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Quesito

Caro Padre Angelo,
Le scrivo dopo giorni di tormento e disperazione. Sono ricorsa alla fecondazione eterologa pur sapendo che stavo offendendo Dio…mi sono pentita di questo gesto scellerato, ho chiesto perdono a Dio tramite il sacramento della confessione, so che La sua Misericordia mi perdonerà ma sono io che non mi perdono uno perché sono incinta e vedo questo bambino come il frutto di un peccato, e so che un giorno mi rinfaccerà per averlo messo al mondo ricorrendo ad una donazione di ovociti. Sono disperata. Mi aiuti a gestire nel modo più cristiano possibile quest’abominio. 
Un caro saluto


Risposta del sacerdote

Carissima,
solo oggi sono giunto alle mail del 9 settembre e ho trovato la tua.
Mi dispiace molto per il ritardo e te ne domando scusa.

1. Ma mi dispiace ancor più quanto hai fatto.
Tuttavia adesso devi guardare a tuo figlio, che probabilmente sarà già nato.
Dice il Concilio Vaticano II: “Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l’altissima missione di proteggere la vita: missione che deve essere adempiuta in modo umano.
Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura, e l’aborto come l’infanticidio sono abominevoli delitti” (Gaudium et spes, 51).

2. Sì, hai sbagliato ricorrendo all’eterologa e penso che te ne sarai confessata.
Ma adesso non devi guardare al passato e a come il bambino è stato concepito se non per prevenire i danni che il bambino potrebbe subire.

3. Mi auguro che sotto il profilo fisico sia andato tutto bene e che vada tutto bene.
Ma per il futuro sorgeranno inevitabilmente dei problemi di ordine psicologico e antropologico.
Tuo figlio giustamente vorrà conoscere chi sia stata la madre biologica che ha donato l’ovulo, chi siano stati i genitori, i fratelli o le sorelle di lei (i nonni e gli zii), i suoi eventuali fratelli e sorelle, i cugini, la sua nazionalità, la sua religione, ecc…
Purtroppo a questo bambino saranno negati questi beni.
Questa negazione può avere una sua incidenza psicologica, che deve essere tenuta nel debito conto per poter almeno attutire la sua sofferenza.

4. Con il Battesimo che riceverà il tuo bambino diventerà figlio di Dio e porterà dentro di sé un germe di vita santa e divina.
La comunione di vita con Dio mette dentro la vita di ogni uomo qualcosa che è superiore ad ogni difetto, ad ogni colpa.
Gli farai scoprire allora un’altra paternità, un’altra maternità, un’altra parentela, quella vera, quella dalla quale deriva e alla quale richiama ogni altra paternità o maternità o parentela, come dice la Sacra Scrittura.

5. Gli farai conoscere la paternità divina che ci assiste e ci soccorre sempre e in ogni momento.

6. Gli farai sperimentare la maternità della Chiesa che nutre e mantiene i suoi figli con i beni preziosissimi della grazia santificante che rende familiari di Dio e concittadini dei Santi.
La maternità di quella Chiesa che attraverso il Battesimo ci rende proprietari di tutti i beni del Paradiso e dei tesori della redenzione, che ci purifica attraverso il lavacro della Confessione e ci nutre con l’Eucaristia.
Gli farai conoscere la Comunione dei Santi, che è molto più vincolante della comunione di sangue. Questi sono Fratelli e Sorelle che meritano di essere conosciuti e amati. Ci sono sempre vicino, ci amano col cuore di Dio, ci ottengono tutto quanto possiamo desiderare dal Cielo e fanno di tutto perché possiamo godere della loro compagnia di qua e soprattutto di là.

7. Lo introdurrai progressivamente non solo nella città terrena ma soprattutto in quella celeste, nella cui anagrafe è stato iscritto al momento del Battesimo.
Se avvertirà qualche dispiacere o handicap a motivo delle sue origini gli dirai che il male non va mai fatto perché offende il Signore e degrada chi lo compie. E che tuttavia Dio lo permette sempre e solo con l’obiettivo di condannarlo a servire un bene più grande.
Gli dirai che Dio ha detto per mezzo di San Paolo che “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno” (Rm 8,28).
E con Sant’Agostino che “Dio, essendo sommamente buono, non permetterebbe in nessun modo che nelle sue opere ci fosse del male, se non fosse tanto potente e tanto buono, da saper trarre il bene anche dal male" (Enchiridion).
E che in ogni afflizione tutti siamo chiamati a cercare il bene più grande che Dio ci vuole comunicare.

8. Ecco, questo è solo la pista nella quale ti devi immettere.
Lo Spirito Santo, attraverso l’intercessione di Maria che invocherai con il Santo Rosario quotidiano, ti darà tutti i lumi per aiutare tuo  figlio perché cresca nel migliore dei modi e a diventare santo.

Ti assicuro la mia preghiera per te e per lui e ambedue vi benedico.
Padre Angelo