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Salve Padre Angelo,
Le scrivo per avere delle informazioni circa l’eucarestia a persone conviventi, Le riporto brevemente la situazione che mi si è presentata.
Io e la mia compagna viviamo insieme da circa 5 anni, non siamo sposati perché io non sono credente, quattro mesi fa abbiamo avuto una bambina, adesso stiamo facendo un percorso per farle fare il battesimo, in quanto la mia compagna è credente e ci teneva molto a farglielo fare.
Durante gli incontri avuti con le catechiste ci è stato detto che la mia compagna non può prendere la comunione perché non è sposata ed è qui che mi sono sentito amareggiato perché per colpa mia lei è malvista dalla Chiesa del Dio in cui lei crede.
La domanda che mi sono fatto dopo aver sentito tale affermazione è stata quella di chiedermi cosa doveva fare per essere una brava Cristiana. Cambiare compagno? Perché quello con cui lei aveva deciso di creare una famiglia non era degno per una credente.
Ho trovato questa regola ingiusta, chiaramente è un parere strettamente personale e assolutamente non polemico, ma trovo che una regola del genere possa solo portare all’allontanamento dalla Chiesa del convivente credente ed inoltre non credo che il Padreterno faccia tale discriminazione tra i suoi fedeli.
La ringrazio in anticipo per le delucidazioni e approfitto per farle i complimenti per il sito e per il supporto offerto.
Cordialità
Giuseppe


Caro Giuseppe,
1. purtroppo solo oggi sono giunto alla tua mail del settembre scorso (2017). Te ne domando sinceramente scusa.
Intanto mi compiaccio della tua paternità e sono contento del percorso che hai fatto per donare alla tua bambina il bene più grande che è la grazia di Dio.
La grazia santificante fa sì che una persona porti dentro di sé la presenza personale di Dio.

2. Nel frattempo avrete celebrato il Battesimo e sono convinto che la sera di quel giorno avrete sperimentato un gaudio particolare dovuto non solo al fatto che tutto sia andato bene e alla presenza di parenti e amici, ma principalmente all’azione che lo Spirito Santo ha compiuto sulla tua bambina e indirettamente su tutta la tua famiglia.
Anche se non sei credente, tuttavia il Signore può farti provare gioie speciali che sono autentiche grazie, anche se non le riconosci derivanti da Dio stesso.

3. Adesso vengo al problema che mi hai posto e che è doloroso certamente per la tua compagna che è credente, ma anche per te.
È un problema che vi ha posto dinanzi alla realtà della convivenza, la quale indubbiamente non è lo stato ottimale per i figli che nascono.
I figli hanno bisogno non solo di avere due genitori normali, e cioè di un papà e di una mamma, ma di avere anche due genitori che fra di loro sono una cosa sola e non soltanto compagni.
Nel matrimonio c’è qualcosa che non c’è nella convivenza, e cioè l’esproprio di se stessi per essere dell’altro e per l’altro per sempre.
C’è una fusione di due esseri che da quel momento diventano l’uno dell’altro e non hanno solo la buona volontà di volersi bene ma se ne assumono addirittura il dovere.
Che cosa c’è di più bello di questo: assumersi addirittura il dovere di amarsi e di stare insieme per tutta la vita nella gioia e nella prova!

4. Per un cristiano poi si tratta di qualcosa di ancora più grande: c’è il sacramento che conferisce una forza fuori del comune per poter superare le inevitabili difficoltà di ogni convivenza.
I cristiani sanno che attraverso le gioie e le prove della vita devono attendere alla santità di vita, e cioè a quella conformità di sentimenti con Cristo nei quali soltanto c’è la vera gioia, la vera felicità già qui in terra.
E nel perseguire questo obiettivo non solo lasciati soli perché – innestati in Cristo – hanno il diritto di essere da Lui soccorsi perché fedelmente, santamente e con perseveranza sino alla fine possano attendere ai loro doveri di sposi e di genitori.

5. Ora la vostra situazione di conviventi non vi impegna ad amarvi con i sentimenti di Cristo, con quei sentimenti descritti dalla Sacra Scrittura con queste sublimi parole: “E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (Ef 5,25-27).

6. La tua compagna è credente, come mi dici, ma probabilmente è poco praticante, perché è da parecchio che non si confessa né fa la Santa Comunione.
Se si fosse confessata il sacerdote le avrebbe detto che per un cristiano non è lecito andare a convivere e che le relazioni sessuali fuori dal matrimonio non sono secondo Dio.
Le relazioni sessuali infatti – se sono serie – significano la donazione totale di sé ad un’altra persona.
Ma se la donazione è totale vuol dire che da quel momento non ci si appartiene più, ma si è dell’altro.
La convivenza invece contraddice l’interiore significato di quel gesto perché lo priva di quella donazione irrevocabile che viene manifestata e sancita attraverso il consenso nuziale.

7. Mi parli dell’amarezza che provi perché la tua compagna sarebbe malvista dalla Chiesa di quel Dio in cui crede.
Che sia malvista non è vero.
Tanto più che la Santa Comunione non è un attestato di gradimento della Chiesa, ma è fusione della propria volontà con quella di Nostro Signore.
E sebbene la tua compagna non abbia ancora la piena conformità della sua volontà con quella del Signore a motivo del suo stato irregolare, tuttavia la Chiesa la ama come sua carissima figlia.
E continua anche ad amare te, Giuseppe.
Se sei stato battezzato Le sei sempre suo carissimo figlio, sebbene non credente.
Per questo ovunque ci sono persone che pregano, soffrono e offrono la loro sofferenza e i loro meriti perché tutti – tra i quali anche voi – possano accedere ai Sacramenti che sono quelle grandi arterie soprannaturali attraverso le quali Dio fa scorrere nel cuore degli uomini la sua vita divina (la grazia), la sua luce, il suo conforto e la sua speciale protezione.

8. Bisognerebbe che voi due in questo momento – se volete impegnarvi per sempre – faceste un piccolo passo e chiedeste alla Chiesa di sposarvi anche con rito misto come si fa quando si celebra il matrimonio tra un credente e un non credente.
Così viene rispettata la tua non credenza e viene corroborata la fede di colei che diventerà la tua sposa cristiana, che la domenica andrà a Messa e farà la Santa Comunione anche per te, oltre che per se stessa e la vostra carissima figlia.

Perché abbiate la forza di fare questo passo e di impegnarvi per sempre l’un l’altro per il bene del vostro reciproco amore, per il bene della figlia che avete e per il bene degli altri che verranno a Dio piacendo, vi ricordo volentieri al Signore e vi benedico.
Padre Angelo