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Quesito

Buongiorno padre Angelo,
nella risposta odierna si chiede: “Ma la teologia non è una scienza?“, implicando una risposta positiva: ma in che senso la teologia è „scienza“? forse perché la teologia è rigorosa, coerente e sistematica? Ma allora potremmo definire „scienza“ anche il gioco del calcio, gli scacchi, e soprattutto tante pratiche  divinatorie che gli etnologi e gli studiosi hanno rilevato o rilevano in Cina, in Africa,  nell’antica Babilonia.
Cosa troviamo nella teologia di ciò che fa capo alle più basilari nozioni di  scienza: metodo sperimentale, ricerca dei principi che spiegano o regolano un fenomeno, e soprattutto quelle realtà fattuali (siano esse naturali o documentarie: anche la storia, la sociologia, l’antropologia sono scienze…) cui si applica la ricerca scientifica? Vero è è che teologia non è che mitologia che ha acquisito coerenza e rigore, perché mitologiche sono i postulati cui la teologia fa capo: Dio, anima, creazione, caduta, redenzione, escatologia, angeli, demoni ecc. ecc. ecc.
Mi pare oltretutto che la sua “scienza” la conduca a credere a cose come le fatture, le legature, la magia, i malefici: sono “scientifiche” anche queste categorie? esistono poi tante forme di teologia: cattolica, protestante, ortodossa, islamica: hanno tutte lo stesso grado di “scientificità”?
Grazie per l’attenzione e per l’eventuale risposta.
Saluti
Abele


Risposta del sacerdote

Caro Abele,
1. la scienza è conoscenza di una determinata realtà alla luce delle sue cause.
Inoltre vi sono vari tipi di scienza a seconda del punto prospettico dal quale ci si situa per conoscere la realtà.
Mi viene da domandarti: lo sai quante e quali sono le cause?
Se apri un libro di metafisica o di etica o anche la somma teologica di San Tommaso ti viene detto che sono quattro (materiale, formale, efficiente e finale).
Non ci sono, poi, solo le cause prossime ma ci sono anche le cause remote.

3. Inoltre, sai quanti sono i modi di fare scienza?
Aristotele parlava di tre modi o gradi. 
Sono stati ripresi anche da un grande pensatore dle nostro tempo, J. Maritain.
Se tu parti dal presupposto che c’è una sola maniera di fare scienza (e cioè quella matematica), allora escludi tutte le altre conoscenze che possono essere espresse anche in maniera scientifica. Ad esempio, si parla addirittura di scienze dell’occulto.
Certo, questo modo di fare scienza non è lo stesso della matematica e neanche della metafisica e, ancor meno, della teologia.
Tuttavia nel parlare di scienze dell’occulto ci si vuole riferire ad una conoscenza approfondita, accurata, certa.
Non è questo ciò cui aspira la nostra intelligenza in ogni ambito del sapere?

4. Scrivi: "Vero è che teologia non è che mitologia ".
È così perché lo dici tu?
Verrebbe da dire: in nome di quale sapere scientifico?
Certo, con queste premesse, date per scontate e senza provarle, non si va molto in là neanche nel dialogo e nel rispetto delle persone.
Per cui a questo punto verrebbe la voglia di dire: non vado più avanti, perché è inutile.
Tuttavia vado avanti perché desidero portarti le ragioni delle mie asserzioni.

4. Domandi ancora: "Cosa troviamo nella teologia di ciò che fa capo alle più basilari nozioni di  scienza: metodo sperimentale, ricerca dei principi che spiegano o regolano un fenomeno, e soprattutto quelle realtà fattuali (siano esse naturali o documentarie: anche la storia, la sociologia, l’antropologia sono scienze…) cui si applica la ricerca scientifica?"
Se tu facessi questa domanda ad uno studente di teologia ti direbbe che si distingue una duplice teologia: una teologia positiva e una teologia sistematica che in passato veniva detta anche speculativa. 

5. La teologia positiva ha come proprio obiettivo la ricerca dei dati e a questo fanno capo tutte quelle realtà di cui domandi se in teologia si conoscano e si applichino, quelle che tu chiami “le realtà fattuali”. Ogni questione teologica premette sempre questa trattazione.
Pertanto la teologia puntualizza anzitutto la consistenza dei dati biblici e della divina Rivelazione sulle questioni interessate.
E qui, in riferimento al dato biblico, entra in campo il lavoro dell’esegesi con tutte le discipline che vi sono sottese: la linguistica (penso al fondatore dell’école biblique di Gerusalemme, il padre Lagrange, che si era preparato studiando l’egiziano geroglifico e ieratico ed era stato introdotto all’esegesi rabbinica e alla Mishnah), la geografia, l’archeologia, la storia d’Israele, le varie culture bibliche ed extrabibliche…
La teologia positiva si preoccupa ancora di questo: come i santi Padri, i dottori della Chiesa e i teologi hanno intesi questi dati biblici, come siano stati espressi nella liturgia, nella vita della Chiesa, nella storia, nell’archeologia, nella pietà popolare…

6. La teologia sistematica invece ha un altro obiettivo, che è quello di mettere in stato di scienza l’oggetto della fede approfondendolo ulteriormente e vagliandolo con il rigore della logica e della metafisica.
Allora definire la teologia come mitologia, oltre che manifestare disprezzo, rende evidente che chi parla così non conosce neanche l’abc della teologia.
La ESD sta pubblicando in edizione abbastanza economica la Somma teologica di San Tommaso col testo latino e italiano.
Se ti addentri un tantino rimani senza fiato.

7. Domandi se vi sono diverse forme di teologia.
Mi viene da dire: non hai mai sentito parlare di teologia islamica, di teologia protestante, di teologia ortodossa?
Vi sono facoltà che trattano di queste discipline con tanto di corsi specifici, dottorati di ricerche, lauree…
Certo la teologia islamica non è quella cattolica e quella cattolica non è quella protestante. Diverse sono le fonti e diverso è il modo di procedere. Si tratta comunque di un sapere e anche di un vissuto messo in stato di scienza.

Ti saluto, ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo