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Quesito
Caro Padre Angelo
leggo abitualmente la sua rubrica con profitto e approfitto dell’occasione per ringraziarla.
Oggi mi sono imbattuto in questo interessante articolo … sul Rinnovamento carismatico cattolico che in Italia si manifesta principalmente nel movimento del Rinnovamento nello Spirito.
Io non sono finora riuscito a formarmi un giudizio chiaro su questo fenomeno e questi movimenti.
Io ho una formazione dottrinale di tipo tradizionale su solide basi filosofiche di tipo aristotelico-tomiste. Non riesco a conciliare ciò che osservo in questi fenomeni con quello che ho sempre conosciuto della dottrina cattolica. Premetto che riscontro anche però dei buoni frutti nella vita di preghiera e di apostolato delle persone che frequentano questi movimenti (come anche viene indicato nell’articolo).
Certamente anche penso che la Sapienza di Dio può trovare sempre strade per noi sorprendenti ma da un altro lato penso anche che in qualche modo poi si debba trovare una forma di coerenza anche dal punto di vista intellettuale e logico con i due millenni di storia della Tradizione cattolica. Vorrei sapere se in qualche modo questi fenomeni appunto possano essere spiegati alla luce dei dogmi e della dottrina di sempre.
Tra gli elementi per me più complessi trovo il fatto che questo fenomeno sembra nascere fuori dalla Chiesa Cattolica, in episodi che sono avvenuti in comunità protestanti, mi sembra strano il manifestarsi di miracoli, guarigioni e carismi attraverso la preghiera di pastori e sacerdoti protestanti, non capisco cosa possa voler dire il Battesimo nello Spirito Santo quando già abbiamo ricevuto il Sacramento del Battesimo e come questo si concilia con la dottrina sul sacramento, capisco che la glossolalia, il cacciare i demoni, il guarire gli infermi sono cose riportate nella sacra scrittura, ma ho sempre saputo che sono carismi legati ad un ministero della Chiesa e mi viene complicato capire come dei laici possano essere destinatari di tali carismi senza essere in qualche modo governati all’interno della gerarchia ecclesiale, come quando anche dei laici impongono le mani (non capisco il senso di questi gesti visto che la mia formazione mi fa ragionare in maniera liturgica dove ogni gesto e senso ha un significato e produce un effetto reale sul piano spirituale e della fede ma che incide anche nella realtà storica). In questo tempo ho sempre sospeso il giudizio, confrontandomi con il fatto che sempre nella storia della Chiesa c’è stata come una tensione tra il governo gerarchico e il carisma dello Spirito che soffia dove vuole, però anche è sempre stato appunto ben chiaramente entro i confini della Chiesa Cattolica e in qualche modo poi ben inglobato e digerito.
Spero che lei potrà aiutarmi a formarmi un giudizio chiaro e corretto.
La ringrazio molto per l’aiuto che vorrà e potrà darmi.
La saluto affettuosamente e mi raccomando alle sue preghiere per me e la mia famiglia.
Amerigo
Risposta del sacerdote
Caro Amerigo,
1. la nascita dei movimenti ecclesiali è un fenomeno tipico della seconda metà del XX secolo.
Questi movimenti ecclesiali sono prevalentemente laicali, ognuno dotato di un proprio carisma.
Il Concilio Vaticano II ne ha assecondato la vocazione ricordando che la Chiesa è continuamente animata con molti doni gerarchici e carismatici (Lumen gentium, 4).
L’apporto di questi movimenti alla vita della Chiesa è stato ed è incalcolabile.
Crollato in buona parte col ’68 l’associazionismo cattolico, lo Spirito Santo ha suscitato nuovi fermenti di vita cristiana nei quali i laici, assunta la consapevolezza della chiamata alla santità e all’apostolato, si sono fatti protagonisti della vita della Chiesa e non semplicemente recettori dell’attività della gerarchia.
2. Giovanni Paolo II, incontrandoli tutti insieme in vista del grande Giubileo del 2000, li ha salutati come una nuova Pentecoste della Chiesa.
Letto quel passo degli Atti degli Apostoli in cui si dice: «Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano… ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo» (At 2, 2-3) così commentò:
“Con queste parole gli Atti degli apostoli ci introducono nel cuore dell’evento della Pentecoste. (…). Quel che accadde a Gerusalemme duemila anni or sono, è come se questa sera si rinnovasse in questa piazza, centro del mondo cristiano. (…).
Quello di oggi è davvero un evento inedito: per la prima volta i movimenti e le nuove comunità ecclesiali si ritrovano, tutti insieme, con il Papa. È la grande «testimonianza comune» da me auspicata per l’anno che, nel cammino della Chiesa verso il Grande Giubileo è dedicato allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è qui con voi! (…).
Lo Spirito Santo, già operante nella creazione del mondo e nell’Antica Alleanza, si rivela nell’incarnazione e nella Pasqua del Figlio di Dio, e quasi «esplode» nella Pentecoste per prolungare nel tempo e nello spazio la missione di Cristo Signore. Lo Spirito costituisce così la Chiesa come flusso di vita nuova, che scorre entro la storia degli uomini.
Alla Chiesa che secondo i Padri, è il luogo «dove fiorisce lo Spirito» (CCC 749), il Consolatore ha donato di recente con il Concilio Ecumenico Vaticano II una rinnovata Pentecoste, suscitando un dinamismo nuovo ed imprevisto.
Sempre, quando interviene, lo Spirito lascia stupefatti. Suscita eventi la cui novità sbalordisce; cambia radicalmente le persone e la storia. Questa è stata l’esperienza indimenticabile del Concilio Ecumenico Vaticano II durante il quale, sotto la guida del medesimo Spirito, la Chiesa ha riscoperto come costitutiva di se stessa la dimensione carismatica: «Lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma «distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui» (1 Cor 12, 11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali…, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa» (LG 12).
L’aspetto istituzionale e quello carismatico sono coessenziali alla costituzione della Chiesa e concorrono, anche se in modo diverso, alla sua vita, al suo rinnovamento ed alla santificazione del Popolo di Dio.
È da questa provvidenziale riscoperta della dimensione carismatica della Chiesa che, prima e dopo il concilio, si è affermata una singolare linea di sviluppo dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità” (Giovanni Paolo II, 30.5.1998).
3. Il Santo Pontefice ha poi proseguito: “Oggi la Chiesa gioisce nel constatare il rinnovato avverarsi delle parole del profeta Gioele, che poc’anzi abbiamo ascoltato: «Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona… (At 2,17). Voi qui presenti siete la prova tangibile di questa «effusione» dello Spirito. Ogni movimento differisce dall’altro, ma tutti sono uniti nella stessa comunione e per la stessa missione… proclamando senza paura le verità della fede, accogliendo come dono il flusso vivo della tradizione e suscitando in ciascuno l’ardente desiderio della santità.
Oggi, a tutti voi riuniti qui in piazza San Pietro e a tutti i cristiani, voglio gridare: apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accogliete con gratitudine e obbedienza i carismi che lo Spirito non cessa di elargire! Non dimenticate che ogni carisma è dato per il bene comune, cioè a beneficio di tutta la Chiesa! (…).
La loro nascita e diffusione ha recato nella vita della Chiesa una novità inattesa, e talora persino dirompente.
Ciò non ha mancato di suscitare interrogativi, disagi e tensioni; talora ha comportato presunzioni ed intemperanze da un lato, e non pochi pregiudizi e riserve dall’altro. È stato un periodo di prova per la loro fedeltà, un’occasione importante per verificare la genuinità dei loro carismi” (Giovanni Paolo II, 30.5.1998).
4. Che il movimento del rinnovamento nello Spirito sia nato prima in ambiente protestante non è sufficiente motivo di sospetto soprattutto perché nella Chiesa Cattolica il carisma si armonizzano bene con la gerarchia.
Il Concilio Vaticano II ha ricordato che il discernimento dei carismi spetta ai vescovi. Essi “hanno il compito di giudicare sulla loro genuinità e ordinato uso, non certo per estinguere lo Spirito, ma per esaminare tutto e ritenere ciò che è buono” (Lumen Gentium, 12; Apostolicam actuositatem, 3).
Anche i sacerdoti hanno il compito di “discernere quali spiriti abbiano origine da Dio, e devono scoprire con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici” (Praesbyterorum ordinis, 9).
6. Alcune espressioni come Battesimo nello Spirito possono fra difficoltà perché il sacramento del Battesimo è Battesimo nello Spirito.
Ma nel movimento del Rinnovamento nello Spirito quest’affermazione sta per “rinnovata effusione dello Spirito Santo”.
D’altra parte lo Spirito Santo viene effuso molte volte sui credenti: nel Battesimo, nella Cresima, in ogni Eucaristia, in ogni celebrazione sacramentale.
Come è una bella cosa ravvivare la grazia del Battesimo, così è altrettanto bello e fruttuoso ravviare la grazia della Cresima.
Battesimo nello Spirito in definitiva significa questo.
7. Gli incontri nel Rinnovamento nello Spirito sono caratterizzati spesso da segni, prodigi, guarigioni.
Anche questo non fa difficoltà.
Per parlare di miracolo la Chiesa, come si sa, va con i piedi di piombo, perché i prodigi e le guarigioni potrebbero aver origine anche da forze preternaturali negative.
Il demonio può fare del bene, ma lo fa sempre per ingannare, dice San Tommaso, e per portare alla perdizione.
8. Inoltre questi segni non sono strettamente legati all’azione sacramentale e gerarchica della Chiesa. Per cui tutti ne possono essere latori.
Lo Spirito Santo può servirsi di chi vuole, anche di non credenti.
Ma quando se ne serve lo scopo è sempre lo stesso: garantire la verità della Chiesa e l’ortodossia della dottrina.
9. La Chiesa tuttavia per motivi prudenziali riserva il cacciare i demoni all’azione del sacerdote, autorizzato dal vescovo.
Il rito dell’imposizione delle mani potrebbe essere ambiguo. Ma nel Rinnovamento nello Spirito non ha alcuna pretesa sacramentale. Si tratta di una preghiera che si fa aiutare anche da un gesto corporale.
D’altra parte il cristiano quando prega non prega solo con la sua anima, ma anche con il corpo.
10. È vero che la preghiera nel Rinnovamento nello Spirito è caratterizzata da lode, da slanci, da effusioni.
Ma è anche vero che il Rinnovamento nello Spirito si propone a tutti, ben sapendo che non è fatto per tutti.
Sicché più che normalizzare la preghiera di tale movimento secondo lo stile più sobrio della preghiera liturgica e comunitaria, va detto che ognuno deve rimanere libero di entrarvi o starsene fuori.
Non pochi, infatti, invitati a farne parte, non lo sentono fatto per le loro esigenze.
È giusto non premere e non costringere.
Va garantito che ognuno vada per la propria strada, chi per una direzione e chi per un’altra, come diceva il grande Sant’Agostino quando affermava: alius sic, alius sic ibat.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo