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Quesito

Salve Padre Angelo,
La aggiorno. Ultimamente sto vivendo un periodo di pace interiore, diciamo che la frenesia della vita quotidiana non mi tocca più. 
Inoltre se per esempio nei 20 anni colmavo il vuoto che sentivo con i soldi e le donne e non ero mai sazio, ora lo riempio con la mia fede e non commettendo più peccati mortali sono in pace e sazio anche se ho una tensione a conoscere l’infinito. Non so descrivere meglio la situazione ma la sensazione che provo mi è nuova. Lei sa più o meno cosa potrebbe essere?
Sto cercando su internet qualche termine legato al cristianesimo e trovo termini come illuminazione, indiamento, misticismo cattolico, inabitazione; forse esagero con questi termini tuttavia non saprei descrivere la sensazione che provo.
Non mi interessano più le cose materiali e se non lavorassi andrei a messa tutte le sere ad ascoltare la parola di Dio. La sera quando ho tempo cerco di leggere il più possibile la dottrina cristiana, che sebbene abbia fatto catechismo da piccolo mi ero un po’ dimenticato.
Lei ha mai sentito storie simili? Non credo sia suggestione o scrupolo, questa sensazione va avanti da mesi ed è costante. Non è una cosa passeggera.
La ringrazio per l’ascolto e dirò una preghiera per lei (già detta).
Un caro saluto,
Federico


Risposta del sacerdote

Caro Federico,
1. ciò che stai sperimentando adesso non è niente di straordinario ma è, o meglio, dovrebbe essere la normalità della vita cristiana.

2.  Parlando con la samaritana Gesù ha detto: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva” (Gv 4,10).
Quando avevi vent’anni il Signore ti diceva: “Dammi il tuo cuore, lo voglio riempire”. La Sacra Scrittura a un’espressione molto simile: “Apri la tua bocca, la voglio riempire” (Sal 81,11).

3. Tu pensavi però che il Signore non potesse riempire la tua vita perché, pur partecipando forse ai riti sacri, non penetravi nelle cose sante.
Non vivevi nella purezza, perché dedito soltanto ai piaceri sensuali.
Ti eri sottratto volontariamente a quelle realtà che soddisfano ogni gusto. Anzi, neanche pensavi che esistessero.

4. Se qualcuno ti avesse fatto leggere quel passo del libro della Sapienza dove si legge: “Invece hai sfamato il tuo popolo con il cibo degli angeli, dal cielo hai offerto loro un pane pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i figli, si adattava al gusto di chi ne mangiava, si trasformava in ciò che ognuno desiderava” (Sap 16,20-21), forse dovresti detto: sono parole alle quali non corrisponde la realtà.
La realtà è che Dio, sorgente di ogni delizia, non poteva penetrare in te perché “Dio non entra in un anima inquinata dal peccato” (Sap 1,4).

5. Il tuo comportamento era in qualche modo simile a quello della samaritana, di cui parla il Vangelo di Giovanni al capitolo quarto.
Questa donna aveva avuto cinque mariti e al momento in cui parlava con Gesù stava con un sesto.
La samaritana è il simbolo dell’uomo privo di Dio che vaga di pozzo in pozzo per sentirsi soddisfatto. 
Ma la soddisfazione che prova non è che momentanea, sicché si trova sempre vuoto.
Anche tu eri come la samaritana.
E a motivo dei peccati che si succedevano, sopra la tua mente avevi disteso un velo che impediva di vedere la realtà soprannaturali e di gustarle.

6. Quando il Signore finalmente riuscì a far breccia nel cuore della samaritana, questa lasciò la brocca presso il pozzo, dove si era recata per attingere l’acqua. E corse in città per annunziare a quella gente: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non sarà lui il Messia? La gente uscì allora, dalla città e si dirigeva verso di lui” (Gv 4,28-30).
Finalmente comprese ciò che Gesù precedentemente le aveva detto: “Chi beve di quest’acqua (e cioè dei piaceri di questo mondo), avrà sete ancora (perché non si sentirà mai sazio); chi invece beve dell’acqua che gli darò io, non avrà sete in eterno” (vale a dire: non avrà più sete dei piaceri di questo mondo perché sente che solo io sazio).

7. Tornando a te: adesso non cerchi altri pozzi perché hai scoperto che “solo Dio sazia” (San Tommaso, Expositio in symbolum apostolicum, 1) e che “tutto ciò che è meno di Dio non sazia” (San Tommaso, De duobus praeceptis caritatis, cap. 28).
Adesso stai facendo l’esperienza di cui parlò Davide quando disse: “Si saziano dell’abbondanza della tua casa: tu li disseti al torrente delle tue delizie” (Sal 36,4).
Ecco perché correresti sempre da Cristo: perché senti che solo lui sazia la tua anima e nello stesso tempo riempie il tuo cuore di delizie che non sono di questo mondo perché sono proprie di Dio. 

Con l’augurio che tu rimanga sempre in questo stato di particolare unione col Signore e con i beni del Paradiso, ti benedico.
Ti ringrazio per la preghiera già detta per me. Ti ringrazio doppiamente se la replichi. Volentieri contraccambio tutto e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo