Questo articolo è disponibile anche in: Italiano Inglese

Quesito

Caro Padre Angelo,
sono un ragazzo che sta ritrovando la retta via, purtroppo è un anno che convivo e varie volte mi sono confessato senza che il confessore mi ammonisse del mio errore ma solamente mi consigliava che era bene sposarsi, ho fatto anche molte comunioni ignaro del mio peccato mortale, lo so sono ignorante e me ne pento sentendomi molto male interiormente, la cosa più triste è che la mia ragazza non vuole assolutamente sposarsi e ciò lo giustifica dicendo che non vuole una responsabilità così grande agli occhi di Dio e che fa così perché crede troppo nel matrimonio e ha paura dei divorzi, mi aiuti come posso fare ho provato in tutti i modi e la cosa terribile è che non posso confessarmi e fare la comunione, per il momento mi astengo dai rapporti sessuali, ma questo credo che sfocerà in una sua ribellione, aiutatemi sono disperato.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la situazione in cui ti trovi è intricata.
Mi pare che tu abbia intenzione di sposarti, mentre la tua ragazza non ne ha affatto.
È vero che il matrimonio è una cosa seria e grande agli occhi di Dio e che il divorzio è sempre traumatico.
Ma se il matrimonio è una cosa molto grande agli occhi di Dio, la convivenza non è ugualmente agli occhi di Dio un peccato molto grande?

2. Nella convivenza si sta insieme con rapporti sessuali che toccano l’intimo nucleo della persona.
Ma questi rapporti sessuali sono falsati perché quel gesto che di sua natura vuol dire che ci si dona in totalità, di fatto esclude nelle sue intenzioni (come fa la tua ragazza) e nelle azioni (la contraccezione) di donarsi in totalità.
È un atto menzognero, come diceva Giovanni Paolo II, nella Familiaris consorzio: “La donazione fisica totale sarebbe menzogna se non fosse segno e frutto della donazione personale totale, nella quale tutta la persona, anche nella sua dimensione temporale, è presente: se la persona si riservasse qualcosa o la possibilità di decidere altrimenti per il futuro, già per questo essa non si donerebbe totalmente” (FC 11).
A che cosa viene ridotto dunque il rapporto sessuale tra conviventi?

3. Ecco che cosa dice ancora in proposito Giovanni Paolo II: “Se si esclude dai rapporti sessuali e coniugali radicalmente e totalmente l’elemento potenziale di paternità e di maternità, si trasforma perciò stesso la relazione reciproca delle persone. L’unione nell’amore slitta verso un godimento comune, o, per meglio dire, verso quello dei due partner” (K. Wojtyla, Amore e responsabilità, p. 216).
E “violando le leggi della natura, si viola anche la persona, facendone un oggetto di godimento, anziché farne un oggetto di amore. La disposizione alla procreazione, nei rapporti coniugali, protegge l’amore, è la condizione indispensabile di una vera unione delle persone” (Ib., p. 218).

4. Io non intendo scaricare tutta la responsabilità sulla tua ragazza. Perché tu stesso ti sei concesso e hai favorito in lei, oltre che in te stesso, una mentalità ludica (di gioco) del rapporto sessuale.
Il rapporto sessuale invece è stato concepito da Dio in ordine ad una donazione totale della persona.
Quando si dice totale significa che in questo rapporto non ci si riserva nulla. Ci si immola per sempre per la persona che si ama.
In questo donarsi è incluso anche il mettersi in gioco per una immolazione vera e reale anche in riferimento ai figli.

5. Il tuo confessore, forse perché tu stesso gli hai detto che non avete intenzione di tornare indietro, ti ha consigliato di procedere per il matrimonio, e cioè per una “regolarizzazione della situazione”.
Ed è giusto.
Ma se la tua ragazza non vuole assolutamente il matrimonio, che senso ha convivere?
Qual è la prospettiva di questa convivenza?

6. Mi dici che hai la volontà di interrompere i rapporti sessuali ma che temi che ad un certo punto questo potrebbe portare ad una sua ribellione.
Su questo punto tu devi essere fermo e devi dirle che i rapporti sessuali non li vuoi banalizzare, che li vuoi solo se hanno il loro intrinseco significato, quello voluto da Dio.
E che pertanto, fino al matrimonio, di questo non se ne deve parlare.

7. La tua ragazza dice che il matrimonio è una cosa molto grande agli occhi di Dio.
Ma falsificare il rapporto sessuale e dargli un significato diverso da quello che gli ha dato Dio non è una cosa molto grande? Anzi, non solo grande, ma non è una cosa molto grave?
E rimanere privi della S. Comunione e dell’assoluzione dei propri peccati (con tutte le conseguenze annesse) non è una cosa molto grave?

8. Se la tua ragazza è spaventata dalla responsabilità del matrimonio è libera di non sposarsi.
Ma non è libera, davanti a Dio, di usare della sessualità come vuole, alterandone il significato di immolazione, di santificazione e di procreazione.
Questi significati sono scritti nell’intima struttura degli atti sessuali e delle potenze generative.

9. Il mio consiglio pertanto è quello di fare un passo indietro perché vi impegnate innanzitutto in un cammino di castità e di santificazione, tornando a vivere come vuole il Signore (e cioè interrompendo la convivenza).
Farete così un percorso di verifica e di maturazione delle vostre intenzioni.
C’è da sperare (e per questo bisogna anche pregare e offrire al Signore qualche sacrificio) che la tua ragazza possa comprendere e decidere di camminare seguendo fiduciosamente le vie di Dio.
Se al contrario rimarrà nella sua linea di contrarietà al matrimonio, farai le tue scelte doverose per edificare qualcosa di serio di solido e di duraturo per la tua vita affettiva e per il tuo futuro.

Ti assicuro la mia preghiera. Pregherò anche per lei perché il Signore la illumini e penetri nel suo cuore.
Ambedue vi benedico e vi auguro una serena e santa Pasqua.
Padre Angelo