbandonata, ma che era sempre stato dentro di lei per darle forza nel non ascoltare le tentazioni, anzi per disprezzarle.
Era Lui che la fissava in una continua orazione.
Anche tu lasciati fissare da Cristo in una preghiera ancora più intensa.

11. Credo che il Signore stia facendo con te qualcosa di simile a quello che ha fatto con Santa Caterina.
I tuoi avversari (perché i demoni che ti combattono sono tanti) hanno intuito che per quello che un giorno farai il loro regno sarà annientato in tanti cuori per farvi entrare al loro posto il Regno di Dio.
Per questo si accaniscono e cercano di distruggerti.
Ma il Signore permette nella tua vita questo duro combattimento per darti forza, per allenarti alle tante vittorie che dovrai riportare contro questi nemici del genere umano.
Stai dunque sempre unito a Lui.
Nelle varie tentazioni dì a Cristo quello che gli diceva Santa Caterina: “O Dio vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto” (Deus in adiutorium meum intende. Domine, ad adiuvandum me festina).
I sacramenti siano il tuo pane quotidiano, sopratutto l’Eucaristia.

12. Mi chiedi dove andare: per ora impara a stabilire la tua dimora nel cuore di Cristo.
Fissando il chiodo di una fedele orazione tu ti stabilisci in Cristo.
Soprattutto con la fedele e segreta orazione del Rosario in modo che per te diventi quasi interminabile.

13. Fuggendo dal mondo tu avresti solo l’illusione di possedere le virtù, la forza.
Mentre è combattendo, stando dentro il cuore di Cristo e non degnando neanche di uno sguardo le varie tentazioni, che formi le vere virtù e acquisisci la forza.
Coraggio dunque. Tieni lo sguardo fisso su Cristo che ti sorride e ti dà forza.
La vittoria è e deve essere solo la tua.
I tuoi avversari (i demoni, perché di questo ultimamente si tratta) devono accorgersi che da te possono attendersi solo un cappotto dietro l’altro.

Ti sono vicino con la mia preghiera, soprattutto nella celebrazione della santa Messa e nel Rosario.
Ti benedico.
Padre Angelo