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Quesito

Gentile Padre Angelo,
Ti ringrazio per la grande disponibilità nel poter leggere alcuni dubbi che ho circa alcune tematiche sulla fede cattolica.
Sono stato battezzato, comunicato e cresimato, ho sempre frequentato la Chiesa e ho frequentato le scuole elementari delle Suore di san Vincenzo de Paoli.
Ho recentemente letto molti su i dubbi di cui parlavo e questo leggere mi ha fatto riflettere su alcune tematiche.
In particolare, i punti essenziali che seguiranno saranno i seguenti, in quest’ordine: a) l’esistenza di Dio e i suoi attributi, la presenza del male e la creazione del mondo; b) la Sacra Scrittura e il suo senso; c) la venuta di Cristo; d) il rapporto tra fede e ragione. (…).
Il terzo punto riguarda la Sacra Scrittura, la sua interpretazione e il suo senso. Ancora una volta, il Concilio Vaticano II asserisce: “I libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata alle Sacre Scritture”. (…).
Parimenti, però, la stessa Costituzione dogmatica sostiene che “i libri del Vecchio e del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti […], hanno Dio per autore […]”.
Ma se “la perfezione compete a Dio in sommo grado”  come può Egli, autore delle Scritture, scrivere le “cose imperfette e caduche” di cui sopra?
(…).
Ti ringrazio per essere arrivato fino alla fine di questa lettera.
Qualora abbia piacere nel rispondermi, lascio di seguito il mio recapito:
Ti ringrazio ancora una volta per l’attenzione e ti invio i miei più cari saluti.
Andrea


Risposta del sacerdote

Caro Andrea,
mi soffermo solo sul terzo punto perché agli altri ho già risposto in vario modo in passato.

1. Per comprendere la portata della tua obiezione è necessario riferire l’intero paragrafo del testo del concilio: “L’economia del Vecchio Testamento era soprattutto ordinata a preparare, ad annunziare profeticamente (cfr. Lc 24,44; Gv 5,39; 1 Pt 1,10) e a significare con diverse figure (cfr. 1 Cor 10,11) l’avvento di Cristo redentore dell’universo e del regno messianico. I libri poi del Vecchio Testamento, tenuto conto della condizione del genere umano prima dei tempi della salvezza instaurata da Cristo, manifestano a tutti chi è Dio e chi è l’uomo e il modo con cui Dio giusto e misericordioso agisce con gli uomini. Questi libri, sebbene contengano cose imperfette e caduche, dimostrano tuttavia una vera pedagogia divina. Quindi i cristiani devono ricevere con devozione questi libri: in essi si esprime un vivo senso di Dio; in essi sono racchiusi sublimi insegnamenti su Dio, una sapienza salutare per la vita dell’uomo e mirabili tesori di preghiere; in essi infine è nascosto il mistero della nostra salvezza” (DV 15).

2. Rivelandosi, Dio non poteva non tener conto delle capacità degli uomini e delle situazioni storiche e culturali nelle quali vivevano.
Per questo San Tommaso scrive: “Le cose divine si devono rivelare agli uomini secondo la loro capacità: altrimenti si offre soltanto un motivo d’inciampo, poiché disprezzerebbero ciò che non potrebbero capire.
Perciò era più utile che i divini misteri si insegnassero al popolo sotto il velo delle figure, in modo da poterli conoscere implicitamente, prestando onore a Dio mediante codeste figure” (Somma teologica, I-II, 101, 2 ad 1).

3. Ecco dunque quali sono le imperfezioni dell’Antico Testamento.
Non già che Dio abbia fatto cose imperfette perché si è rivelato in maniera perfetta.
E ha fatto questo proprio tenendo conto della capacità dell’uomo di comprendere.

4. Inoltre nell’Antico Testamento sono contenute norme caduche o temporanee.
Questo lo si nota in particolare a proposito delle leggi relative al culto.
Si esse San Tommaso scrive: “Il mistero della redenzione umana ebbe compimento nella passione di Cristo; infatti il Signore allora gridò: "Tutto è compiuto". Ecco perché da allora dovevano cessare tutte le norme legali, essendo ormai in atto la verità di quanto preannunziavano. Di ciò si ebbe un segno nella passione di Cristo, quando il velo del tempio si squarciò” (Somma teologica, I-II, 103, 3, ad 2).

5. Ne troviamo un esempio lampante nella circoncisione, che significava la separazione del popolo eletto dagli altri popoli che a quei tempi non erano circoncisi.
Questo era un segno materiale di un’altra separazione, anzi di una consacrazione ben più importante, quella del Battesimo.
Di essa San Paolo dice: “Siete stati circoncisi con una circoncisione non fatta da mano d’uomo nella spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione del Signore nostro Gesù Cristo, sepolti con lui nel battesimo” (Col 2,11ss).

6. Ugualmente nell’Antico Testamento il sabato rimandava alla cessazione delle opere della creazione.
Ma con la risurrezione di Cristo, che è come la creazione di un mondo nuovo, ha perso questo suo primitivo.
Scrive San Tommaso: “Il sabato, che ricordava la prima creazione, è stato mutato nel giorno del Signore (o domenica), in cui si ricorda la nuova creazione, cominciata con la resurrezione di Cristo.
Così alle altre feste dell’antica legge succedono nuove solennità: poiché i benefici concessi al popolo ebreo indicavano i benefici a noi concessi per mezzo del Cristo.
Infatti alla festa di Pasqua succede la festa della Passione e della Resurrezione di Cristo.
Alla festa di Pentecoste, in cui fu promulgata l’antica legge, succede la festa di Pentecoste in cui fu data la legge dello spirito di vita.
La festa delle Neomenie è sostituita dalle feste della Beata Vergine, in cui apparve la luce del sole, cioè di Cristo, per l’abbondanza della grazia.
Alla festa delle trombe succedono le feste degli Apostoli.
A quella dell’espiazione succedono le feste dei Martiri e dei Confessori.
La festa dei Tabernacoli è sostituita da quella della Dedicazione della Chiesa.
Mentre la festa dell’Assemblea e della Colletta è soppiantata dalla festa degli Angeli (custodi); oppure da quella di Tutti i Santi (Ib., ad 4).

6. Lo stesso discorso vale anche per i precetti giuridici dati da Dio per la regolamentazione della vita del popolo. Si trattava di norme caduche, temporanee.
Ma la legge morale, che è scritta nel cuore dell’uomo ed espressa sostanzialmente nei dieci comandamenti non fa parte delle realtà imperfette e caduche. Essa vale eternamente.

Mi complimento per la passione per lo studio di san Tommaso che hai  mostrato nei punti che ho omesso.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo