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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono un ragazzo di 24 anni.
Io figlio unico, (così mi hanno sempre detto), da sempre, ho sentito il bisogno e il desiderio di avere un fratello, e da pochi mesi ho scoperto che in realtà un fratello c’è l’ho, ma non è mai potuto nascere a causa di aborto volontario da parte dei miei genitori.
Come ben sappiamo dal momento del concepimento la Persona che si sta formando è già una creatura di Dio e una persona che ha il diritto di vivere.
A me ha fatto molto male sapere questa verità e anche i miei soffrono ancora per questa scelta da loro fatta.
Per il momento cerco di pregare per lui e per i miei, ma sento che è poco e le chiedo se è possibile fare qualcosa di più per quest’anima mai venuta al mondo, ad esempio il battesimo; e anche per i miei genitori.
Grazie
Un abbraccio
S.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. si è persona umana fin dal primo istante del concepimento.
Il concepito, anche a livello di zigote, è un essere umano nuovo, assolutamente unico, quale mai c’è stato e quale mai ci sarà.
Da quel momento a quello del parto e a tutti gli altri successivi non c’è un punto in cui si segni il passaggio dall’inumano allumano.
Nel DNA c’è già tutto quello che quella persona diventerà sotto il profilo fisiologico.
Per questo l’istruzione della Congregazione per la dottrina della fede Dignitas personae (8.8.2007) afferma: “Ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, va riconosciuta la dignità di persona” (DP 1).
E dopo aver detto che “certamente nessun dato sperimentale può essere per sé sufficiente a far riconoscere un’anima spirituale”, asserisce che “le conclusioni della scienza sull’embrione umano forniscono un’indicazione preziosa per discernere razionalmente una presenza personale sin da questo primo comparire di un’esistenza umana”.

2. Pertanto a pieno titolo il bambino che i tuoi genitori hanno abortito era un tuo fratellino.
Ci auguriamo che ora sia in cielo poiché siamo certi della volontà salvifica universale di Dio, che senza dubbio è una volontà efficace e che offre tutti i mezzi (la grazia) per salvarsi.

3. Che cosa puoi fare per tuo fratellino?
Certamente non puoi battezzarlo perché su chi infonderesti l’aqua? L’acqua presuppone un corpo e questo ormai non c’è più.
Certamente non puoi neanche fare i suffragi per lui, perché non si trova in Purgatorio. Non ha avuto peccati personali da rimediare.

4. Giovanni Paolo II, quando in Evangelium vitae scrive alle mamme che hanno abortito, dice: “Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino” (EV 99).
Ebbene, la stessa cosa la puoi fare anche tu.
Puoi pregare perché il Signore gli dia la grazia di passare il suo paradiso distribuendo doni sulla terra.
La preghiera è necessaria per aprire un varco tra noi e lui e permettergli di amarci effettivamente.
Quello che il Catechismo della Chiesa Cattolica dice per le anime del Purgatorio, vale ancor più per quelle che sono in cielo: “La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore” (CCC 958).

5. Pertanto puoi far celebrare delle Messe a questo scopo, precisando bene che non si tratta di celebrarle in suffragio ma per rendere più viva ed efficace la comunione.
Per evitare degli equivoci e per non manifestare al sacerdote il motivo della richiesta che tra l’altro metterebbe in ombra i tuoi genitori) puoi dirgli semplicemente  di celebrare una Messa secondo le tue intenzioni.
Inoltre puoi recitare il santo Rosario con questa intenzione e vivere per qualche momento insieme con lui che ora si trova davanti a Dio e insieme ai Santi.

6. Dopo averlo così amato, puoi anche chiedergli di aiutarti nel medesimo modo in cui Santa Teresina chiese a quattro suoi fratellini morti prima di giungere all’uso di ragione, ma battezzati, di liberarli da una gravissima angustia: “Mi rivolsi ai quattro angeli che mi avevano preceduta lassù, perché pensavo che quelle anime innocenti non avendo mai conosciuto turbamenti né timori, dovevano aver pietà della loro sorellina la quale soffriva sulla terra. Parlai loro con semplicità di bambina, feci notare che, essendo l’ultima della famiglia, ero stata sempre la più amata, la più colmata di tenerezza da parte delle sorelle; che se fossero rimasti essi sulla terra, mi avrebbero certamente dato altrettante prove di affetto… La loro partenza per il Cielo non mi pareva una buona ragione per dimenticarmi, anzi, trovandosi essi a potere attingere dai tesori divini, dovevano prendere per me la pace, e dimostrarmi così che in Cielo si sa ancora amare!
La risposta non si fece attendere, ben presto la pace inondò l’anima mia con le sue acque deliziose, e capii che, se ero amata sulla terra, lo ero anche nel Cielo… Da quel momento in poi la devozione crebbe verso i miei fratellini e sorelline, e mi piace di conversare spesso con loro parlando delle tristezze di questo esilio… del desiderio di raggiungerli presto nella Patria celeste!” (Storia di un’anima, 131).

6. Per i tuoi genitori puoi, anzi, devi pregare.
Certamente sono pentiti di quello che hanno fatto e se ne saranno senza dubbio confessati.
Ciò non di meno il pensiero di aver optato per un aborto probabilmente continua a lacerarli interiormente.
Prega per loro perché dove è abbondato il peccato, lì sovrabbondi la grazia a motivo dei meriti di Gesù, della loro sofferenza e del loro pentimento.
Anche per questo recita di tanto in tanto il santo Rosario per loro.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore  ti benedico.
Padre Angelo