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Quesito

Caro Padre Angelo,
avrei una domanda sul Magistero della Chiesa, in particolare ho letto che tutte le espressioni della Chiesa su contraccezione, rapporti prematrimoniali, etc hanno carattere definitivo e non definitorio (quindi non di dogma, come la Humanae Vitae), quindi sono vere e sicure però non si esclude che possano essere “modificate”.
Ora, considerando che, benché non condivida le ragioni sottostanti al fatto che certi atteggiamenti sian peccato, ma tuttavia non rifiuto la posizione della Chiesa sul fatto che queste sian peccato (ovvero in pratica benché non condivida le ragioni per le quali tali atteggiamenti sian peccato grave, io li considero comunque peccato), è lecito auspicare che la Chiesa cambi la sua posizione su alcune tematiche?
Grazie come sempre della disponibilità
Le assicuro una preghiera e la saluto


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. dobbiamo anzitutto chiarire a favore dei nostri visitatori la differenza che passa tra l’insegnamento definitivo della Chiesa e l’insegnamento definitorio.
È insegnamento definitorio quello che è proposto dal Papa come dogma di fede oppure è sancito da un concilio ecumenico (magistero straordinario).
Chi non lo accetta è ipso facto scomunicato e da se stesso si mette fuori dalla Comunione ecclesiale.
È insegnamento definitivo quello che non è proposto come dogma di fede, ma è ugualmente infallibile, come si deduce dal Concilio Vaticano II: ““Quantunque i singoli vescovi non godano della prerogativa dell’infallibilità, quanto tuttavia, anche dispersi per il mondo, ma conservanti il vincolo della comunione tra loro e con il Successore di Pietro, nel loro insegnamento autentico circa materie di fede e di morale convengono su una sentenza da ritenersi come definitiva enunciano infallibilmente la dottrina di Cristo” (Lumen Gentium 25).

2. Pertanto non è vero quello che tu dici: essendo definitivo può essere riformabile.
No, l’insegnamento definitivo, essendo infallibile, non può essere riformato.

3. Qual è allora la differenza se sono ambedue infallibili e irreformabili?
In una “Nota dottrinale” della Congregazione per la dottrina della fede (18.5.1998) si legge: “Per quanto riguarda la natura dell’assenso dovuto alle verità proposte dalla chiesa come divinamente rivelate (insegnamento definitorio) o da ritenersi in modo definitivo è importante sottolineare che non vi è differenza circa il carattere pieno e irrevocabile dell’assenso, dovuto ai rispettivi insegnamenti.
La differenza si riferisce alla virtù soprannaturale della fede:
– nel caso delle verità definitorie l’assenso è fondato direttamente sulla fede nell’autorità della parola di Dio (dottrine de fide credenda);
– nel caso delle verità definitive, esso è fondato sulla fede nell’assistenza dello Spirito Santo al magistero e sulla dottrina cattolica dell’infallibilità del magistero (dottrine de fide tenenda)” (n.8).

4. A questa differenza se ne può aggiungere un’altra: chi non accetta un insegnamento definitorio è ipso facto scomunicato.
Invece chi non accetta un insegnamento definitivo, per quanto sia nell’errore, non è scomunicato.
Ebbene: tanti insegnamenti la Chiesa li tiene come definitivi e non li pronuncia come definitori (sebbene potrebbe farlo benissimo) per un motivo prudenziale e pastorale: di fronte al pronunciamento definitorio porrebbe di fronte all’aut aut. E molti si troverebbe subito fuori della Chiesa e con questo maggiormente esposti a non salvarsi.
Nell’insegnamento definitivo la Chiesa, mentre è consapevole di pronunciare un magistero infallibile, pazienta con quei suoi figli che non riescono ad accettarlo, nella speranza che un giorno possano comprenderlo.

5. Ti concedo questo in quello che hai scritto: i pronunciamenti del magistero ecclesiastico valgono per le loro conclusioni, indipendentemente dalle motivazioni addotte.
Tu dici che accetti le conclusioni. Affermi dunque che certe azioni condannate dal magistero sono peccato.
Ma non ne condividi le motivazioni. Puoi farlo.
Mi auguro che ne abbia delle migliori.

6. Il Vademecum per i confessori del Pontificio Consiglio per la famiglia (12.2.1997) scrive: “La Chiesa ha sempre insegnato l’intrinseca malizia della contraccezione, cioè di ogni atto coniugale intenzionalmente infecondo. Questo insegnamento è da ritenere come dottrina definitiva ed irreformabile”.

Fatta questa chiarezza, ti porgo mi più cordiali saluti, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo