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Quesito
Pace e bene,
cosa si intende per "mistero della fede" dopo la consacrazione del pane e del vino? Perché proprio in quel momento della celebrazione?
Grazie per il tempo che vorrà dedicarmi, spero che si ricordi me durante le sue sante preghiere con affetto Davide.
Risposta del sacerdote
Caro Davide,
1. la parola mistero significa “realtà nascosta”.
Ora la presenza di Gesù sotto le apparenze del pane e del vino è una realtà nascosta.
2. Per questo siamo invitati dalla Chiesa ad esprimere in quel momento la nostra fede dicendo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione nell’attesa della tua venuta”.
Vale a dire: è stata resa presente a noi la tua passione e morte, così come intende San Paolo quando dice: “Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga” (1 Cor 11,26).
Proclamiamo la tua risurrezione perché è in virtù della tua risurrezione che sei presente in mezzo a noi e ci dai la possibilità di vivere da protagonisti e da contemporanei all’evento della tua passione e della tua morte.
“Finché egli venga” e cioè celebriamo questo sacrificio fino alla tua ultima venuta. Commenta San Tommaso: “E con questo viene dato da capire che questo rito della Chiesa non cesserà fino alla fine del mondo, secondo quanto si legge in Matteo: “Ecco io sono con voi fino alla fine del mondo” (Mt 28,20)” (Commento in 1 Cor 11,26).
3. Paolo VI nell’enciclica Mysterium fidei scrive: “L’Eucaristia è un altissimo mistero, anzi propriamente, come dice la Sacra Liturgia, il mistero di fede: «In esso solo infatti, come molto saggiamente dice il Nostro Predecessore Leone XIII di f. m., sono contenute con singolare ricchezza e varietà di miracoli, tutte le realtà soprannaturali»” (MF 15).
E prosegue: “È dunque necessario che specialmente a questo mistero ci accostiamo con umile ossequio non seguendo umani argomenti, che devono tacere, ma aderendo fermamente alla divina Rivelazione” (MF 16).
4. Citando San Tommaso Paolo VI ricorda che noi crediamo alla presenza di Gesù nell’Eucaristia solo perché Lui l’ha detto: “Che in questo Sacramento sia presente il vero corpo e il vero sangue di Cristo, «non si può apprendere coi sensi, dice san Tommaso, ma con la sola fede, la quale si appoggia alla autorità di Dio. Per questo, commentando il passo di san Luca 22,19: Questo è il mio corpo che viene dato per voi, Cirillo dice: Non mettere in dubbio se questo sia vero, ma piuttosto accetta con fede le parole del Salvatore: perché essendo egli la verità, non mentisce»” (MF 18).
Ecco dunque il motivo per cui proprio dopo la consacrazione, dinnanzi al mistero per eccellenza, ci viene chiesto di aderire a Cristo.
5. Mi piace anche riportare un passo di una lettera di Blaise Pascal, scritta nel 1656, sulla presenza nascosta di Gesù:
“Dio è rimasto nascosto sotto il velo della natura che ce lo copre, fino all’incarnazione, e quando è stata necessaria la sua apparizione, si è nascosto ancor più, coprendosi della umanità. Era molto più riconoscibile quando era invisibile che quando si è reso visibile.
E infine, quando ha voluto adempiere la promessa che aveva fatto ai suoi apostoli di restar con gli uomini fino al suo ultimo avvento, ha scelto di restarvi nel segreto fra tutti il più singolare e il più oscuro, quale sono le specie eucaristiche.
Il velo della natura che copre Dio è stato penetrato da parecchi infedeli.
I cristiani eretici hanno conosciuto Dio attraverso la sua umanità.
Ma di riconoscerlo sotto le specie del pane, è proprio dei soli cattolici; solo noi Dio illumina fino a questo punto” (B. PASCAL, Les Lettres, Paris 1922, pp. 240-241).
In questi cattolici, evidentemente, sono compresi anche gli ortodossi.
Ti saluto, ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo