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Quesito

Caro Padre Angelo, 
Le avevo già scritto recentemente per delucidazioni riguardo al battesimo. Oggi mi permetto di disturbarla poiché sono in cerca di consigli in merito alla mia vocazione. Io sono una ragazza di 16 anni e dal momento in cui sono tornata da Gesù la mia vita è diventata più bella e piena di senso. Ho sempre avuto il desiderio di sposarmi e avere una famiglia tutta mia un giorno e non avevo mai pensato con serietà a un particolare tipo di vita consacrata. Durante questo mese però ho iniziato a chiedermi se il Signore volesse qualcosa di più da me e ho iniziato a pregare tutti i giorni affinché Lui mi mostrasse la via da percorrere. Le confesso però che avevo un po’ di paura poiché temevo che magari il Signore volesse farmi fare qualcosa che non mi entusiasmava particolarmente (cioè qualsiasi cosa al di fuori del matrimonio). Tuttavia ho continuato a pregare e ogni volta gli chiedevo di darmi il desiderio di fare la sua volontà, qualunque essa fosse. 
Circa un paio di settimane fa, stavo ascoltando la canzone “Dolce sentire” tratta dal film “Fratello sole, sorella luna” e mentre l’ascoltavo ho sentito una grande gioia in me. Mentre le parole risuonavano nella mia mente io ho posto lo sguardo su un quadretto che ho in camera di Gesù con il Sacro Cuore e ho detto: <<Gesù mio, se tu vuoi io ti sposo>>. La cosa strana però è che quelle parole sembravano uscite dal nulla, infatti non potevo credere di averle dette, e in quel momento sentivo che il desiderio di avere una famiglia mia fosse come “silenziato” da quest’altro. È da quell’episodio che penso tutti i giorni di diventare una vergine consacrata a Dio e molte cose che in questi pochi giorni stanno succedendo mi fanno pensare che davvero sono chiamata a fare questa scelta di vita. Prima la vita consacrata in generale, come le ho già detto non mi attirava, ma ora quando penso che potrei essere chiamata a un qualcosa di così sublime, che consiste nel vivere come sposa di Cristo già su questa terra, mi sento così onorata e speciale agli occhi di Lui! Non so perché in quel momento pensavo proprio ad entrare a far parte dell’Ordo Virginum, del quale avevo sentito solo parlare qua e là e non avevo preso molto in considerazione. Ho ricercato qualche cosa in più su Internet riguardo questo tipo di consacrazione e mi piace davvero tanto il fatto che le vergini consacrate non hanno una regola o una comunità precise, ma servono Dio stando nel mondo e lavorando per mantenersi. Una cosa questa che mi ha dato ulteriore gioia poiché ho sempre voluto diventare dottoressa, data la mia passione per la scienza e in particolare per la medicina, e soprattutto da quando ho conosciuto la figura di San Giuseppe Moscati. Insieme alla gioia che mi hanno portato questi pensieri ci sono però anche tanti dubbi… In particolare mi chiedo come possa io essere stata chiamata dal Signore ad un compito così grande? Come faccio ad essere sicura che Lui vuole davvero questo da me e non è solo un mio pensiero? Sono abbastanza matura per capire ciò che comporta questa scelta? E se non fossi all’altezza di rappresentare l’amore sponsale tra Dio e la Chiesa? Anche il fatto che i miei genitori non approverebbero questa mia vocazione mi dà un po’ di pensiero, e per ora nessuno la conosce eccetto lei, tuttavia sono certa che il Signore mi darà ciò di cui ho bisogno se è davvero questo quel che vuole da me. Spero che lei possa darmi qualche consiglio a riguardo. 
Le assicuro un ricordo nella preghiera. 
Cordiali saluti


Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. l’8 febbraio scorso abbiamo celebrato la memoria di Santa Giuseppina Bakita. Non so se ne hai sentito parlare.
Era una ragazza, anzi una bambina, del Sudan e fu rapita da dei negrieri e fu venduta per cinque volte come schiava. L’ultima volta fu venduta ad un console italiano che la portò in Italia. Questa è stata la sua fortuna perché ha potuto conoscere il Signore. Non solo, ma ad un certo momento si è anche consacrata Dio diventando suora.
Di se stessa diceva che da schiava era diventata sposa di Gesù Cristo.

2. Le anime di ciascuno di noi sono chiamate a diventare spose di Gesù Cristo.
Del resto Gesù, immagine del Dio invisibile come dice San Paolo (Col 1,15), si presenta all’inizio del suo ministero all’interno di un matrimonio, come Sposo tra gli sposi.
Gli sposi sono l’uno per l’altro una realtà, ma nello stesso tempo sono anche un segno e un richiamo di un altro Sposo, del quale nessuno può prendere il posto.
Questo è il significato del Sacramento del matrimonio.
Sacramento significa segno sacro. Nel matrimonio gli sposi sono segno sacro e richiamo costante di quello Sposo che è l’obiettivo ultimo del loro matrimonio.

3. Ma alcune persone diventano spose di Gesù Cristo in maniera specifica, rinunziando al matrimonio per stare unite al Signore senza distrazione e servirlo in una famiglia più ampia.
Queste sono le persone consacrate.

4. Va detto che la vocazione naturale di ogni persona è verso il matrimonio. Tutto nella nostra struttura fisica, psichica e spirituale è orientato a questo.
Succede però che cammin facendo si possa scoprire un’altra vocazione.
In ogni caso però, tanto per il matrimonio quanto per la verginità consacrata Dio, il primo segno della vocazione è l’attrazione.

5. Questo è quanto è avvenuto in te.
Inizialmente la tua attrazione era per il matrimonio.
Ma poi ne è emersa un’altra, senza tuttavia silenziare la prima, perché il matrimonio continua ad essere per te motivo di attrazione. Come potrebbe non esserlo, essendo un bene molto grande? 
Ma accanto a questa, è cominciato a germogliarne un’altra, che porta alla celebrazione di un matrimonio più alto, niente meno che con Gesù Cristo, che non è uno sposo, ma è lo Sposo. Questo sposalizio porta ad una fecondità ugualmente più alta e nello stesso tempo più ampia perché generare a Cristo le anime è una vera paternità e maternità.

6. Tra le due attrazioni c’è questa differenza: la prima è naturale, la seconda è soprannaturale.
Ciò significa che la prima parte da noi, dall’esigenza della nostra natura e del nostro cuore.
La seconda invece parte da Dio, che infonde in noi il desiderio di sé.
È Gesù che ti invita ad essere la sua Sposa. E come tale ad essere sua confidente e comproprietaria di tutti quanti i suoi beni, perché la sposa ha pure dei diritti sul cuore dello sposo.

7. Se questo pensiero è continuo e ti entusiasma sempre di più, puoi dire che è un primo e bel segno della chiamata.
Non c’è solo questo. Ma c’è innanzitutto questo.
Proprio perché ci sono ancora altri segni che permettono di discernere la vocazione, è necessario procedere con prudenza. Saranno anche gli occhi degli altri ad aiutarci a discernere la vocazione.

8. Intanto da parte tua corrispondi generosamente agli impulsi che il Signore sta suscitando nel tuo cuore.
Il mio consiglio è quello di dedicargli quotidianamente il tempo che si dedicano due fidanzati normali. Questi si raccontano a vicenda i loro pensieri e i loro desideri. Fai anche tu la stessa cosa ascoltando le parole di Gesù, custodendole nel tuo cuore, chiedendogli che cosa significano. Ti accorgerai ben presto che le sue parole non solo illuminano, ma conquistano il cuore e lo attraggono a Gesù in maniera sempre più veemente.

Da questo momento ti porto in modo particolare all’interno delle mie preghiere perché, se questa è la tua vocazione, è una vocazione davvero sublime, la più alta che si possa immaginare.
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo