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Quesito
Come si può eliminare la apparente contraddizione dei due versetti sotto riportati?
Mt 7,11: “Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!
Mt 12,34: “Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore”.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. il primo versetto che mi hai riportato non va preso alla lettera. È evidente che qui il Signore vuole ricordare la nostra imperfezione e anche la nostra inclinazione al male.
Come per dire: se voi, che pur inclinati al male, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più non ve le darà il Padre celeste che vi ama con un amore infinito e purissimo?
2. Mi piace riportarti il commento di San Giovanni Crisostomo: “Ha detto queste cose non detraendo all’umana natura, né affermando che tutto il genere umano è cattivo, ma per la differenza con la sua bontà, chiamando malizia l’amore paterno, tanta è la sovrabbondanza del suo amore rispetto agli uomini. Poiché in rapporto a Dio, che solo è buono in modo singolare, tutti sembriamo cattivi, come in rapporto al sole ogni corpo luminoso sembra oscuro” (Commento al Vangelo di Matteo).
3. Le parole del secondo versetto che mi hai riportato si comprendono bene nel contesto in cui sono state pronunciate.
I farisei avevano detto che Gesù compiva le sue opere con la forza che gli veniva dal peggiore dei demoni, da Beelzebul (Mt 12,24).
Ma confondere le opere santissime di Dio con quelle del diavolo è il peggiore dei mali che possano capitare ad una persona. Manifesta infatti un’ottusità totale all’azione della grazia così da rendere quasi impossibile il pentimento ed essere molto a rischio della perdizione eterna.
4. Per questo Gesù dice loro: “Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi?”.
Questa cecità della mente e questa durezza di cuore sono state causate dalle vostre opere perverse che vi hanno accecato e indurito.
Siete diventati incapaci di vedere come lo è un cieco e insensibili al bene come lo può essere un morto.
Sono le vostre opere perverse che vi hanno portato a questa situazione quasi disperata, così da commettere un peccato contro lo Spirito Santo
5. Gesù altrove aveva detto: “La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie.
Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate” (Gv 3,19-20).
6. Pertanto le parole del primo versetto sono dette in maniera benevola e in generale per tutti gli uomini.
Le seconde invece riguardano una particolare categoria di persone, i farisei, che Gesù chiama “razza di vipere”.
Già il Battista li aveva apostrofati così: “Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente?” (Mt 3,7). Erano infatti persuasi di essere graditi a Dio e di non aver bisogno di purificazione e di penitenza.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo