Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

sacerdoti e compagni martiri- memoria – 6 novembre

Beati martiri domenicani in Giappone e Cina

La celebrazione odierna riunisce i numerosi beati martiri domenicani, che nella confessione delle fede versarono il sangue in Giappone e in Cina nel secolo XVII e XVIII.

In Giappone: negli anni 1617-1632 subì il martirio un gruppo ingente dimembri dell’Ordine, tr cui fr. Alfonso de Navarette (1617), fr. Angelo Orsucci e fr. Luigi Frarjin (1622) con altri nove frati spagnoli e un centinaio di giapponesi: novizi, fratelli cooperatori, terziari e confratelli del Rosario. Pio IX nel 1867 li iscrisse solennemente trai beati, insieme a molti altri martiri dello stesso tempo e luogo.

In Cina: Subirono un glorioso martirio fr. Francesco Fernández de Capillas (15 gennaio 1648), «protomartire di quella nazione» beatificato da S. Pio X nel 1909; i vescovi fr. Pietro Sanz (26 maggio 1747) e fr. Francesco Serrano, con i presbiteri fr. Giovanni Alcober, fr. Gioacchino Royo e fr. Francesco Díaz (28 ottobre 1748), tutti insieme beatificati da Leone XIII il 14 maggio 1893.

Ne evidenziamo due.

San Francesco Fernandez de Capillas

Nato a Baquerín de Campos, nella diocesi di Palencia, vestì l’abito domenicano a 17 anni nel convento di s. Paolo a Valladolid. Ancora diacono partì per le Filippine e di qui – dopo un decennio di ministero sacerdotale – passò in Cina. Prodigò nella provincia di Fo-Kìen ogni sua energia per la diffusione del Vangelo. I magnifici risultati della sua attività gli meritarono l’odio dei tartari. Caduto nelle loro mani presso Fuan, rifiutò di apostatare la fede e fu sottoposto a raffinate torture, che sopportò con letizia per amore di Cristo. Il 15 gennaio, la decapitazione coronò l’ideale missionario vagheggiato sin dall’infanzia: la Chiesa ebbe così il primo martire dell’impero cinese.

Beato Alfonso Navarrete

Nativo della Vecchia Castiglia, entrò nel convento domenicano di Valladolid. Nel 1598 partì per le missioni nelle Filippine, dove si dedicò all’apostolato con tale entusiasmo e zelo che fu colpito da un forte esaurimento e i superiori lo fecero ritornare in Spagna. Nel 1611 ottenne di ritornare in Oriente. Fu prima a Manila e poi in Giappone, dove fondò le confraternite del Rosario e del ss.mo Nome di Gesù e diffuse il libro di fra Luigi de Granada, Guida del peccatore in giapponese. Nel 1614 l’imperatore del Giappone iniziò la persecuzione vietando ai suoi sudditi di abbracciare la fede cattolica e intimando a tutti i missionari cattolici di lasciare il paese sotto pena di morte. Da questo momento fino al 1° giugno del 1617, giorno in cui fu decapitato, il b. Alfonso, instancabile come sempre, incoraggiava i cristiani a perseverare nella fede, battezzava, confessava, predicava, celebrava la s. Messa, riconciliava gli apostati.

Preghiera

O Dio misericordioso, che ai popoli dell’estremo Oriente hai portato l’annunzio del Cristo con la predicazione e il martirio dei beati Francesco, Alfonso e compagni; per loro intercessione fa’ che rimaniamo sempre radicati e fondati nella fede. Per Cristo nostro Signore. Amen