Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
perché Dio ha scelto il popolo d’Israele trascurando tutti gli altri almeno fino alla venuta di Gesù.
Sia lodato Gesù Cristo, grazie per la risposta.
Gcarlo


Risposta del sacerdote

Caro Giancarlo,
1. non è corretto dire che il Signore abbia trascurato tutte le altre popolazioni.
Infatti San Paolo parlando a Listra (località pagana), disse: “Egli, nelle generazioni passate, ha lasciato che tutte le genti seguissero la loro strada; ma non ha cessato di dar prova di sé beneficando, concedendovi dal cielo piogge per stagioni ricche di frutti e dandovi cibo in abbondanza per la letizia dei vostri cuori” (At 14,16-17).

2. La stessa cosa si può dire che stia facendo anche oggi nei confronti di tutti i non cristiani.
Il Concilio Vaticano II nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium dice: “Infine, quanto a quelli che non hanno ancora ricevuto il Vangelo, anch’essi in vari modi sono ordinati al popolo di Dio.
In primo luogo quel popolo al quale furono dati i testamenti e le promesse e dal quale Cristo è nato secondo la carne (cfr. Rm 9,4-5), popolo molto amato in ragione della elezione, a causa dei padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili (cfr. Rm 11,28-29).
Ma il disegno di salvezza abbraccia anche coloro che riconoscono il Creatore, e tra questi in particolare i musulmani, i quali, professando di avere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico, misericordioso che giudicherà gli uomini nel giorno finale.
Dio non è neppure lontano dagli altri che cercano il Dio ignoto nelle ombre e sotto le immagini, poiché egli dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa (cfr At 1,7,25-26), e come Salvatore vuole che tutti gli uomini si salvino (cfr. 1 Tm 2,4).
Infatti, quelli che senza colpa ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa ma che tuttavia cercano sinceramente Dio e coll’aiuto della grazia si sforzano di compiere con le opere la volontà di lui, conosciuta attraverso il dettame della coscienza, possono conseguire la salvezza eterna.
Né la divina Provvidenza nega gli aiuti necessari alla salvezza a coloro che non sono ancora arrivati alla chiara cognizione e riconoscimento di Dio, ma si sforzano, non senza la grazia divina, di condurre una vita retta.
Poiché tutto ciò che di buono e di vero si trova in loro è ritenuto dalla Chiesa come una preparazione ad accogliere il Vangelo e come dato da colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita” (LG 16).

3. Quest’ultima affermazione è parecchio illuminante perché Cristo è “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9).
Questa luce vera stava accanto ad ogni uomo anche prima della venuta di Cristo sulla terra ed è accanto a tutti anche oggi fino alla fine del mondo.
Ecco che cosa dice san Tommaso: “Si noti bene che Dio, tutto quello che fa, uomini e cose, lo fa (…) affinché in tutte le cose da lui create si manifesti la sua bontà. Poiché, come dice san Paolo (Rm 1,20) «attraverso le sue opere si possono intuire, con l’applicazione della mente, l’eterna sua potenza e la sua divinità».
Perciò qualsiasi creatura è fatta per dare testimonianza a Dio, perché ogni realtà creata è una prova della bontà divina.
Cosicché la grandezza delle cose create è una testimonianza della virtù e dell’onnipotenza di Dio, mentre la loro bellezza lo è della divina sapienza” (Commento al Vangelo di Giovanni, 1,8).

4. E aggiunge: “Ci sono tuttavia degli uomini i quali sono ordinati a Dio in modo speciale, non solo naturalmente per il fatto di esistere, ma anche spiritualmente, perché danno testimonianza a Dio con le opere buone.
Quindi tutti gli uomini santi sono testimoni di Dio, perché con le loro opere buone promuovono la gloria di Dio dinanzi agli uomini, secondo le parole evangeliche (Mt 5, 16): «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli»
Coloro poi che non solo partecipano i doni di Dio dentro di sé, facendo il bene mediante la grazia divina, ma li comunicano anche agli altri con la parola, con l’incitamento e con l’esortazione, sono testimoni di Dio in modo specialissimo” (Ib.).

5. In conclusione auguro a te di essere testimone di Dio in tutti i tre modi: primo perché per il fatto di esistere manifesti la bontà di Dio per gli altri uomini.
Secondo, che tu lo sia in modo speciale attraverso la sanità di vita.
Terzo, di esserlo in modo specialissimo perché facendo il bene mediante la grazia divina lo possa comunicare anche agli altri con la parola, con l’incitamento e con l’esortazione.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo volentieri al Signore e ti benedico.
Padre Angelo