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Quesito
Salve Padre Angelo,
Il mio nome è Giovanni. Seguo da circa un anno la pagina “Amici Domenicani” su Facebook, e devo dire che spesso al mattino sono contento di impegnare cinque minuti nella lettura delle Sue risposte, che mi permettono di apprendere molto sulla nostra fede, e di ragionare su temi che normalmente (e spesso errando) darei per scontati.
Oggi voglio permettermi di porLe un quesito. Personalmente sono cattolico praticante, ma purtroppo nelle compagnie di amici che frequento sono praticamente l’unico, per cui molto spesso mi trovo, durante le nostre uscite o serate di gioco, ad ascoltare da questi amici diverse bestemmie. La cosa mi ha sempre infastidito molto, al che ho chiesto a questi amici di non bestemmiare in mia presenza. Talvolta la richiesta viene accolta, e per accontentarmi si trattengono, o magari fanno qualche battuta sul fatto che io sia cristiano (cosa che di per se non mi offende, anzi a volte escono battute intelligenti, ed io ho modo nel mio piccolo, ed in maniera “leggera” di spiegare qualcosa che ho appreso durante una messa o qualche catechesi). Altre volte invece ciò non avviene perché per alcuni di loro purtroppo la bestemmia è entrata nel gergo quotidiano. Molto spesso ho pregato per loro, e continuerò a farlo, perché per il resto sono bravi ragazzi, capita spesso di vederli compiere atti di carità o avere comportamenti apprezzabili dalla morale cristiana.
Il mio quesito dunque è come comportarmi di fronte alle loro bestemmie? Faccio peccato se ascolto e non li riprendo?
Le porgo distinti saluti e ringraziamenti.
Giovanni
Risposta del sacerdote
Caro Giovanni,
1. continua pure a chiedere ai tuoi amici di non bestemmiare almeno in tua presenza.
Se sono amici, dovrebbero evitare di procurati amarezza e dispiacere. Se non altro, dovrebbero farlo per rispetto verso di te.
2. Con pacatezza e anche con benevolenza chiedi loro di non bestemmiare per un duplice motivo.
Il primo è per non offendere Dio e i Santi, anche nel caso che non vi credessero.
Forse questo motivo, che è il principale, non lo ascolteranno.
Il secondo invece – per mia personale esperienza – ho visto che funziona. Ed è questo.
3. Con garbo dico loro quello che si legge nella Sacra Scrittura a proposito del secondo comandamento: “Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché Dio non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano” (Es 20,7).
Spiego loro che cosa significava per gli ebrei pronunciare il nome di Dio: era come renderlo presente in mezzo a loro con la sua onnipotenza salvatrice.
Ora chiamarlo, farlo venire e poi non degnarlo neanche di un’attenzione come avviene quando si pronuncia invano il nome del Signore è una grave irriverenza, una maleducazione bella e buona.
Per questo il comandamento che “Dio non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano” (Es 20,7).
4. Anche qui spiego subito che l’espressione “Dio non lascerà impunito” è un nostro modo di dire perché Dio è amore e ogni azione sua è sempre piena di bene e di amore.
Ma quando noi commettiamo un peccato è come se ci sottraessimo alla protezione e alla benevolenza divina e allora rimaniamo senza difese nei confronti di colui che gira attorno a noi come un leone affamato per farci del male, il diavolo. L’espressione è di san Pietro (1 Pt 5,8).
Ecco in che senso non si rimane impuniti.
Per questo Sant’Agostino diceva che “chi pecca fa un maleficio a se stesso”.
5. Poi proseguo così: e se non si rimane impuniti per aver soltanto pronunciato invano il nome del Signore, che cosa si dovrà dire per una bestemmia?
Chiedi loro se le cose vanno meglio dopo aver bestemmiato.
Se sono attenti si accorgeranno che da se stessi si sono sottratti ad una protezione di cui prima non si rendevano conto.
Dico anche: voi non avete bisogno di essere puniti, ma del contrario.
6. Per mia esperienza personale ho visto che tante persone dopo aver sentito parole come queste hanno smesso di bestemmiare.
Prova a farlo anche tu, senza tralasciare la preghiera per loro.
Perché “la preghiera dopo la predicazione ha la massima efficacia” come insegna San Tommaso, nel medesimo modo in cui si può sperare che la semente germogli se piove dopo la semina.
Ebbene, anch’io dopo aver fatto la predica on line cerco di fare la stessa cosa per i nostri visitatori e stavolta la faccio in particolare per te.
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo