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Quesito

Buonasera Padre,
mi chiamo Enrico e mi permetto, vista la sua disponibilità, di farle una domanda sugli Angeli che non ho trovato nel suo sito.
Mi chiedo se l’angelo, non possedendo il corpo e, quindi, non possedendo i cinque sensi, possa avere conoscenza delle realtà sensibili così come appaiono ai nostri cinque sensi grazie al loro intelletto, e quindi conoscendole intellettualmente come concetti e trattenendole soltanto nella memoria intellettiva.
In questo caso si tratterebbe di una maniera più completa e profonda di conoscere le cose? 
Per esempio, i demoni pur non avendo conoscenza delle cose materiali attraverso i cinque sensi riescono comunque a formarne le immagini nell’immaginazione e nella sensibilità di chi soffre di ossessione. Quindi mi viene da pensare che essi pur non vedendo, pur non avvertendo, nè gustando del mondo fisico come facciamo noi esseri umani, il loro intelletto conosce le cose materiali in tutte le loro particolarità tanto da poterle poi rappresentare nella sensibilità degli ossessi in modo conforme a come noi le percepiamo. 
È corretto questo mio modo di esprimermi? 
La ringrazio per la sua pazienza e il suo servizio.
Un caro saluto.


Risposta del sacerdote

Caro Enrico,
1. è esatto quanto hai scritto.
Partiamo innanzitutto dalla conoscenza degli angeli: essi conoscono tanto le cose spirituali tanto quelle materiali.
Tuttavia non conoscono le realtà materiali formando in se stessi un’immagine materiale come avviene per noi che siamo dotati di anima e di corpo, e per mezzo dei nostri sensi formiamo e noi stessi un’immagine materiale.
Gli angeli infatti sono sostanze spirituali E per questo “sono chiamati intelligenze e menti” (San Tommaso, Somma teologica, I, 54, 5). 

2. Ed ecco la spiegazione: come in Dio, che è causa di tutte le cose tanto di quelle spirituali quanto di quelle materiali, c’è la conoscenza di ogni realtà, ma senza immagine sensibile, così così avviene anche per gli angeli.
C’è dunque negli angeli la conoscenza delle realtà materiali, ma attraverso una conoscenza superiore, a somiglianza di quella di Dio,
Le loro menti che sono sempre fisse in Dio, nel conoscere anche le realtà materiali, ricevono da Dio una illuminazione di ordine intellettuale e non sensibile.
Ecco che cosa dice San Tommaso: “Gli angeli sono totalmente svincolati dai corpi poiché sussistono come esseri intellettuali indipendentemente dalla materia.
Di conseguenza essi derivano la propria perfezione di ordine conoscitivo da una effusione [di luce] intellettuale, in virtù della quale ricevono da Dio, unitamente alla natura intellettiva, le specie delle cose conosciute” (Ib., I, 55, 2).

3. La nostra fede attesta che essi conoscono anche le realtà materiali e singolari.
San Tommaso dice che “se non avessero alcuna cognizione delle cose materiali non potrebbero prendersi alcuna cura di tutto ciò che si svolge in questo mondo, poiché tutte le azioni appartengono alle cose materiali. Questo sarebbe in contrasto con quanto insegna la Scrittura: “non dire dinanzi all’angelo: non c’è provvidenza” (Qo 5,5)” (Ib., I, 57, 2).

4. Ed ecco in quale modo: “Come l’uomo conosce ogni genere di cose con le sue varie facoltà conoscitive, cioè quelle universali e immateriali con l’intelletto, e quelle singolari e corporee con i sensi, così l’angelo con la sola facoltà intellettiva conosce tanto le une che le altre. 
L’ordine delle cose vuole infatti che quanto più un essere è superiore, tanto abbia una virtù più semplice capace di estendersi a un maggior numero di cose. Lo dimostra il fatto che nell’uomo il senso comune, che è superiore al senso proprio, sebbene sia un’unica potenza, conosce tutte le cose che sono apprese dai cinque sensi esterni, e conosce in più altri aspetti che non sono percepiti da nessun senso esterno, p. es., la differenza del bianco dal dolce. La stessa cosa si verifica in altri campi. Essendo quindi l’angelo superiore all’uomo, sarebbe poco ragionevole affermare che l’angelo non è in grado di conoscere con la sua unica facoltà conoscitiva che è l’intelletto, quanto l’uomo conosce con una qualsiasi delle sue potenze” (Ib.).

5. E ancora: “Ora, è evidente che da Dio non deriva soltanto ciò che appartiene alla natura universale, ma altresì tutto ciò che è principio di individuazione, e cioè della materia. Dio infatti è causa di tutta la sostanza di una cosa, tanto della materia che della forma.
Perciò, come Dio con la sua essenza è principio di tutte le cose, è causa esemplare di tutti gli esseri, e per mezzo di essa conosce tutte le cose non solo nella loro essenza universale, ma audio nella loro singolarità; così gli angeli, per mezzo delle specie infuse in essi da Dio, conoscono le cose, non solo quanto alla loro natura universale, ma anche nella loro singolarità, nella loro materialità; in quanto tali specie sono immagini molteplici di quella essenza unica e semplice” (Ib.).

6. Tale illuminazione o conoscenza non avviene in maniera successiva come succede per noi che siamo nel tempo, ma l’hanno ricevuta intera nel momento stesso della loro creazione.
Con il peccato gli angeli hanno perso la conoscenza derivante dalla grazia ma hanno conservato quella che deriva dalla natura.
Hanno conservato pertanto anche quell’illuminazione derivante da Dio circa la conoscenza delle cose materiali. Ed è per questo che – entro i limiti della permissione divina -sono in grado di organizzarsi dei corpi per comparire.

7. Scrive San Tommaso: “Esistono due cognizioni della verità: l’una proviene dalla natura, l’altra è originata dalla grazia. E quella che deriva dalla grazia è di due specie: la prima, che è soltanto speculativa, consiste nella semplice rivelazione dei segreti divini; l’altra, che è affettiva, genera l’amore di Dio: e questa appartiene propriamente al dono della Sapienza.
Ora, di queste tre cognizioni la prima non è stata né tolta né diminuita nei demoni. Deriva infatti dalla natura dell’angelo il quale è per essenza intelletto o mente: e anche nel caso che si volesse punirlo con la sottrazione di qualche dote naturale, data la semplicità della sua sostanza, non si potrebbe strappare qualche parte alla sua natura, a quel modo che si punisce un uomo col taglio della mano, del piede o di altre membra. Perciò Dionigi afferma che i doni naturali nei demoni sono rimasti integri. La cognizione naturale non fu quindi diminuita nei demoni. – La seconda cognizione, quella cioè che deriva dalla grazia, ma che si ferma alla sola speculazione, non fu completamente tolta ai demoni, ma fu diminuita: poiché vien loro rivelato quello che è indispensabile dei segreti divini, o mediante gli angeli, oppure, come dice S. Agostino “per mezzo di determinati effetti compiuti nel tempo dalla virtù divina”; non hanno però questa rivelazione come gli angeli santi, ai quali è rivelato un maggior numero di tali verità, e in modo più chiaro, nella diretta visione del Verbo” (Ib., I, 64, 1).
Sotto questo aspetto i demoni, data la perfezione del loro intelletto, hanno una conoscenza naturale di Dio più alta di quella dell’uomo, sebbene non abbiano la purezza che proviene dalla grazia, “hanno tuttavia la purezza della natura, che è sufficiente per la conoscenza di Dio che loro spetta nell’ordine naturale” (Ib., I, 64, ad 2).

Con l’augurio di vedere tutte le cose in Dio sia con la luce naturale, sia con quella soprannaturale e sia soprattutto con quella derivante dalla carità, che è fonte di ogni gaudio e di ogni dolcezza, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo