Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Buongiorno Padre.
Mi chiedevo se ci fosse una vera e propria condanna da parte della chiesa al nazionalsocialismo. Conosco la “Mit brennender sorge” ma non so se è una condanna temporanea oppure definitiva e che quindi sancisce l’impossibilità per un cristiano di essere nazionalsocialista. So che di per sé le persecuzioni, ecc… sono cose inaccettabili.
Però mi facevo queste domande perché nel caso di revisionismo storico fosse accettabile essere favorevole al nazionalsocialismo per un cristiano.
Come sempre la ringrazio moltissimo per tutto quello che fa.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la condanna del nazionalsocialismo nella mit brennendeer sorge, è inequivocabile.
Va aggiunto che il nazionalsocialismo non ha avuto uno sviluppo, ma è finito con il crollo e la sconfitta della Germania col termine della seconda guerra mondiale.
Non avendo avuto ulteriori sviluppi, come invece ci sono stati nell’ambito socialista al punto che i socialdemocratici tedeschi degli anni ‘60 del secolo scorso avevano rinunciato all’ideologia marxista, la condanna del magistero è rimasto la stessa.
2. La Mit brenneder sorge (che in italiano significa: con viva ansia) fu pubblicata il 14.3.1937 fu pubblicata nel marzo 1937 da papa Pio XI. Il suo oggetto è la condizione della Chiesa nel Reich germanico.
In Germania stavano sempre più affermandosi tendenze filosofiche e politiche dirette a sostituire la religione cristiana, che era la religione della stragrande maggioranza del popolo, con una nuova religione.
Aspirazione effettiva di Hitler e dei suoi più intimi collaboratori, nel loro odio contro tutto ciò che sapesse di ebraico, era di espellere il cristianesimo dalla Germania, sostituendolo con una religione razziale, del sangue nordico la cui deità, variamente denominata, fosse in effetti il Führer.
Il maggiore ostacolo all’affermazione di queste teorie che venivano insegnate coattivamente in scuole, conferenze, caserme, giornali, ecc., era naturalmente la Chiesa cattolica.
Di qui una politica di graduale soffocamento, senza far martiri, nonostante che nel 1933 fosse stato stipulato con la Santa Sede un Concordato che garantiva l’esercizio libero della fede cattolico.
3. Si legge nella Mit brennender sorge: “Solamente spiriti superficiali possono cadere nell’errore di parlare di un Dio nazionale, di una religione nazionale, e intraprendere il folle tentativo di imprigionare nei limiti di un solo popolo, nella ristrettezza etnica di una sola razza, Dio, Creatore del mondo, re e legislatore dei popoli, davanti alla cui grandezza le nazioni sono piccole come gocce in un catino d’acqua” (n. 2).
4. Va ricordata di quei tempi la scuola di Rosenberg, autore del Mito del XX secolo, la quale diffondeva l’idea che l’amore con l’umiltà cristiana fosse espressione di debolezza propria di razze pallide, inferiori (le latine per esempio), mentre l’onore sarebbe stato il sentimento tipico delle razze nordiche, fiere e dominatrici” (Cfr. La Civiltà Cattolica, 1931, vol. III, quad. 1947, p. 256).
5. Igino Giordani, scrittore cattolico impegnato nell’ambito politico, nel 1946 rilevò che in quel tempo stagnava “una letteratura anticattolica e pagana con cui si tirarono in campo deità fittizie d’ogni specie, che erano rivestimenti anticristiani, nietzschiani, di un ateismo autentico. Il generale Ludendorf, che con sua moglie capeggiava una delle correnti scristianizzatrici, diceva: “Con tutta la forza della mia anima teutonica, io odio il cristianesimo, questa religione orientale predicata da un giovane ebreo idealista, e nella quale l’Antico Testamento ebraico, sebbene rimaneggiato, resta sempre un’opera odiosa e disprezzabile. Tutte le miserie sofferte dal popolo tedesco, crepuscolo della storia, sono dovute alla razza ebraica e al cristianesimo, al quale ha dato vita”. (I. GIORDANI, Le Encicliche sociali dei Papi, p. 506).
Conclude sarcasticamente Igino Giordani: “ragion per cui fu dato al popolo tedesco e a tutti la… felicità che si sa: questi anticristiani sono stati anche i pi grandi collettori di disastri militari e politici”.
6. Merita riportare quanto Pio XI scrisse al termine dell’enciclica, sulla presunzione dell’ideologia nazista: “Allora i nemici di Cristo – di ciò siamo sicuri – che vaneggiano sulla scomparsa della Chiesa, riconosceranno che troppo presto hanno giubilato e troppo presto hanno voluto seppellirla.
Allora verrà il giorno, in cui, invece dei prematuri inni di trionfo dei nemici di Cristo, si eleverà al cielo dai cuori e dalle labbra dei fedeli il Te Deum della liberazione: un Te Deum di ringraziamento all’Altissimo, un Te Deum di giubilo perché il popolo tedesco, anche nei suoi membri erranti avrà ritrovato il cammino del ritorno alla religione, e con una fede purificata dal dolore piegherà di nuovo il ginocchio dinanzi al Re del tempo e dell’eternità, Gesù Cristo” (n. 12).
7. Come si vede, è stata una condanna definitiva soprattutto perché è venuto meno per autosuicidio quel movimento politico e culturale.
In nessun modo è possibile conciliare il cristianesimo con il nazismo, soprattutto con la sua idea di riportare la Germania alle religioni ancestrali.
Pio XI parlò di folle tentativo di riportare all’idea di un Dio nazionale.
Folle, perché non si sostiene in nessun modo, neanche dal punto di vista razionale.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo