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Quesito
Buongiorno Padre Angelo
Mi sono imbattuto nel vs. sito e leggendo tra i molti quesiti che le sono stati sottoposti e molte delle risposte che Lei ha dato, ho avuto delle risposte che necessitavano anche a me.
Le sottopongo perciò una domanda che vorrei avesse una risposta il più semplice possibile.
Sin da piccolo l’Essere supremo "DIO" mi ha in molti modi accompagnato tra quesiti, domande, pensieri, congetture. Vorrei sapere perché è così costante la sete di sapere di Dio che alcune volte sbocca nel nulla con evidente mia sofferenza.
Sto leggendo l’ultimo libro del ns. Santo Padre " Gesù di Nazaret", mi ha dato delle bellissime risposte ma mi manca sempre qualcosa, più leggo mi si affacciano altre domande, nulla è mai perfettamente chiaro e definitivo……. Posso leggere, pregare, pensare, dire, fare……..ma manca sempre qualcosa e l’insoddisfazione alcune volte mi è particolarmente pesante.
Ho 54 anni e non credo di essere speciale e nemmeno infantile o immaturo, sono sposato e ho 2 figli …………….ma questa cosa non mi lascia mai………. è sempre presente.
Non so se sia possibile darmi una risposta ma sarebbe gradito anche un suo consiglio.
Grazie Padre Angelo, la ricorderò nei miei rosari.
Saluti Sergio
Risposta del sacerdote
Caro Sergio,
1. Dio affascina e di Lui sappiamo sempre poco perché è al di sopra di noi.
È nell’ordine soprannaturale.
San Paolo dice che Dio abita in una luce inaccessibile (1 Tm 6,16).
Se è “inaccessibile” come si potrà giungere a Lui?
Sarà possibile solo nella misura in cui Dio stesso ci prende per mano, ci conduce a Sé e dilata la nostra capacità di comprendere attraverso la luce della fede.
Sì, la fede è una dilatazione della nostra capacità di conoscere Dio.
Santa Caterina da Siena la definisce come una pupilla nuova, santissima, che Dio incastona nell’occhio della nostra intelligenza e ci permette di conoscere Lui così come è nella sua natura soprannaturale e divina.
2. Ma poiché Dio è infinito nella sua stessa essenza, noi non finiamo mai di conoscerlo né mai riusciremo a comprenderlo in pienezza.
E questo neanche in paradiso.
Dovremmo avere la sua stessa capacità divina di conoscere per conoscerlo adeguatamente.
La fede, per quanto soprannaturale, è sempre un bene creato da Dio e pertanto non è infinito.
Di là, in paradiso, il lume della fede sarà sostituito dal lume della gloria. Ma anche questo lume, per quanto superiore a quello della fede perché non lascia ombre, sarà inadeguato a comprendere in tutta la sua essenza il mistero di Dio.
Proprio questo costituirà, secondo S. Agostino, il motivo del nostro eterno stupore e del nostro perenne incanto. Perché una volta conosciuto Dio, vedremo che Dio è in qualche modo ancora tutto da conoscere.
E così per tutta l’eternità.
Certo, il modo con cui mi esprimo è molto umano, ma penso che riesca a far capire l’idea e anche a far capire come mai Dio è sempre un mistero.
3. La stessa cosa va detta di Gesù, che è Dio fatto carne.
Pertanto più Lo conosciamo, più desideriamo conoscerlo.
Il mistero è proprio questo: il mai totalmente compreso.
4. Ma la conoscenza di Dio, anche nella vita presenta, non basta per saziare la nostra mente.
C’è bisogno di un’altra cosa, ed è l’esperienza di Dio, la comunione di vita con Lui nella grazia santificante.
5. Per andare avanti nella mia spiegazione prendo lo spunto da quello che scrivi nella fine della tua mail quando mi assicuri di tenermi presente nei tuoi rosari.
Ebbene, proprio la preghiera del Rosario ci permette di vivere l’esperienza della comunione di vita con i vari eventi della vita di Gesù,
Nella preghiera del Rosario il nostro cuore viene occupato dalla presenza del Signore.
Quando diciamo il Rosario il Signore viene a compiere e a riattualizzare nella nostra vita gli eventi che menzioniamo all’inizio della decina.
6. In questo modo il nostro animo viene saziato.
La sete dell’intelligenza viene placata e in qualche modo deliziata da questa presenza di Cristo salvatore.
Ed è la realtà più bella che possiamo vivere quaggiù.
S. Tommaso commentando il versetto “li disseti al torrente delle tue delizie” (Sal 36,9) scrive: “È l’amore dello Spirito Santo che fa irruzione nell’anima come un torrente impetuoso, perché la sua volontà è così efficace che nessuno può resistergli; non si trattiene un torrente. Gli uomini spirituali sono inebriati di delizie perché tengono la loro bocca aderente alla sorgente della vita” (s. tommaso, In Ps. 35,9 volgata).
Non è questa la realtà che anche tu per grazia di Dio sperimenti nella preghiera del Rosario?
Continua a ricordarti molto di me nei tuoi Rosari.
Ci tengo molto.
Da parte mia ti assicuro analogo pensiero.
Intanto ti saluto e ti benedico.
Padre Angelo