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Quesito

Caro Padre Angelo,
mi chiamo Giuseppe e sono uno studente di teologia! 
Mi scuso davvero per le numerose domande, ma trascorro i giorni riflettendo, leggendo e scrivendo e ringrazio il Signore per il servizio che offrite su questo sito.
Ecco le mie domande!
1. Prima di Cristo Gesù, chi moriva “andava” o nel Seno di Abramo, il Limbo dei Padri, oppure nell’Inferno (come Lazzaro e il Ricco epulone). Per “andare” nell’uno o nell’altro, le anime dovevano ricevere il giudizio? Cioè: si presentavano dinanzi a Dio per essere giudicate oppure “andavano” direttamente nel Limbo o all’Inferno?
2. Se ricevevano il giudizio, lo ricevevano sempre da Cristo, sebbene non ancora storicamente incarnatosi, e non ancora Redentore dell’umanità? E se si, (per quanto possiamo intuire, ovviamente) come sarebbe stato? Mi spiego. Dio Padre e lo Spirito Santo sono puro spirito: soltanto Cristo ha la natura umana. Quindi, quando riceveremo il giudizio particolare, certamente saremo dinanzi alla Trinità, ma saremo soprattutto dinanzi all’Uomo-Dio Cristo Gesù, nel suo corpo e nella sua anima umana legata alla Divinità del Verbo: “vedremo” Gesù Cristo. Le anime che morivano prima di Cristo, ricevevano il giudizio particolare dalla Seconda Persona della Santissima Trinità, anche egli, in quel momento Spirito perché «amico dell’uomo, si è fatto uomo, ciò che prima non era (…) è diventato ciò che non era, conservando però quel che era» (San Proclo, Discorsi sulla Natività del Signore, Disc. 1-2; PG 65, 843-846). 
3. Qui sorge l’altra domanda: nell’eternità non c’è tempo, ma Cristo assunse l’umanità nella «pienezza del tempo», quindi storicamente. Pertanto: è giusto affermare che la Seconda persona della Trinità è da sempre Dio ma non è da sempre uomo?
4. E se questo è corretto, possiamo affermare che nell’eterna ed immutabile Trinità, con il “Fiat” della Vergine Santissima, avviene un cambiamento sostanziale, dal momento che uno dei tre assume la carne umana? 
5. E se il Figlio è sempre nel Padre e il Padre è sempre nel Figlio, mentre Gesù con il suo corpo camminava in Palestina, si trovava sia nella gloria di Dio che sulla terra? O forse qui sbagliamo a identificare la gloria di Dio, il Paradiso come luogo e non come stato dell’essere? 
6. Ma anche qui penso: mentre Gesù camminava in Palestina, chi moriva si presentava dinanzi a Lui per ricevere il giudizio? 
7. E se sì, lo vedeva solo come puro spirito perché solo con l’Ascensione, l’umanità di Cristo entra nella gloria di Dio? Oppure possiamo pensare che in un certo qual modo l’umanità di Cristo è entrata nella gloria di Dio con l’incarnazione stessa (anche se mi sembra difficile affermare questo)?

Le chiedo davvero scusa per tutte queste domande, ma mi entusiasma riflettere sulle questioni della mia fede: un po’ come faceva san Tommaso!
Grazie ancora, padre! 
Chiedo una preghiera per me.


Risposta del sacerdote

rispondo per punti alle tue varie domande:

1. Chi moriva prima di Cristo andava o nel seno di Abramo (detto anche limbo dei patriarchi, cfr. Lc 16,22) oppure in purgatorio, come emerge dai caduti in battaglia per i quali Giuda maccabeo fece offrire un sacrificio in espiazione dei peccati (cfr. 2 Mac 12,43), oppure all’inferno, come emerge dalla parabola di Gesù del ricco epulone e del povero Lazzaro (cfr. Lc 16,23).

2. Al momento della morte ognuno veniva giudicato da Dio.
Poiché San Paolo dice che ognuno comparirà davanti al tribunale di Cristo, si può pensare che i morti prima di Cristo venissero giudicati da Lui in forza della sua divinità perché tutto è stato creato “per mezzo di lui e in vista di lui” (Col 1,16).

3. Sì, è giusto affermare che la seconda persona della Santissima Trinità è Dio da sempre, ma non da sempre è uomo, avendo assunto la natura umana nel grembo verginale di Maria 2000 anni fa circa.

4. Con il sì (fiat) di Maria non avvenne nella Santissima Trinità una mutazione sostanziale.
Se fosse avvenuta una cosa del genere Dio avrebbe acquisito qualcosa che precedentemente non aveva. Pertanto non sarebbe stato perfettissimo e conseguentemente non sarebbe stato neanche Dio.
Quando Dio ha assunto la natura umana “ciò che era rimase” (quod erat permansit). Tu hai citato Proclo il quale ha detto “ha conservato quel che era”. Dunque rimase perfettissimo nella sua immutabilità.
Ciò che cambiò è stata la natura umana che prima era esclusiva dell’uomo e adesso viene assunta dalla IIa Persona della SS. Trinità.
La stessa cosa avvenne anche con la creazione del cielo e della terra. In quel momento non è mutato Dio ma è mutata la creazione che precedentemente aveva un’esistenza solo nella mente di Dio, mentre dal momento della creazione cominciò ad avere un’esistenza anche fuori dalla mente di Dio.
San Tommaso dopo aver ricordato quanto si legge in Malachia: “Io sono il Signore, non muto” (Mal 3,6 dice): “Dio, essendo infinito e racchiudendo in sé stesso in modo perfetto e universale la pienezza di tutto l’essere, nulla può acquisire, né estendersi a qualcosa a cui prima non giungesse: in nessun modo quindi a lui conviene il mutamento. Ecco perché anche tra gli antichi, alcuni, quasi costretti dalla stessa verità, affermarono l’immutabilità del primo principio” (Somma teologica, I, 9, ad 1).
Il riferimento agli antichi è evidente per Aristotele, il quale parlava di Dio come di un motore immobile: muove, ma senza muoversi, senza passare dalla potenza all’atto.

5. Poiché Cristo è Dio, per circuminsessionem dove vi è una persona della Santissima Trinità vi sono anche le altre. Per cui con Cristo era sempre presente il Padre e anche lo Spirito Santo. 
Non si può dire però che il suo corpo fosse alla destra del Padre perché con questa espressione si vuole indicare l’umanità del Cristo risorto e asceso al cielo.

6. Nella sesta domanda si può rispondere come si è detto per la seconda.

7. L’umanità di Cristo è entrata nella gloria del Padre dal momento della sua risurrezione e della sua gloriosa ascensione al cielo.
Prima di quel momento Gesù non era stato ancora glorificato nella sua natura umana.

Mentre mi compiaccio con il tuo desiderio di conoscere e di ragionare, ti auguro di progredire senza sosta nella conoscenza di Dio, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo