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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono un giovane di 22 anni con un futuro ancora molto incerto.
Per anni ho pensato a cosa avrei fatto della mia vita, ho poi iniziato a chiedermi che cosa DIO volesse per la mia vita.
Tuttavia ho un problema: fatico tantissimo a comprendere il confine tra libero arbitrio e il volere del Padre.
Ad oggi mi domando, per esempio:
1. Dio ha una strada per ognuno. Tuttavia alcuni Sacerdoti dicono che, questa strada, riguardi solo "l’interiorità" e che sia quindi esclusivamente un percorso di crescita interiore; dicono quindi che, per gli aspetti materiali come la scelta degli studi o del lavoro, per esempio, dobbiamo decidere noi con il nostro libero arbitrio.
Altri Sacerdoti suggeriscono invece che questa "strada" coinvolga anche la vita "materiale/concreta" (lavoro, amicizie, etc..), che sia quindi una strada a 360°.
Quale la visone corretta?
2. Le Scritture, in merito al matrimonio, dicono che Dio condurrà la donna verso l’uomo cui è stata destinata; così che essi possano divenire una sola carne. Un Cristiano deve quindi aspettare fiduciosamente la donna che Dio ha creato per lui (e lui per lei), stando quindi in serena attesa?
Oppure deve "ravanare", come molti, in questo mondo osceno alla ricerca di una Lei che gli sembri adatta?
Temo immensamente i matrimoni di sofferenza, le famiglie divise e di sbagliare nella scelta della persona.
Vedrei la mia vita compiuta solo in un matrimonio in Dio e nella sicurezza e gioia che ne derivano.
Nella speranza di ottenere chiarimento, ringrazio anticipatamente per l’attenzione.
Complimentandomi per il bel servizio che mette a disposizione, le porgo cari saluti.
Alessandro
Risposta del sacerdote
Caro Alessandro,
1. le due vie che ti hanno presentato vari sacerdoti, a ben vedere, non si contrappongono.
Dobbiamo in tutto seguire le vie di Dio.
Ma queste vie non ci sono estrinseche, sono già indicate dalle inclinazioni, dalle attitudini, dal carattere di una persona.
I disegni di Dio su di noi sono chiamati “vocazione”.
Ora, come più volte ho già avuto occasione di dire, la vocazione è quello che uno è, è ciò per cui uno è fatto.
Non è qualcosa di esterno, del tutto alieno dalle nostre inclinazioni più profonde.
Allora nella scelta degli studi e del lavoro uno dovrà fare ciò per cui è inclinato.
Talvolta, in assenza di questo ci si adatta a fare anche altro. Ma si tratta sempre di una situazione di ripiego e che comunque non è contraria alle nostre capacità lavorative.
In ogni ambito della vita è necessario vagliare ciò che fa per noi.
Questo è il compito della virtù morale o cardinale della prudenza.
2. Secondo San Tommaso la prudenza per dirigere secondo Dio le nostre azioni si fa aiutare da tante virtù.
Una di questa è la capacità di valutare le azioni o scelte tenendo presente le nostre capacità e gli obiettivi da raggiungere.
Questa virtù viene chiamata solerzia.
Dio non si sostituisce a questa nostra valutazione che è indispensabile per diventare persone mature e capaci a loro volta di consigliare altri.
Certamente possiamo e dobbiamo domandare a Dio aiuti e illuminazioni particolari per discernere meglio.
Ma questo discernimento da parte del singolo è indispensabile.
3. Ancora: sempre San Tommaso ricorda che tre atti sono necessari per valutare ogni azione o scelta: la memoria del passato (questa memoria si avvale spesso dell’esperienza degli altri soprattutto se uno è giovane), la conoscenza puntuale della situazione presente e la previsione del futuro.
Ogni scelta, per essere governata dalla prudenza, richiede questi tre passaggi.
4. Mi dici che “le Scritture, in merito al matrimonio, dicono che Dio condurrà la donna verso l’uomo cui è stata destinata; così che essi possano divenire una sola carne. Un Cristiano deve quindi aspettare fiduciosamente la donna che Dio ha creato per lui (e lui per lei), stando quindi in serena attesa?”.
Non so a quale passo della Scrittura ti riferisci,
Probabilmente è quello in cui Dio dice ad Eva dopo il peccato originale: “Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà” (Gn 3,16).
Ma quest’affermazione non va intesa nel senso che dai tu, ma piuttosto nel senso che il peccato originale ha danneggiato il rapporto marito-moglie introducendo una tensione.
Le conseguenze negative di questa tensione investono soprattutto la donna, dal momento che il suo impulso verso il marito non è ricambiato da pari slancio verso di lei, ma dal dominio del marito e perfino dalla prepotenza.
E questo certamente non è voluto da Dio.
5. Pertanto anche nella scelta della persona da sposare non si può stare in attesa che caschi dal cielo.
Ci si deve industriare a cercare quella che è fatta per gli obiettivi di integrazione vicendevole, dell’evolversi del matrimonio in famiglia e di comune santificazione.
San Pietro esorta le donne ad adornare il proprio cuore “con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace” (1 Pt 3,4).
Questo vale non solo per le donne ma anche per gli uomini. Anch’essi per la felicità e la prosperità del matrimonio hanno bisogno di formarsi “un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace”.
Il fidanzamento è fatto anche per questo: per formare e per verificare se gli animi sono adatti a stare insieme, se c’è la buona volontà ad eliminare le asprezze e formarsi un animo dolce e mite, pieno di pace.
Ti sono vicino con la preghiera sia nel trovare la ragazza che fa per te sia nel perseguire insieme con lei gli obiettivi del fidanzamento e della santificazione vicendevole.
Ti benedico.
Padre Angelo