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Quesito

Buongiorno, Padre.
La paura, ma, prima ancora, l’idea stessa dell’inferno mi angoscia.
Sono divorziato ed attualmente ho un’altra relazione.
I preti mi escludono dalla comunione. Il Papa no, ma loro sì.
Così, i mezzi della Grazia mi vengono ridotti. Dagli uomini.
Nelle mie preghiere, invoco il martirio, a compensazione.
Ma, tornando all’inferno, faccio una considerazione, tralasciando tutte le altre. Di questo luogo o stato sappiamo, in fondo, abbastanza, attraverso i mistici. Si dice: voluto dagli uomini, non da Dio. Ok.
Con il giudizio universale, il risultato definitivo ed eterno sarà: santi da una parte, dannati dall’altra. Un luogo con Dio, un luogo senza Dio. Anime che hanno raggiunto l’obiettivo, anime che hanno fallito.
Domanda: perché Dio, perfetto, avrebbe ideato un progetto contenente in partenza un finale imperfetto? I piani di Dio, essendo perfetti, non possono fallire, cioè non riuscire. Ma, perché Dio avrebbe messo su un piano dall’esito non buono? La vita è un dono, ma, se Dio sa in partenza che io, nonostante tutto, potrei sciuparla, andando all’inferno, anziché in paradiso, che me la regala a fare?
Buona giornata.
Massimo


Risposta del sacerdote

Caro Massimo,
1. non sono i preti che ti escludono dalla Comunione, ma sei tu col tuo comportamento che ti escludi dalla Comunione.
Tu sai bene che cosa ha detto Dio nel sesto comandamento: “Non commettere adulterio” (Es 20,14).
Ti risulta che il Papa abbia abolito questo comandamento?
Ti pare che lo potrebbe fare?

2. Gesù ha detto: “Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio contro di lei; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio” (Mc 10,10).
È vero che tu non hai risposato un’altra donna.
Ma stai vivendo una relazione adulterina.

3. Inoltre sai bene che per fare la Santa Comunione in modo che porti frutto e non condanna è necessario essere in grazia di Dio.
Questo l’ha detto Dio: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore.
Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.
È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,27-30).

4. Nessuno può cambiare le parole che lo Spirito Santo ha detto per mezzo dell’Apostolo Paolo: “Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore!” (1 Cor 11,27).
Se qualcuno dicesse diverso da ciò che ha detto il Signore diventerebbe lui stesso “reo del corpo e del sangue del Signore!” (1 Cor 11,27) e compirebbe un peccato gravissimo.

5. Papa Francesco nelle sue udienze per far capire certe cose dice: “È chiaro? Capito?”.
E gli piace ripetere queste parole.
Ora sono persuaso che direbbe la stessa cosa anche per la Santa Comunione: “È chiaro? Capito?”.
Perché diventare “reo del corpo e del sangue del Signore!” è la disgrazia peggiore che possa capitare ad una persona.
Una disgrazia così grande per cui uno da se stesso non di rado se ne attira anche altre dal momento che lo Spirito Santo ha detto pure: “È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,30).
“È chiaro? Capito?”
A questa domanda sono certo che tu rispondi: “Sì, padre, è chiaro. Ho capito”.
E che aggiungi anche: “Ho capito che questa è la vera misericordia, quella che il Signore dà largamente e volentieri a coloro che hanno accolto la grazia del pentimento”.

6. Per cui i mezzi della grazia non te li riducono i preti, ma te li stai riducendo da te stesso.
E se per caso i preti ti ammettessero alla Comunione mentre da parte tua hai il proposito di perseverare nell’adulterio, questa non sarebbe grazia, ma disgrazia. E di quelle più grandi, come ti ho detto più sopra.
Ed è per questo che San Giovanni Paolo II ha scritto: “San Giovanni Crisostomo, con la forza della sua eloquenza, esortava i fedeli: «Anch’io alzo la voce, supplico, prego e scongiuro di non accostarci a questa sacra Mensa con una coscienza macchiata e corrotta.
Un tale accostamento, infatti, non potrà mai chiamarsi comunione, anche se tocchiamo mille volte il corpo del Signore, ma condanna, tormento e aumento di castighi» (Omelie su Isaia 6, 3)” (Ecclesia de Eucaristia, 36).
Anche dire queste cose è misericordia.

7. Circa il secondo punto dici che i piani di Dio non possono fallire.
E questo è vero.
Ma prosegui: ma se c’è il rischio di fallire, e cioè di andare all’inferno, perché ti regala la vita?
Se fosse vero questo tuo ragionamento dovremmo dire che si dovrebbero abolire tutte le gare e tutti i campionati perché nelle gare e nei campionati c’è il rischio non solo di non arrivare primi, ma anche di retrocedere.
Ma nel nostro caso quest’esempio non vale, perché tutti possono essere vincitori e a tutti vengono dati in continuazione gli strumenti per diventare vincitori.
Dio stesso assiste ogni uomo perché col minimo grado di grazia abbia la forza di resistere a qualsiasi male.

8. Se invece si ostina a compiere il peccato e non ha alcuna volontà di convertirsi, certo non si può dire che il progetto non sia stato perfetto. Perché anche la libertà è una perfezione.
Ma piuttosto si deve dire che con le proprie mani e di propria volontà ci si è destinati al fallimento.
E da se stessi si mette nel numero di quelli “che per loro conto crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia” (Eb 6,6).
Anche il progetto di una casa può essere perfetto. Ma se poi la si edifica derogando dal progetto, non si può imputare al progetto la rovina della casa.

9. Venendo a te, persuaso che il progetto di Dio è perfetto, costruisci il tuo futuro obbedendo al progetto e ascolta la sua promessa:
“Se tu obbedirai fedelmente alla voce del Signore tuo Dio, preoccupandoti di mettere in pratica tutti i suoi comandi che io ti prescrivo, il Signore tuo Dio ti metterà sopra tutte le nazioni della terra; (…).
Il Signore aprirà per te il suo benefico tesoro, il cielo, per dare alla tua terra la pioggia a suo tempo e per benedire tutto il lavoro delle tue mani; così presterai a molte nazioni, mentre tu non domanderai prestiti.
Il Signore ti metterà in testa e non in coda e sarai sempre in alto e mai in basso, se obbedirai ai comandi del Signore tuo Dio, che oggi io ti prescrivo, perché tu li osservi e li metta in pratica, e se non devierai né a destra né a sinistra da alcuna delle cose che oggi vi comando, per seguire altri dei e servirli” (Dt 28,1.12-14).

10. Come vedi, vale la pena seguire Dio.
Vale anche la pena a rinunciare a qualunque concupiscenza.
Tanto più che mi dici che per metterti in salvo sei disposto anche martirio.
Ma il vero martirio che il Signore ti chiede è quello di non deviare né a destra né a sinistra.
Per due volte il Signore ha ribadito il medesimo concetto dicendo: “Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna” (Mt 5,29) e
“se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco” (Mt 18,9).

11. Credo che un sacerdote abbia il dovere di dire queste cose.
Nel giorno del giudizio il Signore gli chiederà se ha imitato gli Apostoli dei quali si legge nel Vangelo che “partiti, predicavano che la gente si convertisse” (Mc 6,12).
Ancora: prima di salire al cielo, annunciando il compito della Chiesa e degli Apostoli, disse: “e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati” (Lc 24,47).

12. Di certo non ha comandato di dire: “Rimanete nel peccato così come siete, perché Dio è misericordioso”.

Ricordo volentieri questa tua causa al Signore e ti benedico.
Padre Angelo