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Quesito
Caro padre Angelo,
Sono una ragazza di vent…anni e sono stata fidanzata per quasi sei anni.
Ero molto giovane quando iniziò la nostra storia. L’ho lasciato la settimana scorsa. Per anni abbiamo vissuto nel peccato. Verso gennaio fortunatamente il Signore ha voluto che, navigando per il web, mi interrogassi sul tema della fornicazione.
Così ho scoperto meglio cosa dicesse la Bibbia in proposito, ho scovato il suo sito e ho visionato diversi video di testimonianze di giovani che, benché in passato avessero sbagliato, avevano dato una svolta alle loro vite riscoprendo il valore della castità prematrimoniale.
A quel punto mi sono sentita sporca, ho rivalutato un rapporto che mi in fondo avevo sempre sentito squallido perché eccessivamente basato sul sesso.
Mi sono voltata indietro e ho capito di aver gettato via la mia verginità per non essere lasciata e per le pressione che il mio fidanzato esercitava su di me. Ho pensato a tutte le volte che sarei voluta uscire a fare una passeggiata o chiacchierare e, invece, "dovevamo" trascorrere il tempo nel letto.
Ho pensato alla vergogna che ho sempre provato nel parlare di quest’argomento davanti ad altre persone, alle bugie che hanno rovinato il rapporto con mia madre a sua insaputa (sono una grandissima ipocrita: mia madre mi crede ancora innocente) e alla paura della gravidanza che da anni mi porto dentro.
La paura di uscire incinta era così grande da portarmi, nel caso le circostanze l’avessero richiesto, a pensare addirittura all’aborto. Ho alle spalle un passato di cui mi vergogno profondamente e che vorrei cancellare. Allora mi son detta: ma che razza di mostro sono diventata? Passi lo squallore e la menzogna, ma una madre disposta ad uccidere il proprio figlio no! Non era questa la persona che volevo diventare, ma è questa la persona che ero diventata. Anche adesso scrivendo mi vien da piangere.
Il problema è che oggi la società passa il messaggio errato: "Per fare sesso l’importante è amarsi", ma non si capisce che "si ama veramente solo secondo Cristo". Io questo l’ho capito tardi. Così, quando mi sono resa conto di quanto Gesù avesse ragione (non che lo mettessi in dubbio, ma è difficile accettare dei dettami se non se ne comprendono a fondo le motivazioni), ho proposto al mio ragazzo di sperimentare la castità prematrimoniale.
Mi sono resa conto che, a causa del sesto comandamento, è da anni che non mi confesso e di aver commesso un paio di volte anche sacrilegio eucaristico (gravissimo, oggi lo so), cosa che fino a sei mesi fa nemmeno sapevo cosa fosse. Da quando l’ho saputo non ho più preso la Comunione (cosa che già in questi anni facevo di rado perché in cuor mio già mi sentivo inadeguata). Ho detto al mio ragazzo di voler confessare tutto per redimermi e per poter fare anche la Cresima. Per sei mesi ci abbiamo provato e abbiamo sempre fallito perché lui cercava in tutti i modi di farmi cadere.
Poi, per farmi piangere, ha iniziato a dire di non credere più in Gesù e che di queste cose non ne vuole più sapere. Prima era uno di quei credenti che non si fanno tante domande; adesso è ateo e detesta tutto ciò che rimanda all’istituzione ecclesiastica.
Gli ho chiesto alle volte di accompagnarmi in chiesa la domenica e, sempre per ferirmi, quando il parroco domandava: "Rinunciate a Satana?", lui rispondeva "No". Io sono stata malissimo.
Quando due volte mi sono impuntata un po’ di più mi ha lasciata perché diceva che senza sesso non può stare. Io gli sono corsa sempre dietro: oggi mi dico perché, a causa del dono che gli ho fatto, mi sentivo legata a lui ed era come se volessi riparare al danno, magari un giorno sposandolo. Ormai litigavamo tutti i giorni da un anno e più, anche prima della mia conversione.
La settimana scorsa, dopo l’ennesimo litigio e ricaduta nel peccato, il mio ragazzo mi ha detto: "Se il tuo Dio esiste sa che vogliamo sposarci e non è peccato". E’ stato allora che ho capito di aver mentito a lui e a me stessa: non voglio sposarlo. Non è questo l’amore che sognavo. L’amore non dovrebbe rendere migliori? Io invece sono diventata una fornicatrice, una bugiarda, una potenziale assassina. L’ho lasciato.
Adesso voglio starmene da sola, voglio confessare tutto (cosa che non ho fatto perché volevo esser sicura del mio impegno), voglio cambiare e scegliere la castità con un potenziale futuro fidanzato.
Mi sento svuotata… come se non avessi più nulla da offrire a quello che un giorno sarà mio marito. Mi vergogno di me stessa.
Il mio ex-fidanzato continua a chiamarmi perché non accetta che io l’abbia lasciato. Prima ha cercato di ricattarmi dicendo che avrebbe detto tutto ai miei genitori in merito al sesso, poi ha iniziato a minacciare il suicidio. Da ieri sembra che si sia calmato. Dice di voler rimanere amici e che adesso sarebbe disposto anche a rinunciare al sesso per stare di nuovo con me, ma ora sono io che, indipendentemente da tutto, non voglio tornare con lui. Non mi manca. Mi manca di più la sua famiglia a cui voglio bene.
Mi domando allora: cosa mi direbbe di fare in questo caso Gesù?
Secondo lei cosa dovrei fare? Come dovrebbe comportarsi una cristiana in queste circostanze? Sicuramente mi prenderò una lunghissima pausa per stare da sola.
Mi chiedo però se debba ancora dare una possibilità al mio ragazzo. Il punto è che ci sono troppi fattori che mi fanno intendere di non essere più innamorata di lui. Mi ha ferita tante volte, ma anch’io ho fatto del male a lui, in altri modi, ogni volta che litigavamo.
Nonostante tutto lo perdono come Cristo vuole e continuo a volergli bene, ma non voglio sposarlo. So di avere ancora vent … anni, ma io al matrimonio ci penso. Il mio scopo non è avere tanti fidanzati per perder tempo. Se inizio una storia con un ragazzo è perché un giorno potrei scegliere di condividere la mia vita con lui. Se adesso tornassi con lui si accumulerebbero altri anni di fidanzamento e finirei per sposarlo perché tutti si aspettano che sia così, non perché io lo voglia. Finirei con l’accontentarmi. Però non voglio che lui soffra per me. Mi fa male sentirlo piangere. E’ stata comunque una delle persone più importanti della mia vita per sei anni. Gli voglio bene, ma non lo amo più come si dovrebbe amare un fidanzato. Se avessimo iniziato a litigare per altri motivi da sposati sarebbe stato diverso. Io credo nell’indissolubilità dell’unione coniugale. Sarei stata più ostinata, ma adesso sono stanca. Si può inaugurare un matrimonio già con questi presupposti? Probabilmente il mio quesito le sembrerà stupido: secondo lei se non torno con lui è come se non l’avessi perdonato? Gesù vuole che ci amiamo gli uni con gli altri e ci insegna il perdono.
Io non odio la persona che mi è stata accanto per sei anni, ma non voglio nemmeno sposare una persona che non sento di amare come dovrei. Devo dargli lo stesso questa ennesima possibilità dato che Gesù ci insegna a perdonare settanta volte sette? Temo di ricadere nel lerciume del peccato.
Mi perdoni se ho scritto tantissimo, ma ho tanto bisogno di un consiglio.
Mi confesserò presto.
La ringrazio in anticipo per la sua disponibilità.
Grazie! A presto.
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. Ti ringrazio per non avermi proibito in maniera tassativa di pubblicare questa tua mail.
Se la rileggerai, noterai che ho tolto alcuni passaggi più personali.
Ma ti ringrazio soprattutto per quello che mi hai scritto. Penso che sia prezioso perché hai descritto al vivo e in maniera così vera i sentimenti di tante ragazze che vivono come sei vissuta tu.
Le tue stesse domande se le sono fatte anche loro e forse si sono date le medesime risposte. Di fatto anche loro, se si esaminano, non sono quello che vorrebbero essere.
2. Sono contento di pubblicare la tua email perché è giusto che anche i ragazzi entrino nel mondo interiore delle ragazze per conoscere i loro pensieri, i loro timori, le loro reazioni.
La tua email è preziosissima sotto quest’aspetto.
Grazie dunque ancora una volta.
3. Penso ad un passaggio in particolare: “Allora mi son detta: ma che razza di mostro sono diventata? Passi lo squallore e la menzogna, ma una madre disposta ad uccidere il proprio figlio no! Non era questa la persona che volevo diventare, ma è questa la persona che ero diventata”.
Scrivi ancora: “Io invece sono diventata una fornicatrice, una bugiarda, una potenziale assassina…
Mi sento svuotata… come se non avessi più nulla da offrire a quello che un giorno sarà mio marito. Mi vergogno di me stessa”.
C’è da ringraziare il Signore per aver avuto questa illuminazione, che finalmente ti ha fermato.
Come sarebbe bello se tante ragazze che vivono come hai vissuto tu avessero questa illuminazione!
4. Avrei altre considerazioni da fare. Ma per non farla troppo lunga (anche perché sono sufficienti, puntuali e belle le tue) vengo alla tua precisa domanda, quella finale.
Adesso lui ha capito che sei determinata e teme che tu lo lasci per sempre.
Io gli darei un’ultima possibilità: quella di imparare ad amare in maniera vera, senza atti impuri.
5. È vero che lui ti ha fatto tanto male ed è stato causa di tanti mali e sofferenze per te.
Però anche tu hai un certo dovere di riparare il male che gli hai fatto. Il suo male è quello di non aver imparato ad amare.
Adesso potresti dargli questa possibilità: di imparare ad amare seguendo i comandamenti di Dio, in maniera pura.
Nello stesso tempo vedrai se, cominciando a vivere in maniera pura comincerà a rapportarsi in maniera seria col Signore.
Diversamente, anche per non perder tempo, taglierai corto e gli dirai che non vuoi vivere il matrimonio con uno che non crede in Dio e non è in sintonia con i tuoi stessi valori.
Mi auguro che nel frattempo ti sia confessata.
La cosa più bella sarebbe se anche lui andasse a confessarsi e iniziasse così un cammino vero.
Allora, cambiando le cose, può riaffiorare l’intesa e l’affetto vicendevole.
Assicuro la mia preghiera e il mio ricordo nella Messa per te e anche per lui.
Vi benedico.
Padre Angelo