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Carissimo padre Angelo,
torno a scriverle ringraziandola del servizio che quotidianamente offre donando lume a quanti ricercano la Verità di Cristo nella fede della Chiesa.
Già in passato le avevo scritto chiedendole di accordarmi l’iscrizione alla Milizia Angelica. Sono contento di comunicarle che questa mi ha portato notevoli benefici, facendomi crescere nella castità e allo stesso tempo donandomi occhi nuovi per vedere la realtà alla luce di Dio.
Inoltre, essa ha accresciuto in me notevolmente la devozione grata al Dottore Angelico, San Tommaso d’Aquino: lo considero mio protettore personale ed in ogni circostanza invoco lui quale maestro e testimone di Verità.
Grazie a lui, inoltre, ho sperimentato la bellezza e la gioia di far parte della famiglia domenicana e di approfondire la spiritualità così bella e attuale di questo Ordine religioso che rappresenta per la Chiesa e la società una luce sicura nelle tenebre del relativismo religioso e morale.
Le chiedo ora, se è possibile, di iscrivermi alla Confraternita del Santissimo Rosario, per crescere nella devozione a Maria e con lei contemplare i misteri della vita di Gesù, pregando affinché la fede raggiunga ogni uomo e lo sostenga nel cammino della vita.
Già da ora assicuro la mia preghiera grata e riconoscente a lei e agli altri membri del suo Ordine, perchè possiate continuare ad essere testimoni della luce di Cristo nel mondo di oggi, annunciando la Verità che ci salva.
La saluto con affetto e le auguro ogni bene!
Francesco


Caro Francesco,
1. ti ringrazio per i sentimenti che hai espresso nei confronti del nostro Ordine.
La tua mail è stata la molla che mi ha spinto a riprendere due lettere che il papa Benedetto XV proprio 100 anni fa, e precisamente il 4 agosto 1919, inviava alla Chiesa in vista del settimo centenario della morte di San Domenico (6 agosto 1221).
La prima porta questo titolo: “esortazione di Sua Santità Papa Benedetto XV per la diffusione del Primo e Secondo Ordine Domenicano”.
La seconda: “esortazione di Sua Santità Papa Benedetto XV per la diffusione del Terz’Ordine Domenicano”.
Mi piace ricordare che fu proprio la seconda esortazione a spingere Pier Giorgio Frassati ad entrare nel Terz’Ordine domenicano.
La tua mail mi ha spinto anche a presentare ai nostri visitatori l’enciclica “Augustissimae Virginis” che il Papa Leone XIII scrisse sulla Confraternita del SS. Rosario il 12 settembre 1897.

2. Le prime due esortazioni di Papa Benedetto XV sono brevi ma sufficienti per far comprendere il carisma e la perenne attualità dell’Ordine domenicano.
Nella prima il Papa ricorda che “Dio suscitò nel secolo decimo secondo quel miracolo di zelo e di virtù che fu Domenico di Guzman e per suo mezzo istituì una gloriosa falange di apostoli che attraverso i secoli a guisa di un albero rigoglioso piantato nel paradiso della Chiesa andò moltiplicando i suoi rami e portando per ogni dove ubertosi frutti di vita eterna”.
Dice che San Domenico lo suscitò “per salvare i fedeli dalla pestilenza delle eresie che ne facevano  o miseranda strage”.
Osservando che “non meno che ai tempi di questo valoroso campione della fede serpeggia oggi in mezzo al popolo cristiano l’alito pestifero di ogni sorta di pregiudizi e di errori, che pervade le anime e le trae miseramente a rovina” esorta “quanti amano la santificazione propria e quella del prossimo a raccogliersi sotto le candide bandiere di questo inclito Ordine, che con una particolare protezione della Beata Vergine Maria esercitò in ogni secolo e più eserciterà, tra i bisogni dell’età nostra, una provvidenziale missione di verità, di carità e di pace”.

3. In una parola: ha esortato a farsi domenicani.
Forse non c’è mai stato un Papa che nella storia esortasse in maniera così precisa ad entrare in un particolare Ordine religioso.
Benedetto XV l’ha fatto.
E non ha temuto di farlo perché il bene principale che un Papa deve custodire è quello della fede, anzi, della purezza della fede.
Per parte sua, quand’era ancora giovane seminarista appartenente alla diocesi di Genova, era stato accolto nel Terz’Ordine domenicano dal beato Giacinto Cormier, che in seguito divenne Maestro generale dell’Ordine.

4. Entrando a far parte della Milizia Angelica, sotto il patrocinio di san Tommaso hai ricevuto la grazia di diventare membro della famiglia domenicana e di godere in vita e in morte dei meriti, delle preghiere e delle fatiche apostoliche di tutti i domenicani, in particolare di quelli che sono in Cielo.
Hai pertanto un grande motivo per essere affezionato e devoto.
Mi piace ricordare alcune cose che Paolo VI scrisse nella lettera Lumen Ecclesiae pubblicata per il settimo centenario della morte di San Tommaso avvenuta il 7 marzo 1274.
Anzitutto volle sottolineare che “il Concilio Vaticano II due volte ha raccomandato San Tommaso alle scuole cattoliche” nel decreto per i Seminari e in  quelle per le scuole cattoliche.
Disse anche che si è trattato di un fatto eccezionale perché per “la prima volta” un Concilio Ecumenico raccomandava un teologo come Maestro di teologia (LE 24).
Gli è piaciuto anche riportare quanto la Liturgia domenicana dice dello stile e del pensiero di San Tommaso: “Uno stile conciso, un’esposizione piacevole, un pensiero profondo, limpido, robusto” (Stilus brevis, grata facundia: celsa, firma, clara sententia; LE 20).

5. Nella seconda esortazione Papa Benedetto XV scrive: “In mezzo ai gravi pericoli che da ogni parte insidiano la fede e la morale del popolo cristiano, è dovere del Papa di salvaguardare i fedeli additando ad essi quei mezzi di santità che Ci appariscono come i più utili ed opportuni, per la loro difesa e per il loro
progresso”.
Ebbene “tra questi mezzi ravvisiamo essere uno dei più cospicui, più agevoli e più sicuri il Terz’Ordine Domenicano che il glorioso Patriarca di Guzman … ebbe l’ispirazione di istituire”.
Per questo il Papa “invita i fedeli di tutto il mondo a raccogliersi sotto il sacro vessillo del Terz’Ordine di San Domenico, adorno di tanti fiori di virtù, ma illustrato in particolar maniera dalle due preziose gemme di santità, Caterina da Siena e Rosa da Lima”.

6. Desidero dire una parola anche sull’enciclica di Leone XIII sulla Confraternita del SS. Rosario.
Essa ha per titolo: “Augustissimae Virginis” ed è stata firmata il 12 settembre 1897.
Una prima peculiarità della Confraternita consiste nell’unire la preghiera degli associati pur sparsi da tutte le parti e di renderla particolarmente efficace perché “coloro che pregano in questo modo, certissimamente otterranno sempre il frutto della loro preghiera”.
E dice che “la storia della chiesa attesta la forza e l’efficacia di queste preghiere, ricordandoci la sconfitta delle armate turche nella battaglia navale di Lepanto e le splendide vittorie riportate nel secolo scorso sopra i medesimi turchi a Temeswar in Pannonia [Ungheria] e presso l’isola di Corfù”.

7. Una seconda peculiarità della Confraternita del SS. Rosario sta nella straordinaria efficacia della preghiera rivolta a Maria.
Papa Leone XIII dopo aver sottolineato la chiara differenza tra la preghiera rivolta a Dio che è l’unica fonte della grazia e della gloria e la preghiera dei Santi che è nella linea dell’intercessione afferma che “la preghiera che si rivolge a Maria ha qualche cosa di comune col culto che si rende a Dio; tanto che la chiesa la invoca con questa espressione, che si suole indirizzare a Dio: «Peccatorum miserere (abbi pietà dei
peccatori)».
E conclude: “Pertanto i confratelli del santo Rosario fanno molto bene a intrecciare tanti saluti e tante preghiere a Maria, come altrettante corone di
rose.
Infatti davanti a Dio Maria è tanto grande e tanto vale che chi vuol grazie e a lei non ricorre, sua desianza vuoi volar senz’ale(Dante).

8. Una terza peculiarità della preghiere dei membri della Confraternita sta in questo: “ogni volta che nella recita del
Rosario Mariano consideriamo i misteri della nostra salvezza, noi in certo qual modo imitiamo ed emuliamo gli uffici una volta affidati alla milizia angelica. (…).
Perciò in modo speciale agli associati che praticano la devozione del Rosario si adattano le parole che san Paolo rivolgeva ai nuovi discepoli di Cristo: «Vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e alle miriadi di angeli» (Eb 12,22).
Che cosa vi può essere di più eccellente e di più soave che contemplare Dio e pregarlo insieme con gli angeli?
Come devono nutrire una grande speranza e fiducia di godere un giorno nel cielo la beatissima compagnia degli angeli coloro che sulla terra, in certo qual modo, condivisero il loro ministero!”.

9. Tale è l’efficacia della preghiera di questi confratelli che a Papa Leone piace ricordare la bella affermazione del Papa San Pio V a proposito di coloro che recitano il Rosario: “I fedeli si trasformano rapidamente in altri uomini; le tenebre dell’eresia si dissipano e la luce della fede cattolica si manifesta”.
Conclude esortando i vescovi di tutto il mondo “a voler dedicare una cura particolare a questa sacra milizia in modo che grazie al vostro zelo ogni giorno si arruolino dappertutto nuove schiere”.
E per la dedizione dei pastori si augura che “venga il resto del popolo a conoscere e a valutare nella giusta misura la grande efficacia di questa confraternita e il suo vantaggio in ordine all’eterna salvezza degli uomini”.

10. Voglio concludere questa mail compiacendomi ancora una volta per quanto hai scritto: “Grazie a lui (San Tommaso), inoltre, ho sperimentato la bellezza e la gioia di far parte della famiglia domenicana e di approfondire la spiritualità così bella e attuale di questo Ordine religioso che rappresenta per la Chiesa e la società una luce sicura nelle tenebre del relativismo religioso e morale”.
Mi auguro che molti altri seguano il tuo esempio e considerino un grande tesoro per la loro vita spirituale far parte della famiglia domenicana.
Ti ringrazio per la preghiera che assicuri per me e per tutti i domenicani perché possiamo “continuare ad essere testimoni della luce di Cristo nel mondo di oggi, annunciando la Verità che ci salva”.

In una mail a parte ti do conferma dell’iscrizione alla Confraternita del SS. Rosario.
Contraccambio volentieri le preghiere per te, ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo