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Caro Padre Angelo,
vorrei chiederle come agire nei confronti di mia madre. Essa è una persona frivola, dedita a chiacchiere sciocche, pettegolezzi e maldicenze sul prossimo, usa un linguaggio offensivo con grande facilità per non discutere con gli altri e affermare la sua opinione, non ha interessi politici e religiosi perché vive in modo superficiale e materialista la sua vita, ha una fede dichiarata ma non praticata e nella sua vita non porterebbe essere meno evangelica, ha una passione per l’infangamento della reputazione dei preti, che per lei sono sessualmente frustrati e ignobilmente ricchi, per cui parlare delle cose di Dio con lei la fa subito pensare ad un problema, perché per lei io mi rivolgo a Cristo solo quando ho un problema,mostrando di non capire il significato profondo della fede e fermandosi all’aspetto esteriore delle cerimonie e delle devozioni.
A noi il Signore ha detto di rispettare e onorare i genitori ma di amare Lui più di ogni nostro parente e ha detto che per Lui i figli si ribelleranno ai padri e per questo so che la difesa della fede è superiore alla pietà familiare.
Ho un diverso problema: il mio disprezzo per il suo comportamento mi porta a voler per lei che il Signore intervenga e che prenda Lui provvedimenti, così che una persona disprezzabile si converta.
Nel fare questo mi rendo conto che non ho desiderio di vederla convertita ma che voglio che il Signore le rinfacci le colpe e la giudichi per esse.
So che è peccato desiderare il male altrui per il suo peccato, ma mi rendo conto che tali pensieri sono intensi e pregni di indignazione.
Cosa mi consiglia di fare?
Carissimo,
1. sai che cosa ti consiglio?
Di recitare le litanie domenicane.
E di recitarle sempre.
Sono potentissime.
2. Quando nelle nostre azioni mettiamo davanti la Madonna, che è la nuova arca dell’alleanza, certi muri crollano da soli.
Dalla Sacra Scrittura sappiamo che quando gli ebrei, entrati nella terra promessa, ebbero dinanzi a loro la città di Gerico, che era una città fortificata, Dio ordinò che i sacerdoti per 6 giorni consecutivi facessero il giro attorno alle mura portando l’arca dell’alleanza.
Al settimo giorno, dopo aver girato intorno alla città per sette volte, al suono delle trombe le mura crollarono da sole (Gs 6).
3. Così anche tua mamma ha bisogno che si sgretolino tanti pregiudizi dall’interno del suo cuore e che capisca che l’essenza della Chiesa non consiste nell’aspetto istituzionale e cioè nella gerarchia e nelle strutture ecclesiastiche, ma nella dimora di Dio nel suo cuore.
4. È stato detto giustamente che lo sguardo con cui gli uomini hanno guardato a Cristo è lo stesso sguardo con cui guardano la Chiesa.
Si potrebbe dire che a Cristo hanno guardato in tre modi.
E in altrettanti modi guardano alla Chiesa.
5. Ecco il primo sguardo.
Quando Gesù è comparso tra gli uomini molti lo incontrarono e videro in lui soltanto un uomo tra gli altri uomini.
“E dicevano: “Ma non è costui quel Gesù figlio di Giuseppe, di cui conosciamo il padre e la madre?”” (Gv 6,42).
Colpiti forse per un certo tempo dalla sua predicazione, finirono per catalogarlo tra gli uomini dotati di carisma particolare. Ma non andarono al di là delle apparenze.
6. Analogamente alcuni guardano la Chiesa allo stesso modo.
È lo sguardo degli osservatori superficiali, degli estensori di statistiche, degli storici delle religioni che si limitano a compiere opera descrittiva.
La Chiesa si presenta loro soltanto come una società tra tante altre.
È relativamente facile per loro isolarla dal gruppo delle altre religioni cristiane o non cristiane, descriverne il tipo di governo, le strutture, l’insegnamento, le sue tradizioni cultuali, il suo sacrificio, i sacramenti e le sue preghiere liturgiche o paraliturgiche.
Ma non vanno oltre.
7. Ed ecco il secondo sguardo: alcuni hanno guardato Gesù con uno sguardo più penetrante.
Scoprirono in lui doti eccezionali, ravvisando nel suo insegnamento una sapienza straordinaria per un uomo che non aveva frequentato le scuole e avvertirono nella santità della sua vita qualcosa di unico.
Essi afferrarono negli avvenimenti di cui Cristo era protagonista il segno di una potenza che non era soltanto quella di un uomo: lo credettero un profeta.
Ne è segno eloquente quanto leggiamo nel Vangelo: “Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti»” (Mt 16,13-14).
Costoro videro l’eccezionalità di Gesù, ma non pensarono al mistero di Gesù, a quanto di più profondo era nascosto in Lui.
8. Ugualmente alcuni osservatori più attenti vedono nella Chiesa qualcosa di eccezionale, anzi qualcosa di unico, di miracoloso.
Un pastore protestante, Federico Hurter, volendo giudicare unicamente da storico, la Chiesa ha visto nel Papato medioevale “una potenza spirituale la cui origine, lo sviluppo, la diffusione e il prestigio, costituiscono il fenomeno più straordinario della storia del mondo”.
E ha potuto scrivere: “Volgendo i nostri sguardi avanti e indietro nel corso dei secoli, vedendo come l’istituzione del Papato è sopravvissuta a tutte le istituzioni dell’Europa, come sia stata testimone del sorgere e dello scomparire di tutti gli Stati, come essa soltanto abbia conservato invariabilmente lo stesso spirito, pur nella trasformazione infinita delle realtà umane, dobbiamo forse meravigliarci se molti uomini la ritengono come la roccia la cui cima immobile si erge al di sopra delle onde muggenti del corso dei secoli?”.
9. Altri infine – ed ecco il terzo sguardo – hanno guardato a Gesù con la fede soprannaturale e credettero al mistero del Verbo fatto carne, venuto in mezzo a noi pieno di grazia e di verità per portarci nel Cuore di Dio e renderci per grazia ciò che Egli è per natura: figli di Dio.
Solo costoro sono riusciti a vederlo con uno sguardo diverso, che non è uno sguardo puramente umano, ma infuso da Dio stesso nella nostra mente e che ci permette di guardare a Cristo con l’occhio stesso di Dio,
È lo sguardo della fede, di quella fede che penetra nelle profondità di Dio e fece dire a Tommaso: “Mio Signore e mio Dio!” (Gv 20,28).
10. Con questo medesimo sguardo di luce soprannaturale alcuni guardano Cristo e sanno guardare anche la Chiesa.
La guardano con gli occhi della fede.
La Chiesa si rivela allora nel suo mistero, e cioè nella sua realtà nascosta agli occhi degli uomini, nella sua profonda realtà.
Si rivela come il Corpo mistico di Cristo, dove ognuno è unito a Cristo come tralcio alla vite e da essa viene continuamente vivificato,
Si rivela come quella realtà che per mezzo dei Sacramenti, arterie soprannaturali, comunica agli uomini la vita e la santità di Dio.
Si rivela come quella realtà animata dallo Spirito Santo che porta gli uomini nel cuore di Dio e Dio nel cuore degli uomini.
11. A tua madre, come a tante altre persone, questo sguardo sfugge.
Molti pensano di sapere tutto della Chiesa e invece ne vedono solo e malamente la crosta.
Per questo hanno bisogno che cadano le squame o i pregiudizi dagli occhi.
Ma questa è opera di Dio che infonde negli uomini lo sguardo nuovo e soprannaturale della fede.
Per questo inizialmente ti dicevo di recitare le litanie domenicane, che puoi trovare nel nostro sito.
Certo è sempre necessario saper mostrare la ragionevolezza della nostra fede.
Ma, al di là di questo, tua madre ha bisogno di sperimentare la potenza della grazia.
Per questo fai intervenire l’Arca dell’Alleanza perché faccia sgretolare i pregiudizi umani come fece cadere le mura di Gerico.
Assicuro la mia preghiera per te e per tua madre ed entrambi vi benedico.
Padre Angelo