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Quesito

Caro padre Angelo, sia lodato Gesù Cristo!
Qui in Germania, durante la preparazione alla prima comunione di nostro figlio – con tutte le difficoltà imposte da Covid, la responsabile della comunità (non so come tradurlo, diciamo la signora che organizza gli incontri e si occupa di informare i genitori, le messe per la prima comunione etc..) usa spesso una cosiddetta “lingua semplificata” al posto del Vangelo: Qualcuno si è preso la briga di semplificare le semplici parole del Vangelo.
Non sto qui a fare polemica, ma le chiedo: poiché la stessa signora ci ha chiesto un commento sull’organizzazione della prima comunione, se avevamo commenti etc etc.. Io vorrei citare qualcosa di forte, per invitare all’uso del vangelo così come è!
Mi è venuta in mente un’udienza generale del Papa del mercoledì, 2018 forse, in marzo forse, e mi sembrava di ricordare che lui dicesse proprio questo: di stare attenti a tutte quelle manipolazioni che ci allontanano dal Vangelo.
Qui la gerarchia conta. Se il Papa dice no… è un argomento forte e attuale.
Mi può aiutare?
Un cordialissimo saluto da Treviri, in Germania!
Laura


Risposta del sacerdote

Gentile Laura, 
mi dispiace di essere giunto solo oggi ma la tua mail del 17 maggio del ‘22. Te ne domando scusa.

1. Venendo al dunque: il compito del catechista non è quello di semplificare il Vangelo, ma di spiegarlo.
È importante che le parole evangeliche risuonino nelle orecchie dei bambini e che rimangano per tutta la vita.
Certo, la spiegazione non sarà di livello universitario, ma adatta ai bambini.
E tuttavia partendo dalle stesse parole di Gesù.

Le parole di Gesù non sono come le nostre, ma “sono spirito e sono vita” (Gv 6,63). 
Hanno una potenza interiore che non c’è nelle nostre parole.

2. Come non ricordare quanto si legge nella lettera agli Ebrei: “Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4,12-13).

3. Nella Sacra Scrittura la parola di Dio spesso è rappresentata come un essere vivo.
È così perché è Dio che parla e la sua parola è creatrice con una potenza analoga alla parola proferita al momento della creazione: “Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu” (Gn 1,3). 

4. È una parola efficace perché produce il suo effetto di rigenerazione per chi la accoglie: “Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata” (Is 55,10-11).

5. È tagliente: questo aggettivo esprime bene l’efficacia della parola di Dio perché la spada a due tagli penetra più facilmente che non la spada ordinaria.
Va ricordato che la spada è anche simbolo della giustizia divina sicché chi non l’accoglie fa danno a se stesso.

6. Essa penetra fino al punto di divisione: vale a dire penetra nel più intimo del cuore dell’uomo. Nulla è nascosto al suo sguardo.

7. Penetra fino alle giunture (i nervi) e alle midolla: giunture e midolla sono le parti più intime del nostro corpo. È una parola capace di rigenerarci nel più intimo di noi stessi.

8. Va detto infine che soprattutto nei bambini le parole di Gesù hanno un potere grande perché penetrano in un’anima innocente. Possono rimanervi custodite per tutta la vita con il loro potere salvifico.
Non è pertanto un buon servizio quello di sostituirle con le nostre parole.

Grazie per il saluto da Treviri!
Ti auguro una fruttuosa Quaresima, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Con te benedico e ti ricordo nella preghiera tutta la tua famiglia.
Padre Angelo