Questo articolo è disponibile anche in: Italiano Inglese
Quesito
Caro padre Angelo,
desidererei conoscere i riferimenti della Scrittura e del Magistero della Chiesa sui rapporti prematrimoniali.
Un amico mio mi ha detto che non ce ne sono. È vero?
La ringrazio anticipatamente della risposta.
Ennio
Risposta del sacerdote
Caro Ennio,
un amico di ha detto che non vi sono documenti della Scrittura o del Magistero che proibiscono i rapporti prematrimoniali.
Potrei dire che chi ti ha informato molto male, perché i documenti ci sono.
La Sacra Scrittura vieta di fornicare. San Paolo dice che “i fornicatori non erediteranno il regno di Dio” (Gal 5,21), e cioè compiono un peccato mortale.
Fornicatori sono coloro che hanno rapporti sessuali, pur non essendo sposati.
2. Il Vangelo è sobrio sui peccati di impurità. Ma la purezza, anche interna, che il Signore chiede è così grande che ha affermato: “Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (Mt 5,27-28).
Ora l’adulterio è un peccato mortale.
3. I documenti del Magistero della Chiesa in materia non si contano.
Te ne menziono uno che ha trattato espressamente di tre disordini sessuali: masturbazione, omosessualità e rapporti prematrimoniali.
Il documento è una Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede intitolato “Persona humana” del 29.12.1975.
Ti riferisco che cosa dice a proposito dei rapporti prematrimoniali:
“Molti oggi rivendicano il diritto all’unione sessuale prima del matrimonio, almeno quando una ferma volontà di sposarsi e un affetto, in qualche modo già coniugale nella psicologia dei soggetti, richiedono questo completamento, che essi stimano connaturale; ciò soprattutto quando la celebrazione del matrimonio è impedita dalle circostanze esterne, o se questa intima relazione sembra necessaria perché sia conservato l’amore.
Questa opinione è in contrasto con la dottrina cristiana, secondo la quale ogni atto genitale umano deve svolgersi nel quadro del matrimonio.
Infatti, per quanto sia fermo il proposito di coloro che si impegnano in tali rapporti prematuri, resta vero, però, che questi non consentono di assicurare, nella sua sincerità e fedeltà, la relazione interpersonale di un uomo e di una donna e, specialmente di proteggerla dalle fantasie e dai capricci.
Ora, è un’unione stabile quella che Gesù ha voluto e che ha restituito alla sua condizione originale, fondata sulla differenza del sesso. «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non separi» (cf. Mt 19,4-6).
San Paolo è ancora più esplicito quando insegna che, se celibi e vedovi non possono vivere in continenza non hanno altra scelta che la stabile unione del matrimonio: È meglio sposarsi che ardere» (1 Cor 7,9). Col matrimonio, infatti, l’amore dei coniugi è assunto nell’amore irrevocabile che Cristo ha per la chiesa (cf. Ef 5,25-32), mentre l’unione dei corpi nell’impudicizia contamina il tempio dello Spirito santo, quale è divenuto il cristiano.
L’unione carnale, dunque, non è legittima se tra l’uomo e la donna non si è instaurata una definitiva comunità di vita.
Ecco ciò che ha sempre inteso e insegnato la chiesa, trovando, peraltro, nella riflessione degli uomini e nelle lezioni della storia un accordo profondo con la sua dottrina.
L’esperienza ci insegna che, affinché l’unione sessuale possa rispondere veramente alle esigenze della finalità, che le è propria dell’umana dignità, l’amore deve trovare la sua salvaguardia nella stabilità del matrimonio. Queste esigenze richiedono un contratto matrimoniale sancito e garantito dalla società, tale da instaurare uno stato di vita di capitale importanza, sia per l’unione esclusiva dell’uomo e della donna, sia anche per il bene della loro famiglia e della comunità umana. Il più delle volte, infatti, accade che le relazioni prematrimoniali escludono la prospettiva della prole. Ciò che viene presentato come un amore coniugale non potrà, come dovrebbe essere, espandersi in un amore paterno e materno; oppure, se questo avviene, risulterà a detrimento della prole, che sarà privata dell’ambiente stabile, nel quale dovrebbe svilupparsi per poter in esso trovare la via e i mezzi per il suo inserimento nell’insieme della società.
Il consenso che si scambiano le persone, che vogliono unirsi in matrimonio, deve, perciò, essere esternamente manifestato e in modo che lo renda valido dinanzi alla società. Quanto ai fedeli, è secondo le leggi della chiesa che essi devono esprimere il loro consenso all’instaurazione di una comunità di vita coniugale, consenso che farà del loro matrimonio un sacramento di Cristo” (PH 7).
4. Proprio qualche giorno fa ho risposto ad una visitatrice dicendo che il rapporto prematrimoniale non è amore vero per un doppio motivo:
Il primo: perché ci si concede ad uno che non ci appartiene in maniera definitiva.
Ci appartiene nel desiderio, ma non nella realtà.
Il corpo dell’altro non ci appartiene ancora.
Ognuno dei partner lo sa molto bene che è così, perché sa di essere libero, lo avverte interiormente. È consapevole che l’altro è libero di lasciarlo come vuole.
5. Il secondo motivo: non è amore vero perché non ci si dona in totalità.
Di fatto, proprio per non donarsi in maniera totale, si fa uso della contraccezione.
Che cos’è infatti la contraccezione se non il rifiuto di donarsi in totalità, il rifiuto di donare all’altro la propria capacità di diventare padre e madre?
È un rifiuto, tra l’altro, che si attua proprio mettendo in atto le capacità procreative.
Qualcuno ha detto giustamente che “la lussuria è una menzogna a fior di pelle, un possesso che si maschera da dono”.
6. Giovanni Paolo II nella Familiaris consortio ha detto: “La donazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente” (FC 11).
Sono certo che saprai riflettere sulle motivazioni portate dal Magistero della Chiesa, che è intento a difendere l’amore vero dalle sue contraffazioni.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo