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Quesito
Gent.mo padre,
la ringrazio per la risposta precedente, le volevo chiedere se i 1260 giorni dei due testimoni dell’Apocalisse sono da intendersi alla lettera cioè reali oppure si devono intendere simbolicamente ossia possono essere anche di meno di 3 anni e mezzo?
La ringrazio e saluto cordialmente.
Ornella
Risposta del sacerdote
Cara Ornella,
1. a vantaggio dei visitatori riporto il passo dell’Apocalisse in cui si parla di questi 42 mesi: “Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e il numero di quelli che in esso stanno adorando. Ma l’atrio, che è fuori dal tempio, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi. Ma farò in modo che i miei due testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni»” (Ap 11,1-3).
2. Ti riporto l’interpretazione di alcuni commentatori, che in generale intendono questo numero secondo un significato simbolico.
Pertanto non andrebbe preso alla lettera.
Così il francescano Angelo Lancellotti commentando l’Apocalisse in questo passo scrive: “Per 42 mesi, cioè tre anni e mezzo: dopo la persecuzione di Antioco Epifane descritta in Daniele 8, la quale durò appunto tre anni e mezzo, tale durata diventa tipica, nella letteratura apocalittica, di ogni persecuzione e denota la durata del regno dell’Anticristo”.
Si tratterebbe pertanto di un numero simbolico che designa la recrudescenza della persecuzione da parte dell’Anticristo.
3. Alfred Wikenhauser: “La cifra di quarantadue mesi è mutuata da Daniele 7,25; nell’Apocalisse essi designano il tempo della grande prova sotto il dominio dell’Anticristo” (L’apocalisse di Giovanni, p. 122.
“Il periodo di tre anni e mezzo è indicato come tempo di sciagura anche in altri passi del Nuovo Testamento.
Secondo Luca 4,25 e Giacomo 5,17 la grande siccità predetta da Elia come castigo di Dio ebbe la durata di tre anni e mezzo. (…).
La consuetudine di parlare di tre anni e mezzo, o di 1260 giorni, o di 42 mesi, proviene dal libro di Daniele, dove queste cifre indicano il tempo della grande tribolazione di Israele sotto Antioco IV Epifane il quale si era proposto di sradicare e distruggere del tutto la religione giudaica.
Secondo Daniele 7,25 i santi dell’Altissimo saranno dati in mano a questo re, simboleggiato dal piccolo corno per un tempo e tempi e metà d’un tempo” (Ib., p. 128).
4. La Bibbia di Gerusalemme, in termini molto stringati, scrive: “Da Daniele 7,25 questo tempo (tre anni e mezzo) è divenuto la durata tipo di ogni persecuzione”.
5. Infine ecco che cosa scrive il domenicano Marco Sales: “Si osservi come questi 42 mesi corrispondano ai 1260 giorni della predicazione dei due testimoni (Ap 11,3), al tempo (anno), ai tempi (due anni) e alla metà di un tempo (mezzo anno), durante il quale la donna sta nel deserto (Ap 12,12), e allo stesso spazio di tempo in cui durerà la persecuzione mossa contro i santi dall’empio re venuto fuori dalla bestia che aveva 10 corna (Ap 13,5).
Ora tutti questi dati si riferiscono probabilmente a uno stesso periodo di tre anni e mezzo, che comprende il regno dell’Anticristo, il quale muoverà contro la Chiesa la più terribile persecuzione che mai si sia avuta, alla quale seguirà poi la venuta di Gesù Cristo per il giudizio.
Non sappiamo però se il numero di tre anni e mezzo debba essere preso alla lettera, oppure come un simbolo per indicare un tempo notevole, ma limitato.
È noto infatti che il sette è il numero della pienezza, e che il tre e mezzo essendo la metà del sette può benissimo significare semplicemente un periodo di una durata relativamente breve”.
6. Indicando un numero simbolico, questo tempo in cui si vorrà smantellare la Chiesa può essere meno di tre anni e mezzo, ma anche più lungo.
Può riferirsi anche alle continue persecuzioni che la Chiesa subisce nel corso di tutti i tempi.
È un tempo misurato, che sta ad indicare che il Signore non permette che la Chiesa debba soffrire al di sopra delle proprie forze.
Un tempo misurato, per cui si è certi che la vittoria è e sarà sempre del Signore secondo quanto ha assicurato Gesù: “Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).
Ti benedico e ti ricordo nella preghiera,
padre Angelo