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Quesito
Buongiorno,
avrei una domanda in linea generale che di sicuro le avranno già fatto….
dunque per peccato mortale si intende un’azione contraria ai dieci comandamenti, compiuta con piena consapevolezza e deliberato consenso, quindi per esempio commetto peccato grave se, ben sapendo che non andare a messa alla domenica è contro il terzo comandamento, decido comunque di non andarci; oppure io so che fare sesso con la mia morosa o darmi all’autoerotismo è peccato contro il sesto comandamento, ma decido ugualmente di farlo…e così via;quindi, nel momento in cui commetto una di queste azioni, devo avere bene in mente che essa è contro la Legge di Dio (per scegliere tra bene e male devo prima sapere cos’è male) e devo scegliere di compierla liberamente (senza pressioni o costrizioni).
Ora, si può dire che il peccato mortale lasci dei segni dietro di sè? nel senso, ci sono dei sintomi che potrebbero suggerirmi se sono in peccato grave o no?
Per esempio volontà di pregare annullata, difficoltà nel concentrarsi, attaccamento alle cose terrene, disinteresse verso le cose di Dio, disordini e rilassatezza nella disciplina….
– Altra domanda: domenica scorsa non ho partecipato alla Messa; non per pigrizia, semplicemente per il sabato mi ero preso un altro impegno (un’altra persona aveva pagato di tasca sua) e quindi non potevo andare alla Messa prefestiva, e la domenica per tutto il giorno ero a lavorare (sono turnista, e una volta al mese mi capitano i festivi) e quindi non potevo organizzarmi altrimenti…ci tengo molto alla Messa alla domenica, rare volte l’ho saltata, in cuor mio so che non è una cosa che ho programmato a tavolino….
In più non mi sento indebolito nella Fede (continuo ad aver voglia di pregare etc….)
Mi dica, è un peccato grave da confessare?
La ringrazio per tutto!!
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. se una persona è di coscienza retta, ben formata, avverte le conseguenze del peccato grave.
Anzitutto sente che le manca la presenza personale di Dio da cuore a cuore.
Continua a credere in Dio. Ma avverte che tra lui e Dio si è frapposta una barriera che impedisce di avvertire la sua presenza e anche il calore che ne deriva.
2. Questo lo si avverte in particolare nei peccati di ordine sessuale.
La sessualità infatti tocca l’intimo nucleo della persona, come amava ripetere Giovanni Paolo II.
Commettere peccati gravi in questo ambito significa creare disordine nel fondo di se stessi: disordine nel proprio orientamento con Dio, disordine nel rapportarsi con gli altri e malessere nei riguardi di se stesso.
Quello che tu mi ha descritto è verissimo: “volontà di pregare annullata, difficoltà nel concentrarsi, attaccamento alle cose terrene, disinteresse verso le cose di Dio, disordini e rilassatezza nella disciplina….”.
3. Giovanni Paolo II in Reconciliatio et paenitentia ha detto: “Poiché col peccato l’uomo rifiuta di sottomettersi a Dio, anche il suo equilibrio interiore si rompe e proprio al suo interno scoppiano contraddizioni e conflitti” (RP 15).
Per questo la Sacra Scrittura dice che chi pecca “Chi pecca, danneggia se stesso” (Sir 19,4).; “Ma forse costoro offendono me – oracolo del Signore – o non piuttosto se stessi a loro vergogna?” (Ger 7,19)
Giovanni Paolo II diceva che il peccato è un atto suicida (RP 15).
E Sant’Agostino: “il peccato è una maledizione” (Contra Faustum, 14,4) e pertanto tutto il contrario di una benedizione.
Come si vede, il peccato è una vera seduzione, come quella attuata dal demonio nei confronti dei nostri progenitori.
Queste conseguenze, se uno è di coscienza retta e ben formata, si avvertono quando si tratta di mancanze contro la legge di Dio (decalogo) che è scritta nella nostra stessa natura.
4. Santificare la festa fa parte della legge di Dio, del terzo comandamento.
La legge della Chiesa determina che la santificazione delle feste va attuata con la partecipazione alla S. Messa.
Non santificare le feste fa perdere qualcosa.
Ma non sempre la mancata santificazione attraverso la partecipazione alla Messa costituisce un peccato grave, soprattutto se si tratta di compiere un atto di carità come nel caso di una madre che deve stare accanto ai bambini malati o di altre persone che devono assistere degli infermi e non c’è nessuno che li sostituisca.
Analogamente il tuo lavoro di turnista è un servizio che rendi alla società, alla pari di tanti altri servizi che devono essere garantiti anche nei giorni di festa.
Per questo non hai commesso peccato e non devi confessartene.
5. Allora in questi casi certamente ti manca qualcosa e cioè il nutrimento che ti viene dalla partecipazione ai sacramenti.
Ma non essendoci peccato, non avverti tutti i disagi che invece si provano quando si va contro la legge di Dio.
Tuttavia quanto ti capita di dover “saltare la Messa” cerca di sopperire nutrendoti per conto tuo della parola del Signore e cercando di andare a Messa durante la settimana.
Di per sé non sei tenuto a questo. Ma come ogni organismo indebolito sente l’esigenza di dover mangiare, così si dovrebbe fare quando la nostra vita di fede non riceve il nutrimento di cui ha bisogno per essere forte e resistere alle tentazioni.
Continua ad essere amico del Signore così come manifesti nella tua email.
Hai tutto da guadagnarci e nulla da perdere.
Ti assicuro anche per questo obiettivo la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo