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Quesito

Caro Padre Angelo, 
Per ben tre volte ha avuto la gentilezza di rispondermi in passato che la Chiesa non cambierà una virgola il suo magistero. Ed oggi potrebbe anche rispondermi lo stesso.  Ma io cosa dirò a mia figlia quando venga a dirmi che va a convivere col suo fidanzato? Lei potrà rispondermi, " Non preoccuparti babbo, tra qualche anno se tutto va bene ci sposiamo, e forse con un po’ di buona fortuna ci sposeremo a San Pietro davanti il Papa, io con un bel vestito bianco come piace a te!"
Io tenterò di rispondere ma gli amici domenicani dicono … e lei " Ma babbo a chi credi ai domenicani o al Papa?"
Lei ha qualche risposta?
Grazie
Enzo


Risposta del sacerdote

Caro Enzo,
1. non bisogna equivocare sui gesti del Papa.
È vero che Papa Francesco ha congiunto in nozze anche dei conviventi, ma questo non significa che il Papa approvi o, peggio ancora, incoraggi la convivenza.
Con quel gesto il Papa ha voluto mostrare che la Chiesa ha cura di tutti i suoi figli, anche di quelli che per i più svariati motivi non vivono la loro vita affettiva radicati in Cristo.

2. La convivenza è un errore, anzi per dei credenti in Cristo è un peccato.
Lo è per diversi motivi.
Innanzitutto perché l’esperienza sessuale è falsata: ci si dona in totalità sapendo che quella donazione non c’è ancora stata e si è liberi di rimandare l’altro a casa propria in qualsiasi momento.
Ed è falsata anche perché la stessa donazione sessuale, che vorrebbe manifestare la donazione totale di se stessi, viene in genere attuata mediante la contraccezione, che in maniera evidente dice che non ci si vuole donare in totalità.

3. C’è dunque una duplice falsità nella convivenza, che davanti a tutti proclama di non volere vivere la propria sessualità secondo il disegno santo del Creatore.
Per questo i conviventi non possono accostare alla confessione sacramentale se non per riparare il loro peccato sciogliendo la convivenza.
E conseguentemente non possono fare la Santa Comunione, proprio perché contraddirebbe la volontà di Nostro Signore. Commetterebbero un sacrilegio.

3. La convivenza non è la scuola più adatta per imparare ad amare, per imparare la purezza nella vita affettiva, per vincere le proprie passioni e i propri capricci, per costruire insieme prima la casa spirituale nella quale abitare.
No, nella convivenza c’è tutto il contrario perché si dà via libera alla propria concupiscenza, non ci si impegna in nessun modo a mantenere puro il proprio amore, non si impara ad amare con amore puro e santo.
Si pongono così le premesse del disastro che molto spesso si conclude con la separazione.

4. A questi limiti oggettivi se ne aggiungono altri che sono abbastanza frustranti per una persona.
Come ad esempio quello di sentirsi in prova e in balìa della volontà dell’altro che ti può rimandare a casa in qualsiasi momento. E questo magari dopo averlo servito e riverito per anni e anni, che nel frattempo passano e non tornano più indietro.
Oppure quello di limitarsi nella propria libertà di discernimento, che pur è necessaria prima del matrimonio. Infatti dal momento in cui si va a convivere si comincia a vivere come marito e moglie. E questi fra loro hanno pur diritto di sapere dove si va, con chi si va, per quanto tempo si va.
Ma prima del matrimonio non si deve rendere conto a nessuno della propria libertà di indagine.
Nella convivenza questa doverosa libertà di azione e di discernimento viene impedita dalla “fedeltà” che i conviventi reclamano.

5. Anche il Papa sa tutte queste cose e sa che la convivenza è contraria al disegno di Dio sul matrimonio.
Ma sa anche che queste persone vanno salvate per la vita eterna e anche per il loro matrimonio.
Per questo ha voluto dare un segno ai conviventi.
La Chiesa non li caccia via, ma desidera la loro salvezza. È mandata da Cristo proprio per questo anche per loro.
Hanno compiuto degli errori, dei peccati? Sì, ma la Chiesa propone loro un itinerario di salvezza. Sono pecorelle smarrite nel vero senso del termine.
Quello che ha fatto il Papa, lo fanno silenziosamente tanti buoni parroci e tanti buoni sacerdoti.

6. Tuttavia c’è stato nella vicenda qualcosa di stonato.
Questi conviventi sposati dal Papa sono stati intervistati e alcuni non hanno mostrato minimamente alcun pentimento o dispiacere per la convivenza. Anzi l’hanno mostrata come la cosa più doverosa che dovevano fare e hanno detto che finalmente la Chiesa capisce e si adatta alla nuova mentalità.
Certamente il Papa non poteva seguire personalmente questi sposi.
Ma chi li ha presentati si è preoccupato di introdurli in un itinerario di preparazione spirituale?
Ha detto loro di confessarsi prima di sposarsi e di fare la Santa Comunione?
E se si sono confessati, hanno dichiarato di essere pentiti di non aver voluto camminare secondo le vie di Dio?
Perché se non si sono pentiti, la loro confessione è invalida, anzi un sacrilegio. E sacrilego è stato anche quello che hanno fatto dopo.

7. Sicché, purtroppo, alla fine si è fatto passato davanti ai più fragili che convivere va bene, che il Papa approva e che nessuno deve dare noie.
Qualcuno dunque ha equivocato sul comportamento del Papa.
Dispiacerebbe se l’avesse fatto apposta.
Purtroppo non c’è da stupirsi neanche di questo.

Ti ringrazio, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo