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Gentile padre Angelo,
Mi chiamo Marco ho 23 anni. Da ormai tre anni sono fidanzato con una ragazza che amo moltissimo. Io ho sempre vissuto la cristianità (o almeno cercato) in ogni aspetto quotidiano mente lei, pur dicendo di credere, non ha potuto vivere l’esperienza cristiana come me… Abbiamo avuto rapporti di cui ho già ammesso le colpe confessandomi ma non riesco a trasmettere a lei la visione cristiana del rapporto… lei sostiene di amarmi e di dimostrarmelo anche con il rapporto sessuale (“che è un atto bello” ecc) ma io cerco di spiegarle che questo atto non nasce come “mezzo comunicativo”… qui la mia libertà viene a scontrarsi con la sua: il mio voler tenere a freno gli istinti, le passioni e la sua (comunque innocente) volontà… come posso fare a non imporre al prossimo la mia idea, rispettando la sua libertà?
Noi siamo convinti che ci sposeremo e lei spesso mi ripete che con l’atto sessuale vuole promettermi anche questo (amore eterno)…
Resto comunque conscio del fatto che non è solo una sua colpa, io stesso non ho resistito alle tentazioni.
Spero di essermi spiegato e la ringrazio del suo tempo, le chiedo anche di pregare per noi (lei a breve partirà per Hong Kong per lavoro e sarà una grande prova per entrambi)
Cordiali saluti e auguri per un santo Natale (2017),
Marco.


Caro Marco,
1. la tua ragazza ti dice di promettersi eternamente con l’atto sessuale.
Rimane da vedere se l’atto sessuale abbia di suo questo significato.
Infatti l’atto sessuale viene compiuto esercitando le capacità riproduttive.
Tutto in quell’atto è ordinato a suscitare la vita: la natura stessa degli organi genitali e il loro funzionamento.
E questo è così vero ed è così presente alla consapevolezza di chi lo compie che quando viene compiuto prima del matrimonio ci si premunisce per bene di evitare a quell’atto il suo effetto naturale.
Ma in tal modo l’atto che viene privato del suo linguaggio naturale e viene deformato il progetto del Creatore, che ha legato a quell’atto il dono totale di sé, compreso il dono della propria capacità procreativa.

2. Ora la tua ragazza vuole che quell’atto sia privo proprio di quell’elemento che è il segno certo ed evidente della volontà di donarsi fino all’ultimo.
In altre parole vuole che quell’atto sia una bugia, una menzogna.

3. Ed ecco qui il cortocircuito suscitato dai rapporti prematrimoniali. Anziché rendere più puro e più forte l’amore, comincia a bruciarlo.

4. È invece nella castità che si promette amore eterno perché si mostra con i fatti che non ci si consegna a chi ancora non ci appartiene.

5. Sarebbe più sincera la tua ragazza se dicesse che vuole i rapporti sessuali per la gratificazione o il piacere che vi è connesso.
Non vi sarebbe male se quel piacere fosse legato all’obiettivo per cui quegli atti sono ordinati.
Di fatto però quegli atti prima del matrimonio sono privati della loro finalità intrinseca perché non ci si vuole donare del tutto.
Come vedi, si tratta di una promessa falsa.

6. E anche questo è così vero che dopo quei rapporti molte coppie si sfaldano.

7. È vero che tante coppie si sfaldano anche dopo il matrimonio.
Ma è diversa la sensazione interiore tra chi ha lasciato il primo ragazzo e ne ha sposato un altro e chi ha lasciato il proprio marito per prendere quello che Dio aveva unito eternamente con un’altra donna.
Nel primo caso non vi è alcun disordine, perché i due erano liberi.
Nel secondo caso il disordine e l’ingiustizia (soprattutto per chi è costretto a subire tutto questo) sono lampanti.

8. Piuttosto dì alla tua ragazza che il tempo del fidanzamento è quello della preparazione al matrimonio.
E che non ci si prepara senza giungere al dominio di se stessi, ad essere signori dei propri istinti e delle proprie passioni.

9. Dì pure che nel rapporto prematrimoniale, nel quale si dice di amare l’altro, in realtà si ama la propria concupiscenza.
E questo, come è stato notato, non sarebbe senza ricadute negative anche nei confronti di figli che verrebbero cercati più per la soddisfazione o la gioia personale che per se stessi.
E ne è segno purtroppo l’insensibilità che alcuni genitori mostrano nel procurare sofferenza nei figli con tanta superficialità, costringendoli a stare con un uomo che non è loro padre, con un concubino della madre, che in alcuni casi viene chiamato senza alcuna forma di pudore il fidanzato della mamma.

10. Quanto ti ho detto non costituisce ancora la visione cristiana o confessionale del rapporto prematrimoniale.
Ma è la visione presente almeno come nocciolo in tutte le culture e che scaturisce dal significato del rapporto in se stesso.

11. Per la visione cristiana della sessualità bisognerebbe aggiungere che si deve guardare al corpo dell’altro come ad un tempio santo, in cui mediante la grazia si custodisce la presenza personale di Dio.
E che la frequentazione vicendevole dovrebbe arricchire sempre più di Dio portando ad una vita sempre più santa e fervente.
Lo dice in maniera ben chiara lo Spirito Santo per bocca di San Paolo: “Perché questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impudicizia, che ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e di libidine, come i pagani che non conoscono Dio;
che nessuno offenda o inganni in questa materia il proprio fratello, perché il Signore è vindice di tutte queste cose, come già vi abbiamo detto e attestato.
Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione.
Perciò chi disprezza queste norme, non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che ci dona il suo Santo Spirito” (1 Ts 4,3-8).
E tutto questo per essere in grado di offrire i nostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio perché questo il vostro culto spirituale (cfr. Rm 12,2).

12. Ti esorto pertanto a convincere la tua ragazza ad amare la purezza, segreto di tantissimi altri beni.
Come sarebbe bello se la vedesse luminosa in te.
Se sarà così, si accosterà a te con rispetto. Non oserà profanarti.

Assicuro la mia preghiera per te e per lei e tutte e due vi benedico.
Padre Angelo