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Quesito
Buongiorno Padre,
ma i precetti morali negativi dipendono dal tempo e dalla mentalità delle persone giusto?
Cioè ci possono essere periodi storici e popolazioni, dove non tutti i precetti morali negativi valgono per loro, vero?
E quindi alcuni di essi dipendono dalle circostanze…
Cosa ne pensa?
Grazie
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i precetti morali negativi, vale a dire quelli che proibiscono di fare il male, trascendono il tempo e la mentalità degli uomini.
2. In Veritatis splendor, di Giovanni Paolo II, si legge: “Nel caso dei precetti morali positivi, la prudenza ha sempre il compito di verificarne la pertinenza in una determinata situazione, per esempio tenendo conto di altri doveri forse più importanti o urgenti.
Ma i precetti morali negativi, cioè quelli che proibiscono alcuni atti o comportamenti concreti come intrinsecamente cattivi, non ammettono alcuna legittima eccezione; essi non lasciano alcuno spazio moralmente accettabile per la «creatività» di una qualche determinazione contraria.
Una volta riconosciuta in concreto la specie morale di un’azione proibita da una regola universale, il solo atto moralmente buono è quello di obbedire alla legge morale e di astenersi dall’azione che essa proibisce” (VS 67).
3. E, confutando il pensiero di taluni che in considerazione di determinate circostanze dicono che trasgredire in quel caso sarebbe l’unico bene possibile, ribadisce che “siffatte teorie non sono però fedeli alla dottrina della Chiesa, allorché credono di poter giustificare, come moralmente buone, scelte deliberate di comportamenti contrari ai comandamenti della legge divina e naturale.
Queste teorie non possono richiamarsi alla tradizione morale cattolica: se è vero che in quest’ultima si è sviluppata una casistica attenta a ponderare in alcune situazioni concrete le possibilità maggiori di bene, è altrettanto vero che ciò riguardava solo i casi in cui la legge era incerta e, pertanto, non metteva in discussione la validità assoluta dei precetti morali negativi che obbliga senza eccezione.
I fedeli sono tenuti a riconoscere e a rispettare i precetti morali specifici, dichiarati e insegnati dalla Chiesa in nome di Dio, Creatore e Signore” (VS 76).
4. “I precetti negativi della legge naturale sono universalmente validi: essi obbligano tutti e ciascuno, sempre e in ogni circostanza.
Si tratta infatti di proibizioni che vietano una determinata azione semper et pro semper, senza eccezioni, perché la scelta di un tale comportamento non è in nessun caso compatibile con la bontà della volontà della persona che agisce, con la sua vocazione alla vita con Dio e alla comunione col prossimo.
È proibito ad ognuno e sempre di infrangere precetti che vincolano, tutti e a qualunque costo, a non offendere in alcuno e, prima di tutto, in se stessi la dignità personale e comune a tutti” (VS 52).
“La fermezza della Chiesa, nel difendere le norme morali universali e immutabili, non ha nulla di mortificante… Di fronte alle norme morali che proibiscono il male intrinseco non ci sono privilegi né eccezioni per nessuno. Essere il padrone del mondo o l’ultimo “miserabile” sulla faccia della terra non fa alcuna differenza: davanti alle esigenze morali siamo tutti assolutamente uguali” (VS 97).
5. Diverso invece è il caso dei precetti disciplinari negativi.
La Chiesa nella sua legislazione prevede precetti disciplinari che comandano o proibiscono.
Esempio di precetti disciplinari positivi sono le feste di precetto.
La Chiesa stessa dispensa dal precetto qualora tali feste non coincidano con la domenica, come la festa di San Giuseppe, dei santi apostoli Pietro e Paolo, del Corpus Domini e dell’Ascensione.
La Chiesa prevede addirittura una deroga dai precetti disciplinari negativi qualora fossero troppo gravosi in nome del principio lex positiva (qui per positiva s’intende disciplinare) non obligat cum nimio incommodo (“le leggi positive non obbligano con grave incomodo”).
Pertanto la legge che proibisce ai laici di varcare i luoghi di clausura non obbliga quando tale violazione è richiesta il nome della carità, come ad esempio nel caso dell’assistenza medica ad una persona malata.
6. Nella tua mail probabilmente alludevi a questi precetti.
Tuttavia non si può non osservare la limpidezza del magistero del santo Papa Giovanni Paolo II.
Nessuno forse avrebbe pensato che sarebbe diventato un magistero così profetico, così luminoso.
Nel suo magistero si rivela ancora una volta un dono misericordioso di Dio per noi che viviamo in questo momento.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo