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Quesito

Caro padre Angelo,
desidero dei chiarimenti circa alcuni passi evangelici e dell’Apocalisse.
Malgrado si ascoltino e si leggano meditandoli tantissime volte, capita poi una volta che si “scoprono” apparenti contraddizioni in taluni passi scritturali.:
Alla fine del passo di Mt 21,23-27, Gesù dice: “Molti i chiamati e pochi gli eletti”.
In Lc 12,32-59 Gesù dice: “Non temere piccolo gregge, perché al Padre Vostro è piaciuto darvi il Regno…”.
In Ap 7,4 Giovanni ebbe la visione dei segnati col sigillo: 144.000 (12 tribù di Israele x 12.000 che indica la pienezza della santità).
Subito dopo, san Giovanni 7,9 vide una moltitudine immensa che nessuno poteva contare. 
Intanto, caro padre, chiedo scusa per la sinteticità e desidero chiederti:
1. Chi sono i chiamati e gli eletti (mi pare di capire che si tratti dei sacerdoti che non accettavano Gesù).
2. Da chi è composto il piccolo gregge.
3. Perché Gesù parla di piccolo gregge che sembrerebbe contrastare con i segnati col sigillo e con la moltitudine immensa dei salvati.
Avendo conosciuto la tua profonda conoscenza delle Sacre Scritture e la chiarezza e l’incisività che esprimi nelle tue risposte, in attesa dei tuoi chiarimenti, ti saluto con calore e stima, ricordandoti nelle mie preghiere.
Il Signore protegga e illumini sempre l’ordine dei Domenicani, il cui carisma mi coinvolge e mi piace sempre più per la perfetta ortodossia cattolica. 
Giovanni


Risposta del sacerdote

Caro Giovanni,
1. circa le parole di Gesù: “Molti sono chiamati ma pochi gli eletti” (Mt 22,14) va ricordato innanzitutto il contesto in cui Gesù le ha proferite.
Stava parlando degli invitati a nozze. Quando mandò i suoi servi a prelevarli, gli invitati non vollero venire: “Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero” (Mt 22,5-6).
Allora disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale” (Mt 22, 8-11).

2. Circa il piccolo gregge. Anche qui è necessario tenere presente il contesto: Gesù si sta rivolgendo ai discepoli che in quel momento erano pochi rispetto alla moltitudine delle persone esistenti.
Teofilatto, uno dei grandi commentatori del Vangelo di Luca, scrive: “Il Signore chiama piccolo gregge coloro che vogliono diventare suoi discepoli: o perché in questo modo i santi sembrano piccoli per la loro povertà volontaria, oppure perché sono superati dalla moltitudine degli angeli, che sovrastano in modo incomparabile le nostre cose”.
Va ricordato che secondo la mente di alcuni santi padri non solo gli uomini, ma anche le abitazioni e le nostre cose avrebbero il loro angelo.

3. Anche per la moltitudine immensa di cui parla il libro dell’Apocalisse è necessario tenere presente di chi si sta parlando.
E nel testo viene detto: “Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello” (Ap 7,13-14).
Commenta Alfred Wikenhauser: “Questa schiera senza numero è, a giudizio della maggior parte degli studiosi, costituita dai martiri della persecuzione. L’interpretazione è esatta. 
Ad ogni modo il testo è esplicito nel dire che la moltitudine bianco vestita rappresenta coloro che provengono dall’ultima grande tribolazione, quella che precede il giudizio finale. Sono gli stessi vittoriosi di cui parlano le lettere. L’interesse dello scrittore apocalittico è diretto soltanto ad essi.
Bisogna pertanto guardarsi dal prendere questa moltitudine come simbolo di tutti i salvati, di tutti gli eletti che raggiungono, sia pure con sacrificio, il loro destino eterno.
Quello a cui mira l’autore è di infiammare i lettori alla perseveranza e alla fedeltà fino alla morte; a questo fine mostra loro in visione la sorte felice di quanti sono fedeli sino alla fine. Ciò non significa, però, che a giudizio suo tutti i cristiani debbano morire martiri durante la persecuzione” (L’Apocalisse di Giovanni, p. 102).

4. A proposito dei 144.000 Alfred Wikenhauser scrive: “Il numero 144.000 significa che la comunità dei contrassegnati ha le caratteristiche di completezza voluta da Dio ed è una potente realtà” (p. 98).
La salvezza, rappresentata da quel numero simbolico, è un’opera compiuta da Dio e pertanto è perfetta.
Non solo, ma è anche una realtà potente. Sì, perché è potente l’intercessione e la protezione dei Santi.

5. Cerca l’affermazione di Gesù: “Molti sono i chiamati ma pochi gli eletti” che si trova in Mt 22,14 San Tommaso commenta in maniera lapidaria: “Alcuni non vogliono venire, altri non hanno la veste nuziale. Gesù precedentemente aveva detto: “Stretta è la via che conduce alla vita e pochi quelli che la trovano” (Mt 7,14).
Marco Sales: “Tutti furono chiamati, sia i giudei che i pagani, pochi però hanno accettato l’invito, e di questi furono ammessi alle nozze solo quelli che avevano la veste nuziale”.
Ciò significa che il numero dei chiamati non corrisponde a quello dei salvati.
Non possiamo concludere tuttavia che coloro che si dannano siano di più di quelli che si salvano. Il testo non lo dice esplicitamente.

6. Sono contento infine del fatto che il carisma dei domenicani ti coinvolga e ti piaccia sempre di più soprattutto “per la perfetta ortodossia cattolica”.

Con l’augurio che il loro numero cresca anche per la tua intercessione, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo