Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono ….  dei Carmelitani di Genova.
So che lei mi ricorda essendo stato suo alunno alla facoltà teologica di Genova.
Ho un quesito da sottoporle.
Nell’articolo che allego (tratto dalla rivista FOCUS dell’inizio dell’anno) si parla di un famoso paradosso sull’onnipotenza di Dio.
Come si può controbattere.
Ricordo che in prima teologia mi era stato detto che non possono esistere due “Dio” perché una delle caratteristiche e l’essere infinito e due infinito non possono esistere separatamente (all’incirca, magari le parole sono un poco diverse).
Però se usiamo ragionamenti come questo per provare che esiste un solo Dio, poi come non considerare l’altro ragionamento.
Lo sa, io ho studiato tanta matematica e ben conosco i paradossi matematici che ti portano ad arrivare a una conclusione errata partendo da premesse errate.
Ma qui non riesco a trovare l’inghippo.
Se si risponde che la domanda è una contraddizione in termini, allora anche Dio lo è…
Scusi ovviamente sto facendo “l’avvocato del diavolo” per capire bene.
Mi scuso se sono stato magari impreciso in alcuni passaggi, ma non avendo fatto studi classici certe lacune ritornano.
Grazie se e quando potrà rispondermi.
In unione di preghiere.

Ecco l’articolo:
Che cosa succede se una forza inarrestabile incontra un oggetto inamovibile?
Non può accadere nulla poiché l’esistenza di una “forza inarrestabile” di fatto esclude quella di un “oggetto inamovibile” e viceversa. Se la forza fosse in grado di spostare l’oggetto, allora questo non sarebbe più inamovibile. Al contrario, se esistesse un oggetto in grado di fermare una forza inarrestabile, questa non potrebbe più essere definita tale. In più, nel nostro universo fisico, oltre a non esistere una forza inarrestabile, non può esistere un neanche un oggetto inamovibile, in quanto dovrebbe essere dotato di inerzia infinita e dunque di massa infinita, mentre il nostro universo è “finito”.
Paradosso dell’onnipotenza. La domanda nasce in realtà da un antico problema teologico sull’esistenza dell’onnipotenza di Dio. Il risultato è che anch’essa non potrebbe esistere, perché se Dio (la forza inarrestabile) non fosse in  grado di creare un oggetto inamovibile non  sarebbe onnipotente; al contrario, se lo creasse, avrebbe originato qualcosa che di fatto limita la sua onnipotenza, sconfessandola.


Risposta del sacerdote

Carissimo padre,
1. il paradosso che mi hai presentato gli antichi greci l’avrebbero chiamato sofisma.
Chiunque avverte che qualcosa non funziona in questo paradosso, nonostante che non si riesca a tutta prima controbatterlo.
E non si riesce a controbatterlo perché non si sa dove sia nascosta l’insidia.

2. Ebbene, questo paradosso non tiene perché trae il paragone dall’ordine fisico.
Ora nell’ordine fisico, e cioè nel mondo creato, non può esistere una realtà inarrestabile e una realtà inamovibile.
Ma Dio non è nell’ordine fisico, e cioè nel mondo creato. In altre parole non è uno dei tanti esseri che esistono in questo mondo.
Dio è al di sopra di questo mondo e lo si può comprendere solo nell’ordine metafisico.

3. Ebbene, proprio entrando in questo ordine l’antico filosofo pagano Aristotele era giunto a parlare di un motore immobile.
Nell’ordine fisico è impossibile che un motore sia immobile. Ma nell’ordine metafisico sì, è possibile.

4. Ugualmente Aristotele parlava di Atto puro, e cioè di atto nel quale non vi è potenzialità alcuna perché è perfezione somma.
Ma l’Atto puro non può esistere nel tempo perché il tempo è per se stesso divenire, movimento, anzi misura del movimento secondo un prima e un dopo. E ciò che diviene è in potenza.
Pertanto l’Atto puro non esiste nel tempo ma nell’eternità. Anzi è l’eternità.

5. Ugualmente Dio pur essendo onnipotente quante cose non può fare!
Per questo San Tommaso parlando dell’onnipotenza di Dio afferma: “Quando si dice che Dio può tutto, non si può intendere meglio di così: che può tutto ciò che è possibile, e che per questo si dice onnipotente” (Somma teologica, I, 25,3).
E allora: “Alla ragione di possibile assoluto, oggetto dell’onnipotenza divina, ripugna solo quello che implica in sé l’essere ed il non essere simultaneamente.
Ciò, infatti, è fuori del dominio della divina onnipotenza, non per difetto della potenza di Dio; ma perché non ha la natura di cosa fattibile o possibile.
Così, tutto ciò che non implica contraddizione, è contenuto tra quei possibili rispetto ai quali Dio si dice onnipotente;
tutto quello, invece, che implica contraddizione, non rientra sotto la divina onnipotenza, perché non può avere la natura di cosa possibile.
Quindi è più esatto dire che ciò non può essere fatto, anziché dire che Dio non lo può fare” (Ib.).

6. Con ciò è smontato il sofisma, di cui si legge “ragionamento capzioso, in apparenza logico ma sostanzialmente fallace, caratteristico della scuola sofistica presocratica”.

Ti ricordo bene tra i banchi di scuola, con la tua folta barba nera.
Ti ringrazio per l’unione di preghiere e ti auguro un ministero ricco di frutti.
Padre Angelo