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Quesito
Buongiorno e buon apostolato.
È vero che la Sacra Scrittura, nell’Antico Testamento e nei 1500 anni prima di Cristo, ha subito delle mutazioni?
Grazie della risposta.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. i testi originali degli scrittori sacri non sono giunti fino a noi. Di essi non ne possediamo nessuno.
Il testo sacro però fu trascritto diverse volte e tra le copie si riscontrano alcune varianti.
2. Questo lo si desume dal testo ebraico che oggi noi possediamo, detto anche testo masoretico, con la versione di questo stesso testo fatto in greco, quella cosiddetta dei LXX, prodotta negli ultimi secoli avanti Cristo.
Lo si desume anche dal cosiddetto pentateuco samaritano. Come risulta dalla storia, i samaritani accettavano solo i primi cinque libri della legge, il pentateuco.
Il pentateuco samaritano era noto Origene e a San Girolamo, ma in seguito se ne perdette ogni memoria.
Solo nel 1616 il celebre viaggiatore Pietro della Valle ne acquistò alcune copie a Damasco, una delle quali venne pubblicata poco dopo. I caratteri di questo pentateuco samaritano sono gli antichi caratteri Fenici.
3. Le cause delle variazioni, che non sono mai sostanziali ma solo e sempre marginali, sono principalmente due.
La prima: la poca cura che ci deve essere stata per quegli scritti quando – non essendo ancora stato fissato il canone – non tutti ne riconoscevano l’ispirazione divina.
La seconda: la sorte subìta dai libri sacri in tempo di prove religiose come l’esilio in Babilonia e la persecuzione di Antioco Epifanie.
Durante l’esilio in Babilonia, che avvenne nel secolo VI avanti Cristo, si verifico la dispersione di molti libri sacri, tanto che Esdra al ritorno dall’esilio si fece premura di raccogliere tutti quelli che poté trovare.
Successivamente Antioco Epifane (175-164) spinse il suo furore fino a far bruciare i libri sacri come si legge nel primo libro dei Maccabei: “Nell’anno centoquarantacinque, il quindici di Chisleu, il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione. Anche nelle vicine città di Giuda eressero altari e bruciarono incenso sulle porte delle case e nelle piazze. Stracciavano i libri della legge che riuscivano a trovare e li gettavano nel fuoco” (1 Mac 1,54-56).
Giuda Maccabeo raccolse le copie rimaste. Nel testo sacro si legge che “Neemia fondò una biblioteca e raccolse i libri dei re, dei profeti e di Davide e le lettere dei re relative alle offerte. Anche Giuda ha raccolto tutti i libri andati dispersi per la guerra che abbiamo avuto e ora si trovano presso di noi” (2 Mac 2, 13-4).
4. Va tenuto presente anche che solo dal secolo primo dell’attuale era in avanti vennero fissate le consonanti del testo sacro per opera degli scribi, i maestri della legge.
Questo rimase il testo ufficiale ebraico, detto anche iltesto masoretico.
Masoreti erano detti quei dotti rabbini che avevano messo per scritto la Masora (letteralmente significa tradizione, insegnamento), e cioè il complesso delle annotazioni critiche relative al testo sacro.
5. Quando nel secondo dopo guerra del secolo scorso si trovarono i codici di Isaia nelle grotte di Qumram si fece una straordinaria scoperta: il testo, che verosimilmente è del I o II secolo a.C. si presentava perfettamente conforme all’attuale testo masoretico.
Ciò significa che gli scrittori giudei professavano un tale rispetto per il testo sacro che nessuno avrebbe mai osato modificarlo minimamente. Così del resto avevano attestatosi anche Filone e Giuseppe Flavio, ebrei del I secolo dell’attuale era.
Questo sentimento è manifestato indirettamente anche nelle parole di Gesù quando disse che “non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge” (Mt 5,18).
6. Sulle varianti del testo ebraico non c’è nessun pronunciamento della Chiesa. È sufficiente quello che la storia ci mette davanti.
La Chiesa invece nella sessione quarta del concilio di Trento (8 aprile 1546) “ha stabilito che la Vulgata fra tutte le versioni latine della Sacra Scrittura che erano in circolazione si dovesse tenere come autentica nelle pubbliche lezioni, nelle dispute, nelle predicazioni, nelle esposizioni”.
7. Nella Introduzione generale a cura di Pietro Bonatti e di Carlo Maria Martini a Il messaggio della salvezza si legge: “È incredibile la scrupolosità con la quale il Masoreti fissarono il testo biblico anche nei minimi particolari, secondo le tradizioni, al punto che lasciarono invariato il testo tradizionale anche quando c’era stato un evidente errore di trascrizione: in tal caso notarono in margine la lezione corretta. Altri rilievi ed osservazioni i Masoreti fecero al margine alto delle pagine o ai margini laterali o al termine dei singoli libri. (…).
Insomma, i Masoreti fecero tutto ciò che era umanamente possibile affinché il testo sacro rimanesse in alterato; ed è ben giusto il detto la Masora è la siepe della legge” (p. 160).
Ecco dunque come il testo sacro ci è stato tramandato.
Si può dire che al di sopra di tutte le vicende umane l’ha custodito Colui che l’ha ispirato.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo