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Quesito
Dopo aver perso mio padre 10 anni fa, alla modesta età di 58 anni per una carcinosi peritoneale, ora perdo anche mia mamma per la stessa identica malattia.
Entrambi hanno sofferto molto, ma quello che ha passato mia madre è indescrivibile.
Era così provata dalla malattia che abbiamo deciso di cremarla.
Aveva appena 64 anni, sembrava ne avesse 94.
Il male si era impossessato del suo corpo.
I nostri genitori ci hanno lasciato nelle sofferenze e molto presto, noi figli oggi abbiamo 41,35 e 25 anni, quindi facile capire che dieci anni fa eravamo ancora più piccoli.
Siamo sempre stati dei fedeli e credenti modello o quasi, ma questa ulteriore botta e per giunta nelle sofferenze dei nostri genitori ci ha praticamente sconfortati.
Bisogna avere fortuna anche nel morire e purtroppo i miei hanno sofferto fino all’ultimo respiro e noi con loro.
Io non so cosa ci sia nell’aldilà e se veramente a sto punto ci sia qualcosa, ma se devo reputarmi un servo fedele come lo era un tempo, non lo sono più.
C’è chi sta peggio di me? Vero, ma c’è anche chi sta meglio, ed io non voglio guardare sempre chi sta meglio di me.
Avevamo una famiglia felice, ora ci restano i silenzi e nient’altro.
Se un Dio esiste, voglio sapere mia mamma dov’è e come sta, non mi accontento più della fede senza vedere.
Lo ha fatto San Tommaso, con Gesù che era accanto a loro, figurati io che non vedo e non sento e non percepisco.
Beati coloro che per non vedendo crederanno? Beh, allora non sono più beato.
Grazie.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. mi dispiace che tu stia vivendo questo momento di grazia come uno che è senza fede.
Ti sembrerà strano che io definisca tempo di grazia un momento di grande sofferenza.
Eppure Nostro Signore Gesù Cristo con la sua risurrezione ha vinto la morte e proprio per questo possiamo vivere una continua comunione vicendevole con i nostri cari, nell’attesa della riunione che non avrà mai fine.
2. Santa Caterina da Siena, che è dottore della Chiesa, dice che il Signore non purifica le nostre colpe due volte.
Se vengono purificate di qua, non vengono più purificate di là e per costoro la morte costituisce l’ingresso in paradiso.
Amo pensare questo per la tua carissima mamma. La lunga e deteriorante sofferenza l’ha resa pronta per entrare subito alle nozze eterne.
3. Santa Teresa di Gesù Bambino aveva 24 anni quando è morta. Verso il termine dei suoi giorni, ormai degente nel suo letto, disse alle consorelle: “Sta per cominciare la mia missione”.
Si badi, non ha detto: “Sta per finire la mia missione”, ma “sta per iniziare la mia missione”.
Tua mamma è stata di qua per 64 anni per preparare la sua missione.
Adesso la sua missione è cominciata.
Quale missione sarebbe cominciata per Santa Teresa di Gesù Bambino?
Certamente anche quella che lei stessa ha ricordato
sul letto di morte quando ha detto: “Passerò il mio paradiso a distribuire grazie sulla terra”.
Se tua mamma potesse parlare ti direbbe la stessa cosa: “Il Signore mi ha chiamata anzi tempo a cominciare di qua la mia missione che consiste nel distribuire grazie sulla terra. I primi beneficiari di queste grazie siete voi per i quali ho vissuto e per i quali ho consumato tutta la mia vita”.
4. Forse già in occasione della sua morte avrai potuto riscontrare la sua vicinanza nel ricevere tanto conforto da persone dalle quali non te lo saresti immaginato, e così pure la soluzione di certi problemi che parevano così irrisolvibili.
Penso in questo momento ad una ragazza, figlia unica che si è sposata con un americano ed è andata ad abitare in America lasciando qui il padre e la madre da soli.
Negli ultimi tempi sua madre si era indebolita sotto diversi aspetti sicché in casa faceva tutto suo padre, più anziano di lei. Ad un certo momento quasi all’improvviso muore il padre. Si possono immaginare tutti i problemi di questa sposa tornata dall’America. Doveva pensare a tutto senza avere l’aiuto di nessuno: c’erano le esequie da celebrare, la sistemazione di sua madre, i problemi di successione e tante altre realtà connesse.
Ebbene, ogni sera quando veniva alla Messa vespertina mi ripeteva sempre il medesimo ritornello: ho fatto tutto senza lungaggini e ho trovato sempre le porte spalancate.
Attribuiva tutto all’intercessione di suo padre che era un uomo grande fede e carità.
Questa testimonianza mi è rimasta particolarmente impressa.
5. Anche tua mamma, se potesse parlare, ti direbbe: “Non piangere, non affliggerti perché ti posso essere più utile di qua, cioè dal paradiso, di quanto avrei potuto esserlo rimanendo accanto a te”.
E probabilmente aggiungerebbe quello che la mamma di Sant’Agostino ha detto ai suoi due figli poco prima di morire: “Vi raccomando solo una cosa: ricordatevi di me presso l’altare del Signore”. Vale a dire: ricordatevi di me quando andate a Messa.
Quando vai a Messa, quando preghi e quando partecipi ai sacramenti tu apri un misterioso canale tra te e tua madre: tu le doni le tue preghiere di suffragio e lei fa scendere dal cielo una grazia dietro l’altra.
Per questo all’inizio della mail ho detto che il tempo che stai vivendo, pur essendo un tempo di grande dolore, è un tempo straordinario di grazia.
6. Così, se la morte fa perdere il contatto fisico con i nostri cari, non può far morire i vincoli di affetto che sostenuti dalla fede si rivelano più forti della morte e la superano.
Toccherai con mano che l’amore può andare oltre la morte e giungere fin nell’aldilà e che è possibile un vicendevole dare e ricevere con i tuoi genitori.
Riprendi pertanto la tua vita di fede e soprattutto la pratica religiosa.
Sperimenterai tangibilmente che è sempre più quello che riceverai che quello che darai.
Questi saranno i segni più belli che tua madre ti darà dal cielo, ben più certi e più sicuri di una eventuale apparizione per la quale potresti sempre dire: “Mi sono auto ingannato a motivo della grandezza del dolore”.
7. Come vedi, la luce della fede, che è poi la luce del Vangelo, fa vedere quello che la ragione umana da sola non può vedere perché si tratta di fissare lo sguardo su realtà invisibili.
Senza fede non puoi far altro che rimpiangere i tuoi genitori.
Con la fede invece puoi continuare con loro una comunione di amore che non è pia illusione, ma realtà documentata da tanti segni.
Ti porgo le più sentite condoglianze per il grave lutto che ti ha colpito.
Ti ringrazio se le comunicherai anche ai tuoi carissimi fratelli.
Assicuro la mia preghiera per voi e il suffragio per i vostri amatissimi genitori.
Vi benedico,
padre Angelo