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Quesito
Caro Padre Angelo,
Dopo averla ringraziata per l’encomiabile lavoro di evangelizzazione promosso dal sito le vorrei porre un quesito: qualora un uomo volesse vivere la propria esistenza in castità senza sposarsi, sarebbe lecito per lui assumere farmaci che bloccano a livello ormonale l’impulso libidinoso (cosiddetta “castrazione chimica”)?
Se l’atto sessuale è ordinato alla procreazione all’interno del matrimonio, perché un individuo non sposato dovrebbe esporsi a pericolose tentazioni quando la medicina offre aiuti in questo senso?
È lecito quindi utilizzare medicinali per “fuggire le occasioni prossime di peccato” come siamo soliti recitare nell’atto di dolore?
Che Cristo la conservi in Grazia e la benedica.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. come non è lecito mutilare il proprio corpo così non è neanche lecito inibire le capacità riproduttive che il Signore ci ha dato, le quali oltre che alla riproduzione portano all’interno dell’organismo e della vita della persona molti benefici effetti.
Il Concilio Vaticano II dice che “non è lecito all’uomo disprezzare la vita corporale; egli anzi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell’ultimo giorno” (Gaudium et spes, 14).
2. Inoltre la virtù della purezza non consiste nell’inibire le sensazioni, ma nel vincere se stessi con atti di volontà che per un cristiano sono animati anche da motivi più alti, quali l’amore di Dio e del prossimo.
È in questo modo che si acquisisce maturità e autodominio in quell’ambito che tocca “l’intimo nucleo della persona” come diceva Giovanni Paolo II e che per ridondanza rifluisce beneficamente in tutti gli altri ambiti della vita.
3. Va detto anche che la virtù della castità non consiste semplicemente nella pace dei sensi, ma nella capacità di immolarsi quotidianamente e di farsi dono.
San Giovanni Crisostomo dice che “l’amputazione dei genitali – (e questo va bene anche per la castrazione chimica) – non comprime le tentazioni e non causa la quiete quanto il freno del pensiero” (Super Matth.).
Più che pace dei sensi, la castità è energia spirituale.
4. Opportunamente il Magistero della Chiesa ricorda che la castità è la “virtù che sviluppa l’autentica maturità della persona e la rende capace di rispettare e promuovere il significato sponsale del corpo” (Familiaris consortio, 37).
Dice anche che “non va intesa come un’attitudine repressiva, ma, al contrario, come la trasparenza e, ad un tempo, la custodia di un dono ricevuto, prezioso e ricco, quello dell’amore, in vista del dono di sé che si realizza nella vocazione specifica di ognuno” (pontificio consiglio per la famiglia, Sessualità umana: verità e significato, 4).
5. Non mi soffermo sugli effetti psicologici che tali interventi potrebbero procurare nel soggetto.
Ad esempio, secondo alcuni il motivo che avrebbe portato al suicidio Alan Mathison Turing, considerato uno dei padri dell’informatica e uno dei più grandi matematici del XX secolo, sarebbe legato agli effetti fisici (crescita del seno) e psicologici della castrazione chimica cui si sottopose al posto dei due anni di carcere cui era stato condannato “per comportamento incauto”.
Ma al di là di questo, vi è un fatto: che uno non si sente più pienamente uomo.
6. Non nego che in taluni casi si possa e si debba ricorrere a farmaci che aiutano ad attenuare atteggiamenti compulsivi e pericolosi.
E in questo modo rispondo in parte alla tua ultima domanda, ribadendo però che non è in questo modo che si diventa virtuosi.
7. Ma parlare semplicemente di castrazione chimica a mio parere sarebbe lesivo della dignità della persona, che ha sempre diritto di ogni rispetto.
Tanto più che ciò che potrebbe essere considerato lecito e buono per il singolo potrebbe essere considerato altrettanto lecito, buono e doveroso da parte dell’autorità per prevenire o punire il comportamento di determinate persone.
Ti ringrazio del quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo