Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
ho letto la sua risposta riguardo agli altri quattro angeli a cui la Santa Chiesa ha proibito di dare dei nomi.
Ecco il link: https://www.amicidomenicani.it/e-consentita-per-noi-.cattolici-la-devozione-e-preghiere-ai-quattro-arcangeli-della-chiesa-ortodossa/
Ero già a conoscenza, a grandi linee, di questa questione e mi sono sempre limitato ai tre nomi forniti dalla Rivelazione: San Michele, San Gabriele e San Raffaele.
Il fatto che gli angeli che stanno al cospetto di Dio siano 7 sarebbe un dato biblico, se preso alla lettera.
Quindi che ci siano altri quattro angeli dovrebbe essere certo, semplicemente è proibito andargli a dare dei nomi col rischio di scadere in qualche pratica magica, giusto?
Questo sempre attenendosi ad un’interpretazione letterale del numero 7.
So che la materia angelica è molto “scivolosa” e anche pericolosa, in quanto anche i demoni erano angeli e ora sono angeli decaduti.
Inoltre, “anche satana si maschera da angelo di luce” (2 Cor 11,14), quindi comprendo che occorre sempre esercitare la virtù della Prudenza.
Io sono molto legato alla Corona Angelica, nota anche come Rosario di San Michele: è una preghiera molto bella attraverso cui Dio mi concede tante grazie, soprattutto se la recito prima della Santa Messa.
Grazie alla recita della Corona Angelica prima della Celebrazione, ricevo la forza di superare gli scrupoli e i timori con cui il diavolo cerca sempre di allontanarmi dalla Santa Comunione.
In questi casi mi sono particolarmente care la quinta salutazione (“Ad intercessione di S. Michele e del Coro celeste delle Potestà, il Signore si degni proteggere le anime nostre dalle insidie e tentazioni del demonio. Amen.”) e la settima (“Ad intercessione di S. Michele e del Coro dei Principati, riempia Dio le anime nostre dello spirito di vera e sincera obbedienza. Amen.”), con le quali chiedo a Dio di aiutarmi a non cadere negli scrupoli e di darmi la forza di obbedire al confessore.
Insieme alla forza ottengo anche la pace e una grande fiducia nella Misericordia di Dio.
L’ho trovata estremamente efficace anche per combattere le tentazioni contro la Fede o contro la purezza e nei momenti di aridità.
Inoltre ho recentemente scoperto che il Beato Carlo Acutis aveva l’abitudine di recitare questa bellissima preghiera, così ora quando la recito mi sento in comunione non solo con Dio, con Maria Regina degli angeli e con tutti gli angeli, ma anche con i Santi.
Al termine della Corona Angelica si recitano quattro Padre Nostro in onore di San Michele, San Gabriele, San Raffaele e dell’angelo custode.
Ma c’è anche la versione in cui si aggiungono “quattro Gloria in onore degli altri quattro santi spiriti che assistono al trono di Dio”.
A dire il vero, quest’ultima è la versione che ho sempre conosciuto, imparandola dai miei genitori che a loro volta l’hanno imparata in una chiesa abbastanza nota dove ci siamo anche consacrati a San Michele; solo di recente ho saputo che esiste la versione in cui questa ultima parte è assente.
Io recito anche questi quattro Gloria, perché sono genericamente in onore dei quattro santi spiriti, senza dare loro dei nomi, e in nessun modo si intende dare un significato magico o new age alla recita di queste preghiere, tutt’altro: nel recitarli mi unisco spiritualmente alla continua lode che gli angeli elevano a Dio ai piedi del Suo trono celeste.
Mi sembra dunque di non disubbidire alle proibizioni della Chiesa.
Però si può sbagliare anche in buona fede! Perciò, per sicurezza, vorrei chiederlo a lei.
È lecito fare questo? O è meglio evitare di recitare i quattro Gloria e limitarsi ai Padre Nostro?
Prego per lei affinché Dio le conceda sempre, sotto l’illuminazione dello Spirito Santo e la protezione di Maria Santissima, l’assistenza degli angeli nel suo ministero e servizio alla Verità.
Cordialmente,
D.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. gli esegeti, e cioè gli interpreti della Sacra Scrittura, non sono d’accordo nell’identificare i sette spiriti di cui si parla all’inizio del libro dell’Apocalisse: “Giovanni, alle sette Chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da Colui che è, che era e che viene, e dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono” (Ap 1,4).
2. Il francescano Angelo Lancellotti, ad esempio, scrive: “Secondo la concezione giudaica, passata poi nella tradizione cristiana primitiva, Dio è circondato da sette angeli superiori (arcangeli) che sono sempre alla sua presenza (…). Ma qui è da preferire l’opinione dei Padri che vi vedono lo Spirito Santo nella pienezza (Sette) dei suoi doni”.
In seguito padre Lancellotti, commentando Ap 5,7 dove si parla dell’Agnello “in piedi, come immolato, che aveva sette corna e sette occhi i quali sono i sette spiriti di Dio mandati su tutta la terra” scrive: “I sette occhi che, identificandosi con i sette spiriti di Dio inviati su tutta la terra, designano la divina onniscienza. È da notare che quest’ultima frase ricalca da vicino Zaccaria 4,10 che dice: “Queste sette lucerne rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la terra”.
Qui Lancellotti sembrerebbe dare un’interpretazione diversa o complementare a quella precedente.
3. Alfred Wikenhauser nel suo commento all’Apocalisse, scrive: “Ci si chiede se i sette spiriti siano i sette doni dello Spirito Santo o la persona stessa dello Spirito Santo, oppure degli angeli delle gerarchie supreme.
Numerosi Padri intendono i sette spiriti come i sette doni dello Spirito Santo; ma sull’esempio di Sant’Agostino molti commentatori ritengono che l’espressione designi la persona dello Spirito Santo in quanto è fonte di molte grazie. Il numero sette, dicono essi, è simbolo dell’unità che presenta aspetti molteplici. Questa interpretazione poggia principalmente sul fatto che i sette spiriti sono nominati tra il Padre e Cristo, e sono una delle fonti da cui hanno da sgorgare sui lettori grazia e pace, cosa che non può essere detta degli angeli.
C’è però da dire che nei saluti delle lettere del Nuovo Testamento come dispensatori di grazia di pace si nominano sempre il Padre e il Figlio, ma mai lo Spirito Santo, per modo che le sette parole “sette spiriti” potrebbero essere un’aggiunta posteriore.
Nonostante questa innegabile difficoltà, altri commentatori ritengono che i sette spiriti siano angeli delle gerarchie superiori e precisamente i sette angeli del trono o arcangeli dell’angelologia giudaica tardiva, che sono ricordati in Tobia 12,15. Nell’Apocalisse essi vengono inoltre identificati con gli angeli delle sette coppe che stanno innanzi a Dio (cfr Ap 8,2)”.
4. Il domenicano Marco Sales commentando “dai sette spiriti che stanno davanti al suo trono” (Ap 1,4) annota: “Alcuni (San Giustino, Dialoghi, 87) pensano che si tratti di una personificazione dei sette principali attributi di Dio; altri (Beda, ecc.) ritengono che si parli dello Spirito Santo e dei suoi sette doni (Is 11,2) e altri più probabilmente credono che sia alluda a quei sette angeli principali che circondano il trono di Dio (Tb 12,15) e che sono figurati al capitolo 4,5 da sette lampade e al capitolo 5,6 dalle sette corna dell’Agnello e ai quali vengono date sette e trombe (8,2). L’apostolo augura la grazia e la pace da Dio e dei sette angeli, non perché essa possa venire da altri che da Dio, ma perché gli angeli possono domandarla a Dio per noi ed essere ministri di essa (Eb 1,14)”.
Poi aggiunge da bravo domenicano: “È difficile poter applicare queste parole allo Spirito Santo. Egli infatti non è dinanzi al trono, ma sul trono di Dio”.
5. Detto questo, è plausibile che si possa parlare di sette angeli superiori che stanno davanti al trono. Non è certo, ma non è impossibile.
Trattandosi di cosa non certa, la Chiesa procede con cautela e vieta che si dia loro un nome, ma non vieta che si possa pensare alla presenza dei sette angeli e che si possano invocare.
Pertanto nella devozione privata ci si può esprimere come fai tu, ricavandone particolare profitto.
Ti ringrazio per aver richiamato l’attenzione a questa possibile interpretazione e anche per il graditissimo augurio espresso al termine della tua mail.
Contraccambio la gradita preghiera che hai fatto per me e, con l’augurio di ogni bene, ti benedico.
Padre Angelo