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Quesito
Buongiorno padre Angelo,
La domanda finale del Padre Nostro si può considerare un esorcismo?
Grazie,
Cristiano
Risposta del sacerdote
Caro Cristiano,
1. la parola esorcismo deriva dal greco e significa scongiurare.
Ebbene lo scongiurare è un atto di religione che consiste nell’invocare il nome di Dio o di un’altra realtà sacra per obbligare un altro ad eseguire o ad astenersi dal fare qualcosa. In questo senso S. Paolo scongiura per la misericordia di Dio ad offrire i propri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” (Rm 12,1).
2. Lo scongiurare può essere deprecativo se si fa in forma di supplica e interponendo i meriti di Gesù Cristo, della B.V. Maria, dei santi.
E questo è l’uso che ne fa la Chiesa nella liturgia quando supplica Dio Padre con le parole: “Per il nostro Signore Gesù Cristo”, oppure “Per Cristo nostro Signore”.
3. Può essere anche imperativo quando si fa sotto forma di comando.
Può essere fatto ai fedeli, come quello di S. Paolo a Timoteo: “Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti: annunzia la parola, insisti a tempo” (l Tm 4,1), oppure per cacciare via i demoni (esorcismo) o anche animali nocivi.
4. Per esorcismo s’intende allora quell’atto nel quale “la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro l’influenza del Maligno e sottratto al suo dominio” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1673).
5. Pertanto le parole che Gesù ci ha insegnato a recitare al termine del Padre, strettamente parlando non sono un esorcismo.
Sono un’invocazione, una preghiera.
Poiché questa preghiera è parola di Dio, parola del Signore, ha sempre una sua efficacia.
Ed è anche in riferimento a questo che San Tommaso dice che non si recita mai il Padre Nostro senza riceverne qualche beneficio.
6. Ecco quanto dice San Tommaso: “Ebbene, questa preghiera dà senz’altro molta fiducia perché è stata composta dal nostro Avvocato presso il Signore, l’Intercessore sapientissimo “nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2, 3) e del quale si dice: “Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo” (1 Gv 2,1-2).
Giustamente S. Cipriano dice: “Avendo come avvocato dinnanzi al Padre il Cristo, che è difensore per i nostri peccati, lasciamo parlare il nostro Avvocato”.
La sicurezza diventa ancora più grande se si pensa che colui che ci ha insegnato questa preghiera è lo stesso che, insieme al Padre, ha il compito di esaudirla, adempiendo quanto è detto nel salmo 91,15: “Mi invocherà e gli darò risposta”.
Indubbiamente è questo il motivo per cui questa preghiera non si recita mai senza frutto, sicché essa ci ottiene tra l’altro, come dice S. Agostino, anche la remissione dei peccati veniali” (Esposizione del Pater, Prologo).
Questo frutto riguarda anche l’allontanamento dei demoni.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo