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Quesito
Buon giorno.
Dio prima di creare il mondo materiale ha creato gli angeli.
Mi sembra di capire che essi in quel momento non erano ancora in paradiso; quindi dove erano?
Una parte degli angeli si è poi ribellata e c’è stata una battaglia tra angeli buoni e caduti; mi sembra di capire che è dopo questa battaglia che gli angeli buoni sono entrati in paradiso e quelli caduti no.
Apparentemente Dio ha sottoposto gli angeli ad una prova; questa prova è avvenuta prima della battaglia?
Non mi è chiara la dimensione temporale tra ribellione, battaglia e prova.
Sempre a proposito di angeli, dopo che le anime sante si riuniranno al loro corpo, che fine faranno gli angeli? Rimarranno soli in paradiso o all’inferno mentre gli uomini andranno in un mondo nuovo?
Grazie
Marco
Risposta del sacerdote
Caro Marco,
1. i conti non ti tornano perché pensi agli angeli con le nostre categorie umane, che sono spaziotemporali.
Chiedi infatti dov’erano presupponendo un prima che di fatto non c’è stato.
San Tommaso parlando della creazione degli angeli distingue l’istante della creazione per la quale non si trovavano ancora nella visione beatifica dall’istante immediatamente successivo nel quale si sono trovati in perfetta comunione con Dio oppure ribelli.
2. Scrive San Tommaso: “L’angelo trascende il tempo degli esseri corporei: perciò i diversi istanti degli angeli sono dati soltanto dalla successione dei loro atti. Ma negli angeli non vi potevano essere ad un tempo l’atto meritorio della beatitudine e l’atto della beatitudine stessa, che è la fruizione: poiché l’uno è atto della grazia non ancora perfetta e l’altro della grazia consumata. Ne segue perciò che bisogna ammettere (due) istanti diversi, uno in cui l’angelo meritò la beatitudine, un secondo in cui divenne beato” (Somma teologica, I, 62, 5, ad 3).
3. Dice ancora: “Nel primo istante furono tutti i buoni; nel secondo invece si ebbe la distinzione tra buoni e cattivi (Ib., 63, 6, ad 4).
4. Dalla Sacra Scrittura appare anche che “il drago trascinò con sé una terza parte delle stelle (Ap 12,4).
Anche qui va esclusa la successione del tempo.
Dice San Tommaso: “Sebbene gli angeli abbiano peccato simultaneamente, tuttavia il peccato dell’uno ha potuto essere la causa del peccato degli altri.
L’angelo infatti non ha bisogno di un certo tempo per scegliere, per esortare e per acconsentire; come invece accade per l’uomo il quale ha bisogno di deliberare prima di scegliere e di acconsentire, ed ha bisogno della parola per esortare: operazioni queste che si svolgono nel tempo.
È noto, tuttavia, che anche l’uomo, mentre nel suo cuore concepisce qualche cosa, nell’istante stesso comincia a parlare. E uno può assentire a quello che vien detto nell’istante ultimo del discorso, appena ha afferrato il pensiero di chi parla: il che è evidente soprattutto riguardo ai primi principi “cui ognuno consente non appena li ascolta”. Tolto quindi il tempo, indispensabile a noi per parlare e per deliberare, allorché il primo angelo espresse il suo desiderio con una locuzione intellettiva, poterono acconsentirvi anche gli altri nel medesimo istante” (Ib., I, 63, 8, ad 1).
5. Nello stesso istante si svolse anche la battaglia di cui parla l’Apocalisse.
Scrivi: “Non mi è chiara la dimensione temporale tra ribellione, battaglia e prova”.
La risposta è semplice: non vi fu dimensione temporale perché gli angeli sono fuori del tempo.
6. Sull’ultima domanda (cosa fanno gli angeli custodi dopo che i loro custoditi si sono salvati o persi) risponde San Tommaso: “Finché vive in questo mondo, l’uomo si trova come su una strada che deve condurlo alla patria.
Lungo la strada, molti pericoli incombono su di lui, sia dall’interno che dall’esterno, come dice il Salmista: “Sulla strada per cui cammino, hanno nascosto dei lacci a mio danno”.
Quindi, come si dà una scorta alle persone che devono transitare per strade malsicure, così si dà un angelo custode all’uomo, finché dura il suo stato di viatore.
Quando invece sarà giunto al termine della strada, allora l’uomo non avrà più un angelo custode; ma avrà in cielo un angelo conregnante, o nell’inferno un demonio tormentatore” (Somma teologica, I, 113, 4).
7. Si può anche aggiungere che come l’Angelo custode in cielo gode per la vittoria acquisita dal suo custodito, così il custodito gode della presenza e della compagnia del suo angelo custode.
Con l’augurio che questo avvenga per tutti noi, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo