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Quesito
Caro Padre Angelo,
da un po’ di tempo desideravo partecipare alla S. Messa con rito tridentino. Infatti, sono un po’ stanco di veder celebrare Messe in modo superficiale, dove i Sacerdoti spesso divagano dal Messale Romano. Quello che mi addolora è la scarsa attenzione alla reale presenza di Cristo durante la celebrazione e soprattutto nell’Eucarestia.
Finalmente, ho trovato una chiesa vicino a dove lavoro dove celebrano anche con il rito tridentino. Si tratta di frati Francescani dell’Immacolata, che mi sono subito sembrati molto attenti alla liturgia sia Ordinaria che Vetus Ordo (ho potuto assistere anche ai Vespri ed all’adorazione, sempre fatte con grande devozione ed attenzione). Per facilitare la comprensione i frati distribuiscono i messali con il testo latino ed italiano; inoltre, nelle messe feriali anche le letture sono fatte in italiano (la domenica essendo la messa cantata, le letture sono in latino). Essendo non ancora quarantenne non avevo mai partecipato ad una messa con rito antico.
Devo dire che la cosa mi è "piaciuta" (…so che non dovrei andare a Messa per piacere). Certo, fa un po’ strano il silenzio, ma credo che in un mondo dove tutti parlano, gridano e vogliono dire la loro, un po’ di raccoglimento non guasti. Mi ha fatto piacere poter ricevere la Comunione in ginocchio, senza fretta e senza che nessuno rischi di inciamparti a dosso. Inoltre, dando la comunione in bocca, recitando la formula e segnando la pisside si evita quel senso di distribuzione di "figurine" (mi scusi il termine) che spesso capita nelle Messe Ordinarie con l’Eucarestia distribuita in mano. I pochi (ma non rari) fedeli mi sono sembrati tutti partecipi… insomma, non ho visto la classica immagine di anziane intente a snocciolare Ave Maria. Mi è piaciuto anche il maggior spazio per la parte penitenziale, con il giusto tempo per riconoscersi peccatori.
Insomma, benché la durata sia uguale (circa un’ora) i tempi mi sono sembrati più dilatati. Nella Messa Ordinaria, mi pare tutto un inseguirsi di preghiere e canti che lascia poco tempo al raccoglimento. Senza contare le soventi banalizzazioni a cui spesso assistiamo.
Dopo questa lunga premessa vengo alla domanda: è lecito questo mio desiderio di partecipare alla Messa Straordinaria? Mi spiego meglio, so che Papa Benedetto XVI ha completamente liberalizzato la Messa tridentina, ma ho anche letto molte polemiche a riguardo. Purtroppo gli stessi Francescani dell’Immacolata sono stati commissariati, proprio per questioni legate al rito antico. Insomma, vorrei essere fedele al Concilio Vaticano II e non vorrei che cercare il rito tridentino sia solo per un senso di curiosità e ricerca della novità. Infatti Paolo VI insistette molto perché il nuovo rito sostituisse completamente quello preesistente. Ho letto infatti le sue spiegazioni sugli indubbi vantaggi del rito Ordinario e li riconosco, ma mi pare che veramente i Sacerdoti fatichino molto (anche i più bravi e devoti) a trasmettere il senso del sacro ed a far capire che quello che si celebra sull’altare è il sacrificio di Cristo e non una cena tra amici.
Io ho provato a darmi questa spiegazione: i due riti sono come due quadri di due bravi pittori, entrambi rappresentano il sacrificio di Cristo, ma in modo sfocato, non potendo rappresentare la realtà in modo esatto. Infatti, l’unico sacerdozio perfetto è quello di Cristo e per quanto un Sacerdote umano sia sulla via della santità, certo non la potrà raggiungere che in Paradiso. Da entrambi i riti però si possono cogliere tutti i frutti spirituali del Sacramento, partecipando con fede e devozione.
Vorrei avere la sua opinione a riguardo.
La ringrazio per il suo servizio, che Dio la protegga e le renda merito.
Emanuele
Risposta del sacerdote
Caro Emanuele,
1. Benedetto XVI ha liberalizzato la Messa con il rito antico.
Paolo VI, per imprimere una certa uniformità aveva decretato che, salve le eccezioni, si celebrasse solo con il rito nuovo.
Il rito nuovo ha il vantaggio di mettere nel dovuto risalto la Parola di Dio, che è un nutrimento, una mensa alla quale il Signore vuole che ci accostiamo.
Senza il nutrimento della Parola, anche il nutrimento con il suo corpo e sangue diventa meno ricco.
2. Purtroppo molti sono andati al di là delle intenzioni del Concilio e di Paolo VI introducendo creatività non lecite e trasformando la Messa in un semplice ritrovarsi, perdendo di mira l’essenziale, quello che San Paolo ha espresso con queste parole: “Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga” (1 Cor 11,26).
3. Come ho potuto dire diverse volte, e come tu stesso riconosci, si può e si deve celebrare bene la Messa con il nuovo rito.
La Messa va celebrata con gravità, con raccoglimento, con devozione in modo tale che tutti siano trasportati nel Cenacolo dove Gesùha anticipato il sacrificio della croce, mostrandoci così in quale modo noi avremmo potuto e dovuto perpetuarlo.
4. Purtroppo il modo di celebrare di alcuni ha portato qua e là presso alcuni ad un certo discredito (ingiusto) per il nuovo Rito e ha fatto venire la nostalgia del vecchio rito.
Benedetto XVI è venuto incontro a queste persone dando loro la possibilità di partecipare alla Messa celebrata col vecchio rito senza dover ricorrere a dispense.
Ma nella Messa celebrata col rito antico il nutrimento della Parola di Dio è un pò sacrificato.
Ed è proprio per questo che il Concilio ha detto di mettere alcune parti nella lingua del popolo perché potesse intendere, nutrirsi e avere una partecipazione più viva.
5. L’intento del Concilio è stato quello di perfezionare il rito, non di distruggerlo.
E in realtà, a ben vedere, la Messa celebrata col nuovo rito è un andare avanti, un perfezionamento.
Ma alcuni purtroppo, col loro modo di celebrare, danno l’impressione che il nuovo rito sia un’altra realtà.
6. Pertanto partecipa pure alla Messa celebrata col vecchio rito.
Il consiglio che ti do è questo: cerca di integrare per conto tuo quello che il Concilio ha voluto mettere nel dovuto risalto: l’ascolto della Parola di Dio e il nutrimento che lo accompagna.
Ti ringrazio per il quesito che mi hai posto, soprattutto per la pacatezza con cui hai presentato il problema.
Non c’è la virulenza (e anche altre cose…) di alcuni tradizionalisti, che di fatto col loro animo e talvolta anche con la loro condotta si pongono in contrasto con la realtà del sacramento che celebrano: segno di unità e vincolo di carità, come diceva Sant’Agostino.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo