Questo articolo è disponibile anche in: Italiano Inglese Francese

Quesito

Gentilissimo Padre Angelo
sono Lara, una ragazza di 33 anni, devo innanzitutto ringraziarla perché in tutti i casi in cui le ho sottoposto i miei dubbi, le sue parole per me sono state sempre un aiuto e un conforto.
Sono qui a riscriverle per un dubbio che mi tormenta da settimane: sono sposata e il Signore un anno fa mi ha fatto il regalo più bello del mondo, un bambino meraviglioso, Samuele, di cui non ringrazierò mai abbastanza.
Quando però mi trovo a pensare ad alcune mie amiche, che hanno avuto più gravidanze ravvicinate, ho molta paura, non vorrei che succedesse anche a me per la situazione che vivo sia dal punto di vista economico che di salute. Mi spiego meglio:
– a livello economico tra mutuo, bollette, spesa settimanale e le esigenze del bambino riusciamo più o meno a coprire le spese, ma a volte chiedo aiuto ai miei genitori….se la famiglia aumentasse sarebbe davvero un problema;
– a livello di salute, essendo malata di epilessia, un’eventuale gravidanza sarebbe da programmare, essendo i farmaci che prendo teratogeni, dovrei fare una cura preventiva di integratori che riducano questa possibilità e sicuramente dovrei ridurre il mio lavoro perché la gravidanza aumenta il rischio di un’eventuale crisi epilettica.
Tutto questo per dirle che io non desidero per ora una seconda gravidanza e, per essere sincera, mi limiterei ad un figlio.
Mi chiedo però se questo è egoismo, mancanza di generosità; tante mie amiche che vivono la fede riescono ad affidarsi a Dio anche con meno mezzi materiali….invece io non ce la faccio proprio.
Come giudica il mio comportamento? Se è sbagliato, come potrei migliorare?
L’ultima cosa, per darle il quadro completo della situazione: mio marito ed io non abbiamo MAI usato contraccettivi, ci affidiamo solo ai metodi naturali, e se dovessi rimanere incinta una seconda volta ovviamente accoglierei il bambino come ho fatto per questo…..però non è una cosa che desidero.
Mi vengono in mente le parole dell’Humanae Vitae di Paolo VI, ma non so se questi possono essere considerati validi e seri motivi per non volere un’ulteriore gravidanza.
La ringrazio in anticipo e spero mi possa rispondere presto.
Con gratitudine
Lara

 


 

Risposta del sacerdote

Cara Lara,
1. il Concilio Vaticano II quando parla del numero dei figli dice che “questo giudizio in ultima analisi lo devono formulare, davanti a Dio, gli sposi stessi” (Gaudium et spes 50).

2. Il Concilio ricorda che la generazione dei figli va fatta “con generosa, umana e cristiana responsabilità” (Ib.).
E nello stesso tempo “confidando nella divina Provvidenza e coltivando lo spirito di sacrificio” (Ib.).

3. Aggiunge poi che così facendo gli sposi “glorificano il Creatore e tendono alla perfezione in Cristo” (Ib.).
Un figlio infatti non ha prezzo.
È una persona umana destinata ad esistere eternamente, creata per vivere una comunione eterna col Creatore e con gli abitanti del Paradiso,
San Tommaso direbbe che un figlio vale più di tutto il cosmo messo insieme perché questo è destinato a perire, mentre una persona umana ha una vocazione e una destinazione eterna.

4. Il Concilio ha una menzione particolare per le famiglie numerose: “Tra i coniugi che in tal modo soddisfano alla missione loro affidata da Dio, sono da ricordare in modo particolare quelli che con decisione prudente e di comune accordo, accettano con grande animo anche un gran numero di figli da educare convenientemente” (GS 50).

5. La decisione prudente deve tener presenti tante cose.
Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae, parlando della paternità responsabile, dice che deve tener conto delle “condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali” dei coniugi (HV 10).
E dice anche che “si esercita sia con la deliberazione ponderata e generosa di far crescere una famiglia numerosa, sia con la decisione, presa per gravi motivi e nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente od anche a tempo indeterminato una nuova nascita” (HV 10).

6. Mi pare che questo sia proprio il tuo caso.
Penso che anche il confessore, la cui voce per un credente è autorevole, ti direbbe ciò che ti ho detto io.

Ti auguro pertanto ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo