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Quesito
Gentilissimo padre Angelo,
le sarei molto grato se lei potesse rispondere al mio quesito.
Mi rendo conto che la domanda è delicata, ma le questioni della nostra fede non ammettono riserve di sorta.
Nella GMG di Rio, da un palco, l’iniziatore laico di un noto movimento ecclesiastico ha detto (cito alla lettera, virgolettando): "Oggi, ogni volta che si annuncia il Kerygma siete chiamati a conversione, ma per credere alla Buona Notizia dovete accettare che Cristo è morto per i vostri peccati, perché ti siano perdonati e perdonati i tuoi peccati, ora (in questo momento), domani SE VUOI lo sigillerai nella confessione, ma se tu ti penti di aver toccato quella ragazza o di esserti mas… ora stesso i tuoi peccati vengono perdonati e se i tuoi peccati sono perdonati può scendere lo Spirito Santo che diventa una sola cosa con te, si fa Uno con te….."
Ora, tra cattolici, si è molto discusso sull’inciso "se vuoi".
A lei pare che sia facoltativo, anche nel caso di una "contrizione perfetta", il sigillo della Confessione? Ci si può rivolgere così a decine di migliaia di persone, tutte possono avere contemporaneamente una contrizione perfetta? I peccati di tutti, soltanto accettando "la morte di Cristo per i vostri peccati" sono perdonati, nel medesimo momento?
Le sarò grato se vorrà darmi una risposta.
Cristo sia lodato, mia Madonna, mia salvezza.
Lino
Risposta del sacerdote
Caro Lino,
1. è rischioso e anche erroneo esprimersi così davanti ai ragazzi.
È vero che Dio può perdonare anche prima del sacramento della confessione attraverso il compimento di un atto di dolore che i teologi chiamano perfetto.
E dobbiamo essere certi che è Dio stesso a suscitare tale pentimento perché nessuno quanto Lui ci tiene tanto alla nostra riconciliazione.
2. Ma questo pentimento per essere perfetto deve essere motivato dal dispiacere di aver messo di nuovo in croce Gesù, come dice la Sacra Scrittura (“crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e lo espongono all’infamia”, Ebr 6,6) non per motivi più bassi.
Dire “Accetta che Cristo è morto per i tuoi peccati” non è la stessa cosa che accendere il pentimento del peccato e dare la consapevolezza di aver di nuovo crocifisso il Signore
3. Inoltre il pentimento è perfetto solo se include, almeno implicitamente, il proposito di andarsi a confessare.
Se non c’è questo proposito, il dolore non è perfetto, perché non si è disposti a fare tutto quello che Dio richiede per la riconciliazione.
4. Dire “domani SE VUOI lo sigillerai nella confessione”.
È un’espressione equivoca e penso che abbia potuto portare molti ragazzi fuori strada.
Non era obbligatorio andarsi a confessare il giorno dopo (domani).
Ma rimaneva l’obbligo di andarsi a confessare.
Proprio per il motivo che ti ho riportato: perché diversamente la nostra volontà non sarebbe riconciliata con la sua.
5. Soprattutto, quell’espressione è stata pericolosa perché avrebbe potuto indurre il pensiero, che tornati in grazia di Dio attraverso il dolore perfetto, sarebbe stato possibile accostarsi nel frattempo alla Santa Comunione.
Chi ha compiuto un atto di pentimento perfetto, anche se si è riconciliato nell’animo, non ha ancora fatto tutto quello che deve per l’espiazione dei peccati: la confessione, l’assoluzione, la penitenza.
Per questo Giovanni Paolo II nell’enciclica sull’Eucaristia ha detto: “Desidero quindi ribadire che vige e vigerà sempre nella Chiesa la norma con cui il Concilio di Trento ha concretizzato la severa ammonizione dell’apostolo Paolo affermando che, al fine di una degna ricezione dell’Eucaristia, «si deve premettere la confessione dei peccati, quando uno è conscio di peccato mortale»” (Ecclesia de Eucharistia 36).
Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di fare queste precisazioni, che purtroppo non raggiungeranno la moltitudine dei ragazzi di Rio.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo