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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
Buongiorno
Seguo e apprezzo molto il servizio che Lei rende. Spero che la Chiesa e gli Ordini Religiosi seguano il Suo esempio e creino più siti internet di questo tipo. Oggi molte persone ricevono buona parte delle loro informazione e istruzione sulla rete. Catechismo e predicazione dovrebbe adattarsi di conseguenza. Quindi, complimenti per l’ottima iniziativa.

Avrei due domande per Lei.
La prima riguarda l’Ascensione del Signore, di cui alcuni aspetti mi sfuggono. In che senso Cristo è salito al Cielo e siede alla destra del Padre? Se non sbaglio, Cristo in quanto Verbo di Dio non è mai “sceso” dal Cielo, incarnandosi non ha mai smesso di essere Dio in Cielo, ossia parte della Santissima Trinità. Se si intende che Cristo è ritornato in Cielo con la sua umanità, si corre il rischio di pensare che la Santissima Trinità fosse incompleta, che le mancasse la natura umana di Cristo. Il che non può essere perché Dio è perfetto e non può avere bisogno di completamento. Era forse un segno dato agli Apostoli che da quel momento in avanti Lui non sarebbe più stato “fisicamente” sulla terra con loro? Potrebbe chiarirmi questi dubbi?

La seconda riguarda il tema dolorosissimo dell’aborto. Trovo che spesso si faccia troppo pesare la responsabilità sulle madri, che certo sono le autrici materiali dell’aborto, ma che agiscono travolte dalla paura, acuita dalla solitudine e dalla disperazione, e non si dica mai molto riguardo ai padri, i quali, dopo quello che hanno fatto, magari scappano lasciando una donna sola o, col loro atteggiamento, negandole ogni conforto, di fatto la spingono ad abortire (se non spingerla a quello tout court). In moltissimi casi, i padri hanno grandi responsabilità senza prendersi alcuna colpa né subire alcun trauma, che colpisce inevitabilmente le donne. In molti casi, se i padri fossero stati presenti come era loro dovere, le donne non sarebbero state vinte dalla paura e dalla solitudine e non avrebbero fatto ricorso all’aborto. Non sto tentando di deresponsabilizzare nessuno, sto solo cercando di comprendere perché, a volte, ci si fermi agli stereotipi un po’ maschilisti (tipo la donna egoista che non vuole figli per essere libera e non avere ostacoli, ecc.), laddove la realtà è ben diversa. Un padre che si sottraesse alle sue responsabilità, e perciò contribuirebbe a spingere una donna all’aborto, sarebbe passibile di scomunica?

Pregherò per Lei e Le chiedo cortesemente di fare altrettanto. Pregare gli uni per gli altri è una cose delle più edificanti della nostra bella Religione.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. il primo quesito che mi poni non poteva essere sfuggito ai grandi teologi.
E San Tommaso in termini molto stringati ma precisi risponde così:  “Nulla può essere aggiunto alla persona divina,
Perciò S. Cirillo (Epist. 17) scrive: «Non intendiamo l’unione a modo di addizione». Come anche nell’unione dell’uomo con Dio mediante la grazia di adozione non si aggiunge qualcosa a Dio, bensì ciò che è divino viene elargito all’uomo.
Non è dunque Dio ma l’uomo che viene perfezionato” (Somma Teologica, III, 3, ad 1).

2. Così è avvenuto nell’incarnazione quando il Verbo unì a sé la natura umana.
E così avvenne nel giorno della sua gloriosa ascensione al cielo quando rese partecipe la natura umana della sua gloria divina.

3. Circa l’osservazione che fai a proposito dell’aborto non si può non essere pienamente consenzienti.
Certo è la donna che lo subisce nel suo corpo, ne è coinvolta biologicamente ed è la sua stessa persona che rimane ferita nel profondo del suo essere.
Ma sul profilo morale le responsabilità dei maschi non sono inferiori. Spesso lasciano la decisione alla donna, non la sostengono, non la incoraggiano a tenere il bambino.
E, se si è fuori del matrimonio, non di rado l’abbandonano e non si fanno più vedere.
A questo proposito è necessario ricordare che la scomunica per l’aborto non colpisce solo la madre, ma anche il padre, oltre che i medici, gli infermieri, i cooperatori, i consiglieri e i consenzienti.

4. Va osservato anche che spesso la legislazione, come quella italiana, assegna al maschio un ruolo non essenziale. La sua consultazione rimane subordinata al consenso della donna.
Anche questo favorisce un senso di minore responsabilità.
La legge 194, già iniqua di per se stessa perché non esiste alcun diritto ad uccidere un innocente, non tiene nella debita considerazione la volontà del padre che talvolta vuole tenere a tutti i costi il bambino. E ne ha il diritto.
La negazione di questo diritto è un sopruso, che si aggiunge al delitto dell’aborto.

5. Desidero però ricordare la generosità di alcune donne che, pur abbandonate dall’uomo da cui avevano ricevuto quella creatura e da lui consigliate insistentemente ad abortire, hanno tenuto il loro bambino.
Io ne conosco alcune e conosco anche alcune di queste creature, ormai diventate adulte, che fin dalla loro nascita hanno subito una sorte simile a quella di Gesù perseguitato a morte da Erode.
Credo che il Signore benedica largamente donne come queste, che somigliano molto alle levatrici egiziane che non vollero sopprimere i figli degli ebrei e che per questo furono molto benedette dal Signore.

Ti ringrazio per l’apprezzamento per la nostra opera e per l’incoraggiamento ad evangelizzare attraverso la rete. È un pulpito che raggiunge le persone più impensate e non di rado anche le più lontane dal Signore.
Ti ringrazio anche per la preghiera promessa che ricambio volentieri e ti benedico.
Padre Angelo