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Quesito

Caro Padre Angelo,
ho un problema con la mia fidanzata con la quale nei primi anni di fidanzamento non ho vissuto un rapporto propriamente cristiano, anzi…ho peccato molto contro il sesto comandamento.
Tuttavia, la grazia di Dio, la preghiera e la Confessione Sacramentale hanno allontanato il peccato da me…in una forma anche molto radicale.
Adesso viviamo il fidanzamento come la Madre Chiesa ci indica, ma questa scelta è stata tutta mia, cioè sono stato io, che essendomi "convertito", ho sentito questa esigenza poiché lei non capiva cosa mi spingeva a cambiare rotta.
Così ho "costretto" lei a viverla così.
La cosa è stata molto difficile e siamo stati spesso sul punto di interrompere la nostra storia, ma poi, non so perché, lei, nonostante tutto, nonostante lei abbia una fede molto molto lontana dal potersi definire tale, ha accettato per amore questa cosa e non è un problema.
Io ho iniziato a parlarle di Cristo, del mio incontro con Lui, ma lei la sento molto lontana. Faccio di tutto per avvicinarla a Gesù ma non c’è nulla da fare.
Va a messa talvolta e come costretta. Questo mi fa soffrire e mi domando se vi siano le basi per un matrimonio cristiano.
Adesso vorrebbe andare in vacanza con me… io sono molto contrario a questa cosa, vorrei testimoniare a tutti che i fidanzati sono altro dagli sposi.
Ma poi dico: lei lo desidera molto, mi ha accolto su tante richieste, non sarebbe giusto accoglierne una sua?
Se mi vorrà aiutare le sarò grato, mi aiuti, sono confuso.
Preghi per me.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. Quanto mi hai scritto sui primi tempi del tuo fidanzamento mi ha fatto ricordare una cosa: non vi siete impegnati a suo tempo a costruire la prima casa, l’edificio spirituale, nel quale abitare insieme.
Di fatto avete compiuto molti errori e questi hanno bloccato e impedito la costruzione dell’edificio spirituale.
Adesso in te, per grazia di Dio, sì per grazia di Dio come riconosci anche tu stesso, è scattato qualcosa. Ti sei accorto che manca la cosa essenziale nel vostro rapporto: Dio, da cercare e da amare insieme, da condividere insieme.
Sarà forse per grazia di tuo zio, che dal paradiso continua la sua opera di missionario e da quella postazione ha cominciato a lavorare all’interno del tuo cuore!

2. Mi viene da applicare a te quello che San Paolo diceva di se stesso: “Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia” (Gal 1,18).
Il Signore ti ha chiamato ad una fede più convinta, ad una fede non solo di eredità famigliare.
Quando mi scrivi: “quindi ho iniziato a parlarle di Cristo, del mio incontro con Lui,… faccio di tutto per avvicinarla a Gesù” non c’è forse qui il tentativo in extremis di costruire insieme l’edificio spirituale di cui ti ho parlato?
Ti stai rendendo conto che Gesù Cristo è il punto di partenza, il centro e il punto di arrivo di tutta la tua vita, anche e principalmente della tua vita affettiva, che se non fosse instaurata in Cristo, sarebbe come vuota e gettata al vento.

3. Se tu avessi iniziato a costruire l’edificio spirituale con lei a suo tempo, astenendoti rigorosamente dalle impurità, lei o si sarebbe avvicinata a Cristo oppure si sarebbe allontanata da te.
Le impurità vi hanno bloccato.
Adesso tu, per grazia di Dio, ne sei stato sbloccato, liberato. E in Gesù Cristo ti sazi interiormente, godi di altre realtà, di quelle della grazia, della comunione col Signore, della comunione con gli abitanti del paradiso, trovi luce e nutrimento nella sua parola. In somma, hai cominciato a volare e a volare in alto.
La tua ragazza invece è ancora legata, bloccata. Vive la castità come un peso. E soprattutto vive come un peso il suo rapporto col Signore, che, sembra, se potesse farne a meno sembrerebbe più contenta.
Vive come un peso quel rapporto col Signore che per te è la tua vita, l’asse centrale che sostiene e dà respiro anche alla tua vita affettiva.

4. Il problema delle vacanze insieme è presto risolvibile.
Io sono convinto che lei ti ama e soprattutto teme di perderti.
Per te è facile in questo momento darle l’aut aut: o viviamo castamente dandone gioiosamente testimonianza davanti a tutti senza conformarci al modo di fare degli altri, oppure la finiamo, ti lascio.
Sono convinto che lei soccomberebbe e per paura di perderti, sebbene molto a malincuore, rinuncerebbe alle vacanze passate insieme.

 5. Tuttavia anche se si dovesse giungere a questo punto come extrema ratio, rimarrebbe ancora il problema di fondo.
Una casa, una famiglia non può essere fatta solo di due pareti, ma di quattro. Per l’edificazione della casa spirituale tu ha messo su (e ben fisse) le tue due pareti. Al momento mancano le sue.
Ti stai rendendo conto che non ci sono le basi per un vero matrimonio cristiano e per una solida educazione dei figli.
Tu rimarresti sempre coartato nella tua esperienza di fede, perché incapace di condividerla con lei, e questo proprio quando senti che lo stare insieme è uno stare insieme proprio per questo, per condividere le realtà più alte e più belle, per condividere Gesù Cristo e il suo Vangelo.
Inoltre ci sarebbe il problema dei figli che non troverebbero nella loro madre il clima di fede di cui hanno bisogno per crescere bene.
Il Santo Curato d’Ars diceva che le virtù si trasferiscono facilmente dal cuore delle madri in quello dei figli.
E qui avresti una sposa che smentirebbe con i fatti quanto tu vorresti dare ai tuoi figli.

6. Pertanto sei ad un bivio.
Tuttavia ti direi di fare un ultimo tentativo: prega molto per lei. Fai anche dei sacrifici per la sua conversione ricordando che Nostro Signore ha detto che certa specie di demoni si scaccia solo con la preghiera e col digiuno (Mt 17,20).
Se poi vedi che non ci può essere sintonia di fondo nella fede, dovrai prendere delle decisioni.
Saranno sofferte in ogni caso.
Ma in un caso si prolungheranno per tutta la vita a meno che non avvenga la tanto sospirata conversione, nell’altro sarà dura per te e per lei, ma solo temporaneamente.

Ti assicuro la mia preghiera e il ricordo nella S. Messa perché il Signore ti illumini.
Ti benedico.
Padre Angelo